Un ingegnere appassionato di innopvazione e tecnologia. Ignazio Pomini ha fondato la HSL (sta per Hic sunt leones) nel 1988 a Trento: la prima azienda in Italia, e una delle prime in Europa (quando qualche stampante era presente solo in centri di ricerca) a utilizzare questa tecnologia nel campo della prototipazione (principalmente nel settore automotive, componenti per auto). Da poco sono nati due nuovi brand, .exnovo e .bijouets, che realizzano rispettivamente lampade e oggetti d’arredo (il modello Afillia, disegnata da Alessandro Zambelli, ha vinto premi come quello per l’innovazione ADI Design index 2014), e gioielli e accessori moda. Tutto in poliammide sinterizzata, nylon insomma, realizzato a Trento.
Giulia Favaretto, giovane responsabile del marketing, oggi a Venezia racconterà l’impresa, le nuove tecnologie e il legame con l’artigianato. Quale legame? «I pezzi escono dalla stampante immersi in una nuvola di polvere – racconta – Serve l’intervento umano, manuale ed esperto, per finirli, renderli perfetti. Ogni oggetto realizzato dalla macchina ha bisogno della mano di un artigiano».
Intanto il marchio .exnovo ha un export dell’85%, il gioielli arrivano al 40%, e iniziano a farsi notare gli occhiali “Cambiami”, personalizzabili perché alla montatura di base si uniscono gli accessori da variare a seconda del gusto e del momento.
La giornata dedicata a stampa 3D e nuovo artigianato digitale, organizzata dai Marketers club, si tiene dalle 9 di giovedì 26 marzo nell’aula magna di San Giobbe, Venezia. Fra gli ospiti Marco Bettiol, ricercatore in Economia e Gestione delle Imprese al dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova, sostenitore delle potenzialità del Made in Italy, che può crescere in modo esponenziale grazie alle nuove tecnologie e a un nuovo approccio da parte degli imprenditori, degli artigiani e dei giovani.
Ci saranno le stampanti e, durante tutta la giornata, ci saranno (e voleranno) dei droni, velivoli robotici radiocomandati che possono essere utilizzati in svariati modi. Ancora, si parlerà dei Fablab, i laboratori digitali nei quali alcuni ragazzi hanno già potuto provare e sperimentare nuove forme di tecnologia estremamente avanzate ed innovative. Quello di Venezia ha stampato i badge per l’ingresso.
E poi ci sono i giovani di Fablabascuola selezionate da Fondazione Nordest e Unicredit, con le campagne di crowdfunding per realizzare un fablab nel loro istituto. Chi vuole sostenerli? Finora hanno aderito famiglie e imprese, associazioni di categoria e privati cittadini.