Già dal prossimo lunedì, i dipendenti Came – azienda con sede a Dosson di Casier in provincia di Treviso, fra i leader nel settore dell’automazione per la sicurezza e il controllo degli ambienti e dei grandi spazi pubblici come piazze e strade – troveranno qualche novità da mettere sul vassoio, a cominciare dal buffet di verdure fresche e dal farro. È il primo passo di “Food@Work”, il programma pensato per sensibilizzare i dipendenti a un nuovo modo di nutrirsi anche sul luogo di lavoro.
L’idea del gruppo trevigiano non è solo quella di mettere al bando alimenti poco salutari: verranno attivate sinergie con la provincia in cui l’azienda è fortemente radicata – l’attenzione ai rapporti con il territorio, le comunità di riferimento, i collaboratori e gli azionisti è confluita nel codice etico che colloca la società nell’elenco delle prime imprese socialmente responsabili del Trevigiano – utilizzando prodotti biologici, di stagione e a Km zero, contribuendo a sostenere le produzioni agricole locali e a rispettare l’ambiente.
«Spesso neanche si pensa a cosa c’è dietro alla fragola che consumiamo a dicembre», spiega Elisa Menuzzo (nella foto), 35 anni, trevigiana, vicepresidente con una formazione di psicologa nella gestione delle risorse umane. «Ma se si mangia bene si sta meglio».
L’iniziativa, che ha il patrocinio del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, è stata tenuta a battesimo con una cena curata dalla chef Cristina Bowerman. Fra gli invitati Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso. Oltre alle regole della buona alimentazione – meno grassi, più verdura di stagione – si guarderà a ridurre gli sprechi. In mensa entreranno delle vaschette per portare a casa gli avanzi, «ma anche la cena pronta, che potrebbe essere una comodità per tanti genitori indaffarati», spiega Menuzzo.
Come si farà a sapere se i broccoli al posto delle patatine fritte avranno successo? Basterà guardare al numero delle persone che mangiano in mensa (attualmente circa 250), nella sede principale e in quella in provincia di Pordenone: se aumenteranno, sarà il segno che la rivoluzione è andata a segno.
Quanto alla spesa, il ticket per il dipendente resta uguale: l’idea è che il maggiore costo dei prodotti di qualità sia compensato dalla filiera corta (e dalla capacità contrattuale di un gruppo da oltre mille addetti).
Rivoluzione che comunque sarà graduale, e partirà con una serie di convegni informativi (la partecipazione, al termine dell’orario d’ufficio, è volontaria) per spiegare la filosofia e i benefici di portare in tavola i prodotti del territorio, che seguono principi di allevamento e agricoltura sostenibile e di scegliere comportamenti di consumo sano e responsabile.
A chilometri zero, del resto, non saranno solo i cibi: Came è certificata “100% Qualità Originale Italiana” dall’Istituto tutela prodotti italiani (ITPI), riconoscimento legato alla strategia del Gruppo di progettare italiano, di non delocalizzare l’assemblaggio e di avvalersi di fornitori esterni con i quali ha instaurato un rapporto di fiducia reciproca in oltre 40 anni di attività. L’azienda è anche partner tecnologico di Expo 2015, l’esposizione universale che avrà come tema proprio la nutrizione.
“Food@Work” si inserisce in programma di iniziative dedicate al benessere dei dipendenti che prevede fra l’altro l’apertura di un asilo nido e il Piano Welfare che offre il rimborso delle spese mediche e un contributo per l’acquisto di libri o buoni benzina.
www.came.com/food-at-work