Oggi, sul Sole24Ore, si parla del polo trentino della Meccatronica: un termine che indica uno spazio dove produrre, ricercare, sperimentare prodotti e processi innovativi e più efficienti grazie all’interazione tra informatica, elettronica e meccanica. Una parte di questo progetto è dedicata alle scuole, per un progetto innovativo di vicinanza e interazione con il mondo del lavoro.
Nei prossimi anni, nel corpo centrale del Polo Meccatronica – proprio dove fino agli anni ’80 lavoravano le macchine del Cotonificio Pirelli – troveranno spazio le nuove sedi dell’Istituto Tecnico Tecnologico “G. Marconi” e del Centro di Formazione Professionale “G. Veronesi”; vicine alle imprese e al mondo del lavoro, le scuole avranno laboratori di produzione e isole di apprendimento dedicate, con strumenti multimediali d’avanguardia.
Un intervento, quello riservato alla parte scolastica, per il quale è previsto un investimento complessivo di circa 36,5 milioni di euro. Il Comune di Rovereto, con i suoi 40mila abitanti, ha voluto favorire il più largo coinvolgimento del tessuto urbano circostante; il Polo dialogherà con il resto della città grazie a viabilità, collegamenti snelli, trasporto pubblico efficace e spazi verdi aperti alla comunità.
Nei sei incubatori d’impresa di Trentino Sviluppo, tra cui Polo Meccatronica, operano ad oggi 116 aziende che generano un fatturato pari a 415 milioni: considerate tutte assieme sarebbero, per numero di addetti, la sesta industria della provincia di Trento. Più in generale, le attività di attrazione d’impresa e gli interventi di consolidamento, rilancio e sviluppo di attività industriali significative presenti sul territorio provinciale negli ultimi 18 mesi hanno generato circa 700 nuovi posti di lavoro, 400 dei quali riconducibili alla filiera meccatronica.
Il Polo è uno spazio di 100mila metri quadrati a disposizione di imprese e centri di ricerca pubblici e privati: una scommessa sulla quale la Provincia autonoma di Trento sta investendo oltre 80 milioni di euro, di cui 20 milioni per il nuovo edificio produttivo, inaugurato nel dicembre 2013, 24 milioni per i laboratori, anello di congiunzione tra imprese e formazione, i cui lavori di realizzazione verranno appaltati a gennaio 2016, e circa 36,5 milioni destinati – a partire dal 2018 – alla costruzione dei due nuovi edifici del polo scolastico, un istituto tecnico tecnologico ed un centro di formazione professionale. Qui si incontrano tre anime: c’è l’impresa, la ricerca, e la formazione, una a fianco all’altra, con gli studenti che si incrociano quotidianamente con il lavoro che li aspetta.
Il Polo è uno spazio comune dove produrre, ricercare, sperimentare prodotti e processi innovativi e più efficienti grazie all’interazione tra informatica, elettronica e meccanica. Oltre 17mila metri quadrati sono gli spazi produttivi modulari, altri 35mila metri quadrati a disposizione di nuovi insediamenti, due scuole professionali e tecniche, un corso di laurea, un acceleratore industriale, centri di ricerca pubblici e privati. Rovereto è uno dei pochi esempi in Italia di polo industriale dove imprenditori, lavoratori, ricercatori e studenti possono crescere condividendo un “habitat” ideale.
Quelli prescelti sono i due istituti scolastici “storici” della città di Rovereto in ambito tecnologico. Coprono sia la parte formazione professionale (CFP Veronesi) sia l’istruzione superiore (ITT Marconi). Complessivamente si parla di 1.400 studenti. La presenza dell’Università di Trento, che ha un corso di laurea in Ingegneria Meccatronica, chiude poi la filiera formativa.
Nel dettaglio, l’ITT G. Marconi – accanto ai corsi tecnologici di “Elettronica ed automazione”, “Meccanica”, “Meccatronica ed energia”, “Informatica e telecomunicazioni”- è un Istituto Tecnico Tecnologico che ha attivato un corso biennale post diploma di Alta Formazione per “Tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici” nato per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche.
Al CFP G. Veronesi (qui su Facebook) sono attivi diversi percorsi formativi per la qualifica e per i diplomi di tecnico e di maturità negli indirizzi di: elettrica, meccanica, meccatronica, automazione industriale, conduzione-manutenzione di impianti automatizzati, fabbricazione digitale. Laboratori, strumentazioni all’avanguardia e alternanza scuola-lavoro permettono un’offerta in linea alle esigenze del mercato del lavoro.
Il tutto va letto nel quadro generale di peculiarità della scuola trentina: qui il modello della formazione professionale e dell’istruzione tecnica secondaria è in grado di assecondare con rapidità e flessibilità i bisogni tecnologici delle aziende, grazie al sistema duale che rappresenta una “cerniera” fra scuola e lavoro, dove istituzioni formative e datori di lavoro collaborano per costruire figure professionali adeguate alle esigenze delle imprese. Ciò è possibile grazie al fatto che per un numero adeguato di studenti (almeno una classe) è possibile “curvare” il percorso formativo verso le esigenze aziendali anche in corso d’anno (con almeno un semestre a disposizione).