La startup degli audiogame: storie, suoni, tecnologia e niente console

Parte dall’Italia – fra Trentino e Toscana – la rivoluzione degli audiogame di nuova generazione. 

A voler dare una svolta al settore – in pieno fermento, nonostante lo strapotere dei videogame – è la startup PlayNook , che conta su un team di creativi e tecnologi, capitanati rispettivamente dal regista e sceneggiatore Roan Johnson e dal programmatore e AI-specialist  Stefano Parmesan, oltre che sull’esperto legale Carlo Marinozzi, sull’audio producer Stefano De Vivo e su tre veterani dell’imprenditoria innovativa: i manager Gabriele Antonelli, Michele Barbera e Luca Barsotti, conosciuti per aver fondato a Trento SpazioDati, eccellenza italiana che maneggia big data e intelligenza artificiale.

Che cos’è un audiogame?

È una rivoluzione allo stesso tempo artistica, tecnologica e culturale. In un mondo sempre più imperniato sulle immagini e sull’immediatezza, PlayNook offre storie dense di emozione e mistero, dove l’audiogamer – chi gioca – forgia il proprio destino compiendo scelte e risolvendo enigmi, ed è chiamato a dare prova di altruismo e di coraggio.

Storie rese possibili da una tecnologia digitale Made in Italy, ma nutrite dal potere evocativo della voce, del suono, delle note: un dialogo con una principessa cinese o un mercante persiano, una melodia mediterranea, il galoppo di un cavallo, il crepitio del fuoco, uno sparo nel silenzio, lo scroscio della pioggia. Storie auditive e interattive, che – spiegano gli autori – vanno gustate con calma, come un buon bicchiere di vino.

Liberi di immaginare

Spiega Stefano De Vivo, COO di PlayNook: «La nostra è una narrazione innovativa che rimette al centro le persone, rendendole protagoniste di storie meravigliose che esse stesse costruiranno. Vogliamo dare a tutti la libertà di immaginare, grazie alla tecnologia e al suono». Dopo i libro-game e i podcast, nasce un nuovo modo di vivere grandi storie, immergendosi in vasti universi narrativi ricchi di avventure, suspence, colpi di scena.

Qual è il pubblico al quale ci si rivolge? Il target sono adulti e giovani; una alternativa di fatto ai videogiochi, nel senso che si tratta di giochi interattivi come i videogiochi, ma a differenza dei videogiochi sono basati sull’audio, sul suono, e non sull’immagine. Un mercato che include studenti e patiti dei giochi, anche di quelli da tavolo tipo Risiko, lettori e lettrici forti amanti del genere avventura o fantasy, persone che amano l’interattività di qualità. Bastano la app e uno smartphone, spesso già usate per fruire di podcast e audiolibri.

Il Viaggio di Marco Polo

A maggio saranno disponibili sulla app PlayNook i primi due capitoli dell’audiogame Marco Polo: Adventures, che trasporterà gli audiogamer da Venezia alla Cina del leggendario Kublai Khan e li metterà alla prova con scelte e peripezie di ogni tipo.

Del resto Marco Polo è una figura affascinante. All’estero è amatissimo, in Asia è un eroe, il Milione è uno dei grandi testi della storia occidentale, tradotto in tutte le lingue del mondo.

Disponibile in italiano e in inglese, l’avventura porterà l’audiogamer, nelle vesti del viaggiatore veneziano, fra  e colpi di scena, ma anche di peripezie e pericoli mettendo alla prova la sua abilità, il suo senso di giustizia e il suo istinto. Una storia accessibile anche alle persone non-vedenti e ipovedenti, perché la rivoluzione di PlayNook vuole essere il più inclusiva possibile.

Il fascino delle storie

PlayNook è una Srl, startup ad alta intensità di tecnologia (e di creatività) fondata per offrire al pubblico italiano e internazionale storie audio interattive di qualità. Non ha praticamente competitor in Italia; all’estero sì, specie nel mondo anglosassone, e infatti gli audiogame PlayNook sono anche in inglese, proprio per affrontare la sfida globale.

«Dalla notte dei tempi gli esseri umani amano ascoltare storie. E l’Italia è una terra di grandi narratori e storyteller universali. Noi vogliamo contribuire a dare nuova linfa a questa tradizione straordinaria, attraverso una narrazione innovativa, che unisca tecnologia avanzata e immaginazione, e che sappia fare leva sulla potenza del suono, della voce, della dimensione audio insomma. Vogliamo dare a tutti la libertà di immaginare, e di immergersi in meravigliose storie che saranno essi stessi a costruire, in quanto protagonisti. Come un videogame, ma meglio, se mi è concesso dirlo – spiega Stefano De Vivo, direttore operativo di PlayNook –. E a differenza di un videogame, non serve una costosa console per giocare con le nostre storie: basta solo uno smartphone, la nostra app e la voglia di immaginare nuovi mondi e nuove vite».

De Vivo aggiunge: «Il suono è avvolgente e immersivo, ha una capacità evocativa davvero infinita: ci può regalare esperienze che il visivo non è in grado di restituire. Non a caso le storie migliori, quelle che ci rimangono dentro, sono le storie che ci raccontavano da bambini i nonni o i genitori, o magari un insegnante a scuola, leggendo ad alta voce l’Odissea. Negli anni ’80 tutti giocavano con i libro-game, da qualche anno è esploso il fenomeno globale dei podcast. Noi di PlayNook proseguiamo lungo tale solco, ma andando oltre, grazie all’IA, alla magia del suono e a un team eccezionale di creativi, scrittori, attori. Con i nostri audiogame vogliamo rimettere al centro di tutto le persone, la loro fantasia, i loro desideri e sogni. Le nostre storie sono costellate di bivi, sarà l’audiogamer a scegliere di volta in volta cosa fare».

L’obiettivo dichiarato di PlayNook, startup nata a inizio 2023 con sede in provincia di Firenze, è diventare leader europeo negli audiogame.

 

Si parla di @StartupaNordest. Potrebbero interessarti anche:

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