Come vendere all’estero a misura di piccola (anche piccolissima) impresa

Piccoli, lo sono: non oltre i 10, massimo 12 dipendenti, spesso molto meno. Ma hanno trovato il modo di vendere i loro prodotti all’estero, che fossero culle, abiti da sposa o pezzi di meccanica.
Per farlo hanno imparato.


Hanno frequentato il progetto "esportare per crescere" di Treviso Glocal, realizzato con la Confartigianato della Marca, e in un anno hanno cambiato modello organizzativo, individuato i mercati adatti al proprio prodotto, frequentato poche e mirate fiere all’estero – dove sono stati accompagnati agli appuntamenti con i potenziali clienti – e si sono dotati di strumenti di comunicazione giusti. A volte, è bastato un sito internet in inglese.

Piccole aziende esportano. "Le mie favole", atelier di abiti da sposa a Vittorio Veneto (Tv), ha iniziato a ricevere i primi ordini da altri Paesi: «Nel nostro caso, abbiamo verificato che per vendere all’estero occorreva modificare il prodotto italiano in base alle richieste del mercato specifico», spiega la titolare.
Fra i "diplomati" anche la Meccanica Franchin di Montebelluna: «Una piccola quota di export c’era già, ora puntiamo ad aumentarla; abbiamo avuto degli incontri con rappresentanti in Germania, che potranno proporre il nostro prodotto». La LC caminetti di Breda di Piave ha iniziato a bussare alle porte dei mercati scandinavi, a iniziare da Finlandia e Svezia, mentre è già volata a Londra una delle culle di design firmata Girardi complementi d’arredo di Roncadelle di Ormelle.
Ora è un partenza una nuova edizione del corso.

Le fasi. La prima parte – dal 24 giugno al 5 luglio – è dedicata al check up aziendale, per capire caratteristiche e obiettivi e rendere il percorso il più concreto possibile. Segue una formazione – le lezioni si tengono nel tardo pomeriggio, orario ufficio, per i diversi settori: alimentare, tessile, meccanica e subfornitura, plastica, edilizia serramenta impianti, IT – che spazia dai pagamenti internazionali ai trasporti internazionali e imballaggi delle merci, fino ai contratti di vendita. Da luglio a dicembre 2013 toccherà agli studi di mercato, per stendere progetti di internazionalizzaione sugli specifici Paesi di sbocco individuati, poi si passerà al monitoraggio di ogni singola azienda (risultati raggiunti, necessità emerse successivamente) e alla creazione del sito da poter poi gestire autonomamente.

In fiera. L’esplorazione commerciale potrebbe anche dare vita ad aggregazioni, sulla base di compatibilità produttive o altre logiche di sinergia. Per l’alimentare l’appuntamento è l’Anuga di Colonia, Germania, dal 5 al 9 ottobre 2013; per la meccanica il Midest di Parigi, dal 19 al 22 novembre; per tessile e calzature la Copenaghen fashion week di gennaio 2014; per il legno arredo Mosca, Crocus expo 2, dal 16 al 19 ottobre 2013; per edilizia e impianti Big Five Dubai, Emirati Arabi, dal 25 al 28 novembre 2013; per le tecnologie Hannover Messe, Germania, 7-11 aprile 2014; per gli articoli casa e regalo Maison & Object a Paris Nord Villepinte, 24-28 gennaio 2014; per edilizia, arredo e illuminazione Project Qatar, maggio 2014.

I risultati, le informazioni. Le imprese aderenti al primo corso sono state 16; una è stata scartata, una ha abbandonato il percorso e una si è limitata alla fase di formazione. Al traguardo sono arrivate in 13. Per iscriversi alla seconda edizione bisogna compilare il modulo sul sito internet (http://www.trevisoglocal.it/inprimopiano.aspx), o scrivendo a sviluppo@trevisoglocal.it, fax 0422 911855.
Per informazioni: 0422 911417.
Il progetto, anche per l’edizione 2013-2014, godrà dei contributi della Camera di commercio di Treviso per il 50% delle spese sostenute; la quota per azienda va dai 3mila ai 3.500 euro.