La nazionale tedesca neo campione del mondo si è allenata a San Martino in Passiria, Alto Adige, con base in un albergo (l’Andreus) interamente riservato a giocatori e staff, vini locali, grappe e formaggi stagionati nel fieno. Come è andata si sa. Ma quello dei ritiri calcistici, ora che il Mondiale è finito, è un business turistico in piena attività, con transumanze di tifosi (e famiglie al seguito) pronte a fare la valigia per vedere da vicino i calciatori in preparazione.
Per il terzo anno consecutivo il Trentino Alto Adige si conferma la meta più gettonata dalle società sportive di Serie A per la preparazione estiva in vista del prossimo campionato.
Il vero exploit si registra in Provincia di Trento, con quattro località a ospitare club della massima serie: il Palermo a Storo (al 28 luglio al 14 agosto, nello stesso hotel che ha già visto Novara, Brescia, Pescara, Vicenza, Ternana, Mantova, Reggina e altre ancora), il Napoli a Dimaro (dal 17 al 29 luglio), la Fiorentina a Moena (dal 9 al 20 luglio, in foto), l’Inter a Pinzolo (dal 9 al 20 luglio). Tre invece le società che hanno scelto la provincia di Bolzano (Bz): il Verona a Racines (dal 19 luglio al 3 agosto), il Sassuolo a Malles (dal 13 luglio), il Torino a Riscone (dal 17 al 30 luglio).
In totale, secondo una relazione dell’Osservatorio Calcio italiano sui ritiri estivi 2014, il 35% delle società di Serie A (7 su 20) ha scelto il Trentino Alto Adige (seguito dalla Lombardia con il 30%).
Solo nel 2008, la preparazione estiva delle squadre aveva fruttato un ritorno di oltre 10 milioni per il territorio: la Juventus a Pinzolo aveva anche sostenuto l’impianto di 26 alberi per compensare le proprie emissioni di gas serra. Nello stesso anno, per arrivare in forma alle Olimpiadi di Pechino, nelle province autonome erano arrivati maratoneti dal Kenya, cestiste da Russia e Australia e la nazionale azzurra di sci nordico.
Nel 2009, già in piena crisi economica, l’austerity aveva colpito anche gli investimenti degli enti locali per attirare le squadre: da 3,5 a 1,5 milioni da parte di comuni ed enti turistici. Circa 300mila euro è la spesa sostenuta per garantire una buona ospitalità alla nazionale tedesca pre Mundial. Un buon investimento?
(Nella foto l’Inter corre nel verde)
Secondo la Camera di commercio di Bolzano, che aveva condotto uno studio sugli effetti economici e di immagine della squadra di frau Merkel nell’ultimo ritiro, quello del 2010 (12 giorni ad Appiano; il precedente, 24 anni prima a Caldaro, aveva portato a un’altra Coppa del Mondo) aveva portato a 142 minuti di trasmissioni tv, 39 ore di trasmissione alla radio, 230 giornalisti sul posto, 5,2 milioni di click sui siti specializzati (nel 2010!), un valore pubblicitario equivalente a 11,2 milioni di euro.
Più recente la contabilità dell’operazione Sydney e Del Piero nella veneta Jesolo: lo scorso anno, il ritiro pre campionato concluso il 22 agosto aveva portato a:
– 300mila euro di spesa, di cui il 60% rimasto sul territorio
– 35mila presenze allo stadio
– 24 televisioni coinvolte e 36 testate
– 18 aziende partner
– 72 pennarelli consumati per autografi
– 3mila visite medie al giorno sul sito internet
La spiaggia, perso l’uomo immagine diventato commentatore di Sky, ha poi tentato di agganciare l’Al Ahli di Fabio Cannavaro.
Ecco perché anche il Veneto si è mosso per intercettare le squadre al top. Con qualche sgomitata ai vicini, ad esempio per il Bayern, che la Regione avrebbe voluto portare al Pian del Cansiglio, a cavallo fra Belluno, Treviso e Pordenone, almeno per gli allenamenti. Immediato lo stop dell’assessorato al Turismo trentino: l’accordo con lo squadrone bavarese arriva almeno al 2015 (ma quest’anno ci sarà solo qualche amichevole a settembre). La regione incassa comunque la presenza di Cagliari (a Sappada), Lazio (a Auronzo) e Bari (Pieve di Cadore), oltre alla Salernitana che fa tappa a San Vito di Cadore.
Un affare, insommma, che rende più di quel che costa. E allora meglio prenderli da piccoli. In questi giorni a Lavarone, Trentino, circa 35 ragazzini fra i 7 e i 17 anni sperimentano la soccer school del Manchester United, che ha già promesso di tornare l’anno prossimo. Gli allenatori garantiscono un metodo che premia l’impegno, il gioco di squadra e la fiducia in se stessi più che la competizione, e soprattutto parlano in inglese. Magari non tornerà campione, ma almeno il pupillo dovrebbe avere il 6 garantito in lingua straniera.