Cento studenti firmano un disegno di legge per la ripresa: respiro europeo, poco burocratese e meritocrazia (qualcuno darà loro risposta?)

Venerdì 9 maggio, a Udine, un centinaio di universitari (futuri giuristi) ha organizzato il Festival delle riforme: fra un intermezzo musicale e l’altro (a cura degli allievi del Conservatorio Jacopo Tomadini) i ragazzi hanno chiamato a raccolta esponenti della politica, del diritto, del credito, dell’economia e delle imprese, e hanno presentato il lavoro di molti mesi di incontri. Un disegno di legge che parla di servizi di interesse generale, privatizzazione e liberalizzazione, riforma della giustizia, riduzione di enti inutili, revisione della spesa pubblica e patto di stabilità. Il testo è già stato inviato a Roma, nei diversi uffici.


«Alcuni ministeri ci hanno già risposto; stranamente i primi sono stati quelli meno coinvolti nella nostra proposta, come i Beni culturali» racconta Alessio Guerrini, uno degli organizzatori.
Il Ddl è composto di 47 pagine in Pdf, cinque libri, pochissimo burocratese. All’articolo 2 del libro I si legge che «l’attività dell’amministrazione deve svolgersi con una disciplina chiara, facilmente comprensibile e prevedibile nella sua applicazione». Non male come inizio.

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I ragazzi si sono occupati di opere pubbliche, porti e ferrovie. «Lo Stato e gli enti pubblici finanziano le infrastrutture solo se sia comprovato che i privati non siano in grado di intervenire adeguatamente», si legge.
Un capitolo a parte guarda a una nuova politica europea: «La Repubblica italiana si adopera perché le infrastrutture e reti dell’energia e del trasporto rientrino nelle competenze dell’Unione, non solo quanto alla loro individuazione, ma anche per quanto riguarda la loro progettazione, realizzazione e regolazione. L’obiettivo che il Paese ritiene prioritario è che le infrastrutture di coesione, funzionali alla crescita armonica, siano promosse, realizzate e gestite da un organo europeo e sulla base delle medesime norme tecniche e di mercato».

E si guarda anche alla finanza:
Articolo 12: Tutela della piccola e media e impresa e dell’utente – Le banche rafforzano le loro politiche creditizie prestando particolare attenzione alle esigenze della piccola e media impresa e delle persone.
Sempre agli istituti di credito viene dato il compito di «promuovere la partecipazione del territorio alle procedure europee di ricerca e di finanziamento mettendo a disposizione le risorse necessarie per consentire di utilizzare con efficacia i finanziamenti europei».

Una piccola rivoluzione che fa il paio con quella che riguarda la regolazione del mercato: «Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, il Governo adotta un decreto legislativo su proposta del ministro dell’Economia che costituisce una Autorità di regolazione dei mercati finanziari costituita da 3 membri operando un trasferimento della parte regolazione e studio dalla Banca d’Italia, e modifica lo statuto della Banca d’Italia perché tale ente cessi lo svolgimento dell’attività di regolazione pubblica e di controllo della concorrenza».

Con l’articolo 29 eccellenza e merito entrano nell’Università e nella ricerca: «L’offerta formativa universitaria e la ricerca scientifica sono servizi di interesse generale. Gli studenti sono a tutti gli effetti utenti titolari di un diritto a un servizio ispirato alla qualità, alla continuità e all’eccellenza. Gli studenti che provengono da famiglie che siano al di sotto di una fascia di reddito, determinata su base annua, fruiscono del rimborso parziale o totale dei costi sostenuti».
Si parla anche di accorpamenti fra atenei e razionalizzazioni, di metodologie didattiche innovative che permettano un migliore apprendimento (con simulazioni, intervento da parte di esperti, coinvolgimento nella ricerca), e dove possibile corsi di studio in una lingua straniera a scelta per permettere allo studente «di ampliare le proprie conoscenze e abilità linguistiche».
E all’articolo 37 il post laurea: «Ciascun ateneo provvede a promuovere il coinvolgimento (obbligatorio ai fini dell’esame finale) degli studenti in attività post-laurea e/o durante i corsi di studio presso pubbliche imprese o pubbliche amministrazioni».

Altro titolo, altra spallata: Articolo 45, «È permesso tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge per ragioni di moralità pubblica, ordine pubblico e per assicurare il buon funzionamento del mercato».

Non poteva mancare lo sguardo rivolto al lavoro:
CAPO IV, Art. 51: Misure a sostegno dei giovani imprenditori e delle imprese
1. Lo Repubblica intende promuovere e sostenere politiche giovanili, anche attraverso la crescita delle Pmi, di nuova o recente costituzione in Italia e all’estero. In particolare, il legislatore si propone ai commi seguenti di garantire il proprio intervento attivo in tutte le materie concernenti liberalizzazione e concorrenza, con un occhio di particolare riguardo alla categoria dei giovani imprenditori (intesi di età compresa tra i 18 e i 40 anni).
Per fare questo, servono: accesso facilitato a finanziamenti da parte di istituti bancari e di credito ai giovani imprenditori, tassi di interesse agevolati, preferenza a parità di condizione nel caso di scelta del prestatore del servizio di interesse generale o di concorsi pubblici.

Il testo prosegue con la semplificazione, la riduzione della spesa pubblica, la riforma della publica amministrazione: tutti temi ormai da anni all’ordine del giorno. C’è perfino l’abolizione delle province, la modifica del trattato sul fiscal compact, le misure per assicurare il pagamento alle imprese.
Il disegno di legge sta già viaggiando fra caselle mail e scrivanie romane: qualcuno risponderà? (se sì, ve lo faremo sapere).