La regola delle 4W (what women want: work). Imane e le altre, donne straniere accompagnate al (primo) lavoro

Le prime sono state "candidature spontanee": donne straniere, più o meno giovani, più o meno istruite, chiedevano ai centri per l’impiego il modo di entrare nel mondo del lavoro. Con il progetto 4W (what women want: work, ovvero quello che vogliono le donne, il lavoro) la Provincia di Treviso, capofila, ha seguito le storie di qualche decina di persone e ha incassato la disponibilità di aziende, negozi, studi professionali, diventati palestre per chi, alla prima esperienza, cercava la sua strada per il lavoro (e un’autostrada per  l’integrazione).



Sui giornali, per prima, è finita una ragazza marocchina, "la prima commessa con il velo" dell’IperSimply di Montebelluna, Treviso. Il supermercato ha aderito al progetto di integrazione della Provincia: 400 ore di tirocinio formativo per dodici persone nei diversi punti vendita. Dopo la pratica, per questa ragazza classe 1992 è arrivato il giudizio del direttore – ottimo – e il primo contratto, a tempo determinato: «Entusiasta dell’esperienza svolta, del rapporto instaurato con i colleghi, delle competenze e dell’autonomia acquisita», la descrive la scheda finale, mentre il supermercato si è detto disposto a ripetere l’esperienza,anche per figure generalmente difficili da trovare (reparto macelleria o gastronomia).
Sempre il Cpi – centro per l’impiego – di Treviso ha seguito il tirocinio in uno studio di commercialista di Casale sul Sile di una albanese (classe 1974): al termine è stato attivato uno stage, a carico dell’azienda, con rimborso spese e promessa di assunzione. Una senegalese, dopo la pratica alla casa di riposo di Maserada, e con la lettera di referenze ottenuta, ha trovato un impiego in una lavanderia poco distante.

Non tutte le esperienze, naturalmente, sono andate a buon fine: c’è chi non ha avuto alcun problema nel lavoro, ma ha trovato insieme all’approvazione del titolare l’ostilità dei colleghi (è successo a una donna albanese di 42 anni, in una officina meccanica del Trevigiano), chi ha rinunciato, o si è dimostrata poco affidabile, poco puntuale. Ma c’è anche qualche fortunata che ha interrotto in anticipo il tirocinio perché è arrivata una proposta di assunzione. Una serie di inserimenti lavorativi creativi, in buona parte premiati da successive proposte di collaborazione: una indiana con laurea informatica ha avuto ottimi risultati dal tirocinio in una azienda agricola, una tunisina 27enne che da sola aveva cercato una azienda disponibile a farle fare pratica si è inserita in una agenzia turistica di Conegliano dove mette a frutto la conoscenza di inglese, francese e arabo.

Forti dell’esperienza fatta, altri centri per l’impiego hanno realizzato un nuovo progetto, promosso dalla regione Veneto, Noi@Lavoro, attivo fino al 30 giugno. Il finanziamento deriva dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi, destinatari sono coloro che, regolarmente residenti in Veneto, cercano una prima occupazione. Ci sono incontri di orientamento in gruppo, ma anche accompagnamenti individuali, fra le province di Padova, Treviso e Verona.
A Padova i Cpi sono quelli del capoluogo (049 8201503), e poi Camposampiero (049 5790086), Cittadella (049 5970225), Este (0429 2322), Monselice (0429 72171), Conselve (049 5384117), Piove di Sacco (049 97027509. A Treviso (0422 656411) anche Oderzo (0422 710666) e Vittorio Veneto (0438 53552). Infine, Verona città (045 9288465-70-81).

DONNE STRANIERE AL LAVORO A UDINE – La proposta della Provincia di Udine rientra negli interventi mirati al sostegno all’occupazione per cittadini stranieri extracomunitari, con stanziamenti ad hoc trasferiti dalla Regione: 250mila euro il plafond stabilito con Lr 23/2014 e destinato alle Amministrazioni provinciali. Il progetto si chiama “Soci, sostegno all’occupazione dei cittadini immigrati” e per questa nuova fase (la terza in ordine di tempo) prevede la selezione di 17 cittadini immigrati che verranno impiegati per 4 mesi, da settembre a dicembre 2014, attraverso la formula del lavoro occasionale accessorio. Nell’assegnazione delle mansioni, particolare attenzione verrà riservata al target femminile. «Quattordici cittadine immigrate presteranno servizio in alcune scuole superiori a supporto del personale Ata di Area A (collaboratori scolastici) – spiega l’assessore alle Politiche sociali Elisa Battaglia –. Così facendo rispondiamo a una duplice esigenza: rafforzare il personale in forze nelle scuole (in grande difficoltà a garantire, con i propri organici in ruolo, tutte le attività previste) attraverso un impiego temporaneo a immigrate in situazioni di precarietà e vulnerabilità socio-economica. Questa formula, realizzata in coordinamento con l’Ufficio scolastico provinciale, si prevede abbia buoni riscontri proprio in virtù dell’elemento innovativo introdotto rispetto alle edizioni precedenti, riservate esclusivamente a target maschile, per le mansioni proposte». Le lavoratrici saranno impiegate in base alle esigenze delle scuole, sei giorni la settimana per un orario giornaliero di sei ore. Saranno coinvolti alcuni istituti di Udine, Tolmezzo, Codroipo e Latisana che risultano al momento sotto organico. Per quanto riguarda l’individuazione delle candidate, il servizio Politiche sociali della Provincia di Udine predisporrà un avviso che sarà pubblicato nei centri per l’impiego territoriali. Sarà quindi predisposta una graduatoria che terrà conto di determinati requisiti. Una commissione, composta da rappresentanti della Provincia e delle scuole coinvolte, valuterà le candidate.