Pagato per sviluupare, in orario di lavoro, una propria app. Capita alla Everis, multinazionale nel campo della consulenza aziendale, che ha avviato mesi fa un innovativo programma di formazione per i suoi dipendenti: obiettivo, trasformarli in startupper, lanciando una sfida nelle diverse sedi. Di tutte le idee innovative arrivate ne sono state selezionate 12, che a Madrid – davanti ai grandi capi – sono state presentate nei dettagli. Sono rimaste quattro vincitrici, una italiana.
L’app Hear-It è sostanzialmente il primo Shazam per non udenti, ed è l’idea proposta da Maurizio, giovane dipendente di Everis Italia, che nel corso del normale orario di lavoro potrà metterla a punto insieme ai colleghi. Come Shazam associa a delle note musicali il titolo e l’autore di una canzone, Hear-It collega ad un suono l’immagine dell’oggetto che lo produce. Così il non udente che in casa decide di non utilizzare l’apparecchio acustico è in grado di sapere in qualsiasi momento se qualcuno sta suonando alla porta – grazie all’immagine del campanello che comparirà sullo schermo del suo smartphone.
Maurizio ha donato la sua idea all’azienda, che a sua volta affiancherà alle fasi di sviluppo dell’app un programma di formazione della durata di sei mesi incentrato sull’ascolto attraverso il quale aiutare i dipendenti ad esprimere capacità ancora inespresse: doti comunicative, commerciali, negoziali e manageriali. L’app verrà poi messa a disposizione di onlus per non udenti, senza fini di lucro.
Maurizio, 31 anni, di Messina, è ingegnere informatico, e lavora da due anni nell’azienda. “Da più di due anni avevo in mente questo progetto, ma senza avere la possibilità di realizzarlo. Credo che la tecnologia possa semplificare la vita”. Al contest interno per idee innovative lanciato dall’azienda – il programma è stato chiamato “Time to Hear-It” e l’iscrizione avveniva su base volontaria – hanno partecipato 50 dipendenti aspiranti “startupper”, ora suddivisi in cinque gruppi, ciascuno con una missione che va dalla realizzazione tecnica dell’app, all’approfondimento della tematica sordità fino alla costruzione di una rete di sponsor e partner oltre che di contatti che comunicheranno l’esistenza di Hear-It.
“Questo progetto rappresenta un’opportunità di crescita eccezionale per i nostri collaboratori”, dice Patrizia Manganaro, responsabile delle risorse umane di Everis Italia, “per questo abbiamo deciso che le attività di Time to Hear-It si terranno nel corso del normale orario di lavoro”.
Perché l’azienda investe tempo e risorse nelle idee dei dipendenti? “Perché questo è un modo di farli crescere, sviluppare abilità che vanno dalla ricerca di mercato alla stesura di un business model fino alla comunicazione. Imparano a diventare un po’ imprenditori di se stessi, e i momenti di incontro dedicati a questo progetto sono di ascolto vero, fanno crescere più di altre tecniche di formazione”.
Everis, quartiere generale in Spagna, conta oggi in Italia 500 dipendenti, tra le sedi di Milano e Roma. Ha assunto 70 neolaureati da inizio anno, altre 150 assunzioni verranno concluse entro gennaio (ci sono anche diplomati e questa è la pagina per le posizioni di lavoro). Ha ricevuto due riconoscimenti “Best stage 2016”: il primo perché ha trasformato in contratti più del 90% degli stage, il secondo perché offre il compenso più alto per gli stagisti.
Ps: quando abbiamo scritto dei premi ricevuti per gli stage, un lettore – giustamente – ha chiesto: e quanti si dimettono invece? La risposta dell’azienda: da aprile a dicembre 2016: ingresso stage 94, ingresso senior 73, dimessi 85 tra senior e stage