La libreria bottega che racconta Venezia e la sua storia in tutto il mondo (una impresa di coppia)

E’ iniziata online nel 2008 con due Billy, le librerie Ikea, in casa, e una “appassionata gestazione”. Poi lo spazio necessario è aumentato ed è stato scelto un piccolo spazio in via Gerlin, non proprio in centro a Mestre. Doveva servire come magazzino, ma chi cercava un libro ha iniziato a venire fin qui, e il magazzino è diventato libreria. Si chiama La bottega di Manuzio – in onore alla città di Aldo Manuzio, antica culla del libro a stampa – ed è una libreria-bottega, “dove sono scrupolosamente scelti e raccolti i titoli che sono poi proposti ai lettori e agli studiosi di tutto il mondo tramite il catalogo online. Qui il libro non è un oggetto commerciale, ma un veicolo di contenuti e relazioni culturali“.

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E’ una impresa di coppia, quella di Elisabetta Ravegnani, laurea in Lettere e da sempre la passione per l’editoria, e Giacomo Garbisa, giornalista. Con il sito e la pagina Facebook la bottega arriva a tutto il mondo, dovunque c’è chi cerca qualcosa di raro su Venezia e Mestre. C’è il libro con la storia dei merletti di Burano e quello che racconta della fabbrica di Giovanni Battista Zampironi, chimico e farmacista (sì, quella che ha dato il nome agli strumenti anti zanzare prodotti a Venezia), la storia del primo Ghetto e degli ebrei veneziani e quella dell’affondamento del piroscafo San Spiridione avvenuta nel 1919 nel canale della Giudecca: una tragedia dimenticata che causò quasi 200 vittime.

E poi c’è il presente, di Venezia e di Mestre, dalle vicende della Mala del Brenta al processo del Petrolchimico.

Qui si recuperano e mettono in vendita volumi rari, nuovi e usati, fuori edizione, di svariati argomenti culturali, ma tutti ruotano intorno a una tematica cardine intorno a cui si articolano le altre: la storia e la civiltà veneziana.

Oggi la Bottega vende per corrispondenza in tutto il mondo e tiene i contatti con i clienti lettori tramite i social attraverso i quali racconta pillole della storia di Venezia. Il 25 aprile, ad esempio, giorno di San Marco patrono della città, la Bottega ha ricordato che, secondo la leggenda, le spoglie del santo giunsero a Venezia da Alessandria d’Egitto nell’anno 828 grazie a un abile espediente dei due mercanti Rustico da Torcello e Bono da Malamocco: per sfuggire ai controlli, il corpo di san Marco fu nascosto in una cesta di ortaggi e di carne di maiale, considerata impura dai musulmani. Dopo un avventuroso viaggio per mare le spoglie arrivarono il 31 gennaio nel porto di Olivolo, dove furono accolte con grandi celebrazioni dal vescovo e dal doge Giustiniano Particiaco. Inizialmente collocate presso un angolo del Palazzo Ducale trovarono poi definitiva disposizione all’interno della nuova basilica costruita di lì a poco tempo.

Immagine: Paolo Veneziano, Riscoperta delle reliquie di San Marco, 1345 (Basilica di San Marco).

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Storie che anche chi vive in città ama ripercorrere. Nonostante la solida presenza online, sempre più spesso chi chiamava chiedendo un libro non lo voleva ricevere a domicilio: “Vengo a prenderlo da voi”, dicevano – spiega Giacomo – e così la Bottega si è abbellita e allargata per ospitare nuovi progetti, come le presentazioni degli autori o i gruppi di lettura: “Mi stupisce vedere che l’idea sta prendendo piede e che ci vengono anche ragazzi e ragazze molto govani, con il gusto della lettura”, racconta Elisabetta.

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Venezia è una città di librai: lo racconta la Bottega in uno degli ultimi post, spiegando che “Intorno alla metà del Cinquecento si contavano tra i 40 e i 60 librai. Molti di loro avevano le loro botteghe lungo le Mercerie tra Rialto e San Marco, intorno a Santa Maria Formosa, Santi Giovanni e Paolo, a San Moisé e San Fantin, ma di librai se ne trovavano in tutta la città. Gli ambulanti vendevano libri usati sul ponte di Rialto e la domenica dei breviari davanti alla Basilica di San Marco. Con il termine ‘librai’ si indicavano non solo i venditori di libri, ma anche editori, stampatori o una combinazione delle varie figure. Accanto ai piccoli tipografi che pubblicavano uno o due titoli all’anno, c’erano delle vere imprese che costruivano delle reti di vendita in tutta Europa”.

E oggi gli ordini arrivano anche dall’estero tramite il sito (e la presenza su eBay). Una impresa di coppia e in crescita: in fondo, per dirla con le parole dello stesso Manuzio: “Se si maneggiassero più i libri che le armi non si vedrebbero tante stragi e tanti misfatti, tante brutture, tanta insipida lussuria”.

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