Sulle impalcature a 60 anni suonati: la protesta degli edili per la sicurezza

Salvatore P., caduto il 27 agosto scorso da un’altezza di un paio di metri a Marghera, aveva 65 anni.E scorrendo i fatti di cronaca, quando si tratta di cadute da impalcature o tetti, spicca spesso l’età delle vittime. Gli ultimi dati relativi agli infortuni e morti sul lavoro mostrano una particolare vulnerabilità di lavoratori anziani, soprattutto nel settore delle costruzioni che da solo rappresenta più del 20% degli infortuni mortali avvenuti quest’anno nel Veneto.

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“Basta lavorare sulle impalcature a 60 anni suonati!” è la campagna lanciata dal sindacato. Anche in vista dell’incontro tra Governo ed organizzazioni sindacali sul pacchetto pensioni (che dovrebbe mettere a punto i termini e le platee di riferimento per l’ Ape, anticipo pensionistico, agevolata), i segretari regionali dei sindacati degli edili Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Valerio Franceschini, Francesco Orrù, Leonardo Zucchini, chiedono il riconoscimento della “gravosità” del lavoro edile così da consentire l’accesso alla pensione anticipata senza penalizzazioni alle migliaia di edili veneti con più di 60 anni.
I responsabili sindacali lanciano anche lo sciopero di tutta la categoria per il 7 novembre, proprio a sostegno di un miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nel lavoro. La fermata sarà di un’ora ed interesserà tutti i cantieri della regione.

Nelle costruzioni – sostiene il sindacato – si assiste ad una vera e propria “strage di nonni”. All’inizio di ottobre i dati confermano un aumento delle morti sul lavoro in edilizia del 27% rispetto al 2015. Non solo: la crescita del numero di vittime con più di 60 anni raddoppia rispetto ai 12 mesi precedenti.

“Feneal-Uil Filca-Cisl e Fillea-Cgil del Veneto – scrivono in una nota i segretari regionali di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Valerio Franceschini, Francesco Orrù, Leonardo Zucchini – in rappresentanza dei lavoratori delle costruzioni e legno-arredamento condividono il giudizio positivo delle Confederazioni sul confronto con il Governo sulle pensioni. E’ un primo passo verso la modifica e il miglioramento della legge Fornero, si introduce più equità, si riconosce che i lavori non sono tutti uguali, si aiutano le situazioni di maggior disagio, si prendono in considerazione i lavoratori precoci, i lavori usuranti e faticosi. La lotta a sostegno della nostra piattaforma ha ottenuto un primo importante risultato. Dobbiamo continuare per ottenere un miglioramento completo della legge Fornero ma, soprattutto in questa fase, bisogna insistere per far riconoscere il lavoro edile pesante e, soprattutto, rischioso, permettendo di accedere alla pensione in anticipo senza penalizzazione alle migliaia di operai edili con più di 60 anni con pensioni inferiori ai 1300/1400 euro netti. E’ il provvedimento necessario per togliere i lavoratori edili più anziani dalle impalcature, aprire a nuove assunzioni di giovani, ridurre gli infortuni e gli incidenti mortali”.

Il prossimo 7 novembre i lavoratori edili sciopereranno per un’ora per la sicurezza e la salute sul lavoro, mentre nei cantieri si continua a farsi male e a morire. Nel 2016, nelle costruzioni, sono morti 92 lavoratori contro i 72 del 2015. In Veneto nel 2013 in totale 37 morti; nel 2014 sono saliti a 53; nel 2015 a  52; ad agosto 2016, 24 di cui cinque edili.