L’orario su misura, come un vestito: a Treviso il contratto che mette d’accordo lavoro e turismo

L’obiettivo è fornire, da una parte, alle imprese del turismo e della ristorazione, uno strumento di flessibilità per fronteggiare l’aumento di pubblico nel caso di grandi eventi in programma; dall’altra, per i lavoratori, offire un’occasione occupazionale innovativa ed estremamente dinamica, in un contesto normativo e legale che mette in primo piano la tutela, la stabilità, la qualità della vita e la continuità professionale. Non a caso, per la firma le parti hanno scelto il Museo Bailo, luogo- simbolo della rinascita culturale di Treviso.

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E’ definitivamente operativo da venerdì 4 dicembre il nuovo protocollo d’intesa che disciplina il lavoro e l’occupazione nel settore del turismo e della ricettività per il periodo 2015-2018, in relazione agli eventi culturali, artistici ed enogastronomici: affianca e integra il contratto provinciale integrativo del terziario e secondo chi ci ha lavorato “è senza dubbio destinato a caratterizzare la storia sindacale del nostro territorio”.

La firma

La firma

Il protocollo è stato sottoscritto dalla da Confcommercio con i vertici di Fipe e Federalberghi e dai rappresentanti provinciali dalle Organizzazioni sindacali Filcams Cgil Treviso, Fisascat Cisl Belluno Treviso e Uiltucs Belluno Treviso, ed è il frutto di un lavoro congiunto.

I punti di novità non mancano:

  • Possibilità di costruirsi, col supporto delle sedi di Confcommercio, dei Sindacati e di EbiCom, un orario di lavoro “su misura” come se fosse un abito sartoriale da adattare alle proprie esigenze, che consente l’alternanza tra gli straordinari nei momenti di massimo afflusso, e i recuperi con permessi nei momenti di calo di lavoro, in un’ottica di flessibilità.
  • Istituzione di un tempo part- time anche di solo 4 ore, non più applicabile, come era prima, solo nei week-end, ma in tutto l’arco della settimana. Le nuove assunzioni a part – time possono dunque essere inferiori a 16 ore, con un minimo di 4, da gestire in un turno unico.
  • Aumento della percentuale che regola attualmente il rapporto tra contratti a tempo determinato e contratti a tempo indeterminato nella stessa impresa. Il protocollo prevede non solo l’innalzamento della percentuale, ma anche l’eliminazione dei paletti previsti dalla Riforma Fornero relativi all’obbligo di intervallo tra un rinnovo e l’altro dei contratti a tempo determinato. Per le casistiche previste dall’accordo, i contratti a tempo determinato possono ora venire rinnovati senza intervalli (prima erano obbligatori 20 giorni di intervallo) fino a 36 mesi (3 anni) con un’eventuale proroga di 12 mesi da definire secondo la normativa vigente (quindi fino a complessivi 48 mesi) garantendo in tal modo continuità e stabilità al lavoratore, e favorendo quei lavoratori a cui mancano pochi anni per raggiungere l’età pensionabile.

“Con questo protocollo- dichiara il presidente di Confcommercio Renato Salvadori- l’assetto sindacale di Treviso e della sua provincia si adegua alla nuova vocazione culturale ed artistica che ora ci contraddistingue, modernizzando le relazioni sindacali e ponendo gli imprenditori del turismo e della ricettività nella condizione di svolgere al meglio la propria parte nel momento in cui lo sforzo collettivo e delle pubbliche amministrazioni ci proietta in una dimensione culturale ed artistica nazionale ed internazionale. L’immagine delle code di turisti chiuse fuori dai locali dopo una certa ora perché i contratti in essere non consentivano l’apertura prolungata delle cucine, devono diventare un ricordo, compensato ora da un’idea nuova non solo di città, accogliente e propositiva, ma anche di impresa e di lavoro, che diventa finalmente “smart”, ovvero intelligentemente adattato alle mutate esigenze del territorio.”

Il museo Bailo

Il museo Bailo

“Con la definizione di questo accordo si cerca di mettere fine all’uso improprio e degenerato dei voucher che hanno ulteriormente precarizzato il lavoro e incentivato il lavoro nero anche nella nostra provincia – ha detto Nadia Carniato, segretaria generale Filcams Cgil di Treviso –. Le nuove disposizione sulle nuove assunzioni a tempo parziale e a tempo determinato e sull’orario di lavoro da una parte incoraggiano i datori di lavoro a utilizzare i contratti a part time e dall’altra rappresentano nel concreto vere politiche attive, messe in campo dalle buone relazioni sindacali sviluppate nel nostro territorio, al fine di favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro con forme di buona occupazione e, allo stesso tempo, di offrire opportunità di impiego per coloro che dal mercato del lavoro sono a causa della crisi usciti”.

“Aver eliminato l’intervallo di 20 giorni per il rinnovo dei contratti a tempo determinato, allungando al contempo la possibilità di rinnovo a 48 mesi complessivi, garantisce ai lavoratori maggiore continuità contrattuale, stabilità e di conseguenza di reddito – afferma Edoardo Dorella Segretario Generale Fisascat Cisl Belluno Treviso – Questo passaggio è particolarmente significativo soprattutto per quei lavoratori ormai vicini all’età pensionabile, che sono quindi supportati e favoriti nel conteggio contributivo. Questo protocollo introduce, inoltre, concrete opportunità lavorative, di integrazione al reddito e di copertura contributiva, per quei soggetti che stanno utilizzando qualche forma di ammortizzatore sociale o sono in mobilità. Si passa così, concretamente, dalle politiche passive alle politiche attive, anche con l’ausilio della bilateralità.”

“La firma di questo protocollo- sottolinea Massimo Marchetti della Uiltucs – offre una risposta occupazionale concreta e soprattutto regolare ad un’ampia casistica di lavoratori: basta pensare agli studenti universitari, alle donne con impegni famigliari che hanno la necessità di mantenere, anche ai fini pensionistici, un lavoro, sia pure minimo in termini di orario settimanale. Elimina il sommerso e favorisce la configurazione di un nuovo sistema lavorativo che, pur nella sua dinamicità, garantisce tutela e legalità. In tempi come questi, dopo una crisi così pesante, tornare a parlare di occupazione regolare significa favorire la ripresa e la coesione sociale.”