Padova – India e ritorno: anche le startup tornano a casa (ne assumono 16 e organizzano la birra del venerdì)

Tre amici  – Nunzio, Nicola e Sebastiano – fin dal tempo del liceo. L’avventura inizia nel settembre 2011, quando alla fine degli studi universitari e in contemporanea con le prime esperienze lavorative decidono di aprire una web agency in India. Tutti e tre 22enni, ma già con una esperienza manageriale:  Nunzio Martinello era già protagonista del progetto I’m Watch (orologio che dialogava con cellulare in anticipo su Apple); Nicola Possagnolo lavorava come assistente progetti in Fabrica; Sebastiano Favaro era un giovanissimo, ma affermato sviluppatore.

Noonic, la loro azienda, si occupa di servizi digitali: non una semplice web agency, ma una tech company specializzata in automation per il marketing e l’e-commerce, al servizio delle aziende italiane ed europee che vogliono scoprire i vantaggi della nuova era Digital. Lanciata in India, a febbraio 2013 lo sbarco a Bangalore, la «Silicon Valley» indiana, arrivando a gestire un team di 25 persone. Poi, con la crescita del business in Europa e la necessità di sviluppare nuovi prodotti, molto più complessi sotto il punto di vista del design, la decisione di tornare ad investire in Italia.

PADOVA 23/10/2016 ©BERGAMASCHI MARCO NOONIC

PADOVA 23/10/2016 ©BERGAMASCHI MARCO
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Una scelta dettata da orgoglio, ma anche da una buona dose di praticità. «Produrre in Italia ci consente una qualità maggiore sul controllo. Ma l’India resta determinante per molti processi di sviluppo di respiro internazionale. E’ stata una palestra preziosa: ora siamo in grado di espanderci anche in altri mercati. Siamo sicuri che questo ponte tra Italia e India, che abbiamo gettato e stiamo continuando a costruire, porterà grandi frutti». Così i tre – che hanno 27 anni e già da cinque sono imprenditori – hanno deciso di portare il centro delle attività di design e sviluppo nella nuova sede di Padova in viale Codalunga 10/C, moderna, spaziosa, vicina allo spirito delle aziende tecnologiche made in Usa. Un inedito caso di reshoring (rientro della produzione) applicato a una startup.

noonic-computer«L’Asia per noi resta un asset strategico, ma la qualità dei programmatori in Italia è in forte crescita, così abbiamo deciso di investire nel nostro Paese, per rispondere alle richieste delle migliori Pmi del Made in Italy. Qui troviamo anche i migliori creativi e la qualità della vita che consente loro di rendere al massimo». L’età media del team di Noonic, è esattamente come quella dei suoi fondatori: 27 anni. Si va dai 20 ai 36 anni.

E a proposito di qualità della vita, spiega Nicola, «per riuscire a strappare alle grandi aziende personale altamente qualificato devi poter offrire qualcosa in più: una città vivibile, ambienti giovani, un ritmo di lavoro creativo e rilassato. Per questo facciamo attenzione all’aspetto umano. Per esempio, ogni venerdì organizziamo un beer Friday: il team si costruisce anche così».

Noonic –  che fa parte della Tribù di Nuvolab, l’incubatore fondato da Francesco Inguscio – ha aperto in Italia come startup innovativa già nel 2014: prima solo con un dipartimento grafico e alcuni programmatori, pur mantenendo inizialmente la maggior parte della produzione in India e aprendo anche una sede nel Regno Unito. L’inaugurazione del nuovo Head Quarter in pieno centro a Padova si è tenuta lo scorso 11 novembre. L’obiettivo è guidare i clienti verso il cambiamento digitale introducendo il concetto di automation a tutti i livelli e rendendo i processi più efficaci e automatizzati. Grazie al mix di professionalità decennale e giovane età dei propri professionisti, Noonic parla a tutti i tipi di pubblico, Millennials compresi.