La prospettiva era un trasferimento altrove. La 3B di Salgareda, Treviso, produzione di mobili, si è trovata di fronte alla necessità di pensare a un piano di investimenti per poter affrontare le richieste dei clienti. Ai 680 dipendenti ha chiesto la flessibilità: in cambio ha proposto un accordo innovativo, che offre nuove opportunità ai lavoratori precari (oggi ci sono circa 130 interinali).
Non una intesa semplice, racconta Mauro Visentin della Fillea Cgil (che con Filca Cisl ha seguito la trattativa): “Qui si è trattato di chiedere alle persone di mettersi a disposizione, anche per i sabati o i cicli continui, e c’è chi non condivide questa impostazione. Ma l’azienda si è impegnata a investire 50 milioni su questa unità produttiva per diventare più competitiva in un mercato sempre più esigente. Una boccata di ossigeno per tutto il territorio e le zone limitrofe”.
L’accordo in pillole
La firma prevede il mantenimento dell’attuale livello occupazionale per la durata di cinque anni, e introduce la possibilità di aumentare il numero degli interinali oltre la quota del 25% previsto dal contratto (fino a un massimo del 60%), ma con la conseguente stabilizzazione automatica di almeno il 10% di loro dopo un triennio.
Regimi flessibili dell’orario di lavoro, straordinario e ciclo continuo seguiranno regole particolari: “In una azienda dove picchi di lavoro si alternano a flessioni, ogni ora lavorata in più quando necessario, retribuita con una maggiorazione, viene poi recuperata quando è possibile. In questo modo, può succedere che per due mesi di lavori anche i sabati, ma quando accade che invece si lavori meno giorni alla settimana si viene retribuiti normalmente”.
Flessibilità in famiglia
Una flessibilità che “va conciliata con l’idoneità fisica e le situazioni familiari presenti in azienda”, si legge nel testo: “Ad esempio, se marito e moglie lavorano entrambi nel mobilificio, chiediamo che i turni non coincidano e che uno dei due possa stare a casa e seguire la famiglia mentre l’altro è al lavoro”, spiega Visentin.
Un accordo sul ciclo continuo era saltato nel 2011; ora “le parti intendono riavviare una relazione positiva e propositiva fra azienda e sindacato. Fra le possibilità, quella di introdurre la defiscalizzazione per le maggiorazioni salariali legate all’aumento della produttività, mentre la 3B ha ritirato la richiesta di sospendere per cinque anni la contrattazione economica aziendale”. Sono previste verifiche periodiche sulla puntualità degli investimenti e, dopo tre anni, un confronto sugli obiettivi raggiunti e l’eventuale redistribuzione della ricchezza prodotta.