Il museo restituisce la ricetta dell’elisir, la distilleria storica riavvia la produzione

Ci vogliono oltre 30 fra erbe e radici, sottoposte a un lento processo di infusione dopo essere state raccolte in tutto il Trentino; la ruta nella zona del lago di Garda, l’Asperula in Val di Non, il ginepro a Sant’Orsola, e poi le radici di genziana e rabarbaro, le foglie di melissa, i chiodi di garofano e l’assenzio fiorito. Il risultato è un amaro “non troppo amaro, moderno nonostante l’età, che si sposa bene con il ghiaccio o come aperitivo”, spiega Mauro Dolzan, direttore marketing di Villa de Varda, distilleria rotaliana attiva da cinque generazioni (1678). Una azienda familiare, dove il materiale di cinque generazioni di lavoro ha dato vita a un museo di 1.600 pezzi, con il patrocinio del ministero dei Beni culturali.

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Proprio qui è stata ritrovata una ricetta che risale alla fine della prima Guerra mondiale, datata ottobre 1918. Un’antica miscela di erbe per la preparazione di un elisir dalle innumerevoli proprietà.
Amaro Sancti Vigilii - Elixir TrentoL’amaro è stato di recente rimesso in produzione: si chiama Elixir Sancti Vigilii, perché monsignor Lodovico Maule, insieme all’intero Capitolo della Cattedrale di Trento, lo ha voluto per celebrare i lavori della cattedrale, il grande amore verso il territorio Trentino di San Vigilio e il botanico Mattioli (medico del principe vescovo Bernardo Clesio e del Concilio di Trento), che è sepolto nella cattedrale. Non a caso, l’elisir è stato lanciato in occasione di quest’ultima edizione delle feste Vigiliane, dedicate al patrono.

Del resto sono molte le abbazie e i conventi che producono distillati e amari, oltre che vini: “A questi luoghi protetti si deve la salvezza di molte tradizioni”, sottolinea Dolzan, in azienda insieme al padre e al fratello. L’elisir verrà venduto nel bookshop adiacente al duomo, ma si stanno attivando anche altri canali di distribuzione.

varda5Intanto si continua a mettere da parte le materie prime; se ne occupano personalmente i dipendenti – una decina – suddivisi in gruppi e muniti del permesso per la raccolta delle erbe spontanee. Fra qualche giorno un gruppo partirà per la Paganella, alla ricerca delle gemme del mugo, “che aggiunge un piacevole tocco dolciastro: del resto le famiglie del posto usano da sempre metterle sotto il sole con dello zucchero: ne risulta una specie di sciroppo utilissimo per combattere malanni invernali come il mal di gola”.

Villa de Varda è una realtà antica, proiettata sui mercati esteri dove arriva la quasi totalità della produzione: le vendite spaziano su 28 Paesi fra i quali figurano Stati Uniti, Brasile, Olanda, Svezia e Sud Africa, con una quota maggiore di domanda da parte del Nord Europa. Bottiglie di liquore made in Mezzolombardo sono arrivate anche alla Casa Bianca, ai tempi del primo mandato di Bill Clinton. E non ne sono più uscite.