Era il 6 aprile 1981. A Reana del Rojale, 5mila abitanti in provincia di Udine, “in un attimo” Flavio Frigè passa da giovane apprendista carpentiere – aveva 17 anni e mezzo – a grande invalido del lavoro: toccando i fili dell’alta tensione con una sbarra di ferro, fu folgorato su una tettoia di una fabbrica da una scarica elettrica di 20mila volt.La sua salvetta è stata definita “un miracolo”, il prezzo pagato in termini fisici (amputazione di tre arti) e psicologici (“Non accettavo allora più di vivere”) è stato altissimo.
Oggi Flavio è uno dei protagonisti dello spettacolo che, al Teatro Bearzi di Udine, ha aperto la celebrazione dei dieci anni di Ocjo, la lezione/spettacolo sul ‘vivere e lavorare senza farsi male’ promosso all’interno di aziende e scuole variamente dislocate sul territorio del Friuli VG.
E non ci poteva essere testimonianza più forte al decennale organizzato dall’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 4, con il contributo delle parti sociali (Confindustria Udine, Confapi FVG, Confartigianato Udine, CNA Udine, Cgil, Cisl Udine, Cisl Alto Friuli e Uil), dell’Inail provinciale e dell’Anmil.
Se solo la prevenzione fosse stata più efficace, allora. Il progetto Ocjo è iniziato nel 2005: promosso dall’allora A.S.S. n.4 e grazie al finanziamento dell’Inail, ha permesso la realizzazione di un libretto multilingue, della cartellonistica antinfortunistica, degli spot radiofonici e televisivi. E uno spettacolo teatrale, portato nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università e nelle comunità del Friuli, del Veneto, delle Marche, del Piemonte e della Lombardia per un totale di 91 rappresentazioni. Sono stati oltre 18mila gli spettatori e ovunque vi è stata un’attenzione ed un livello di coinvolgimento straordinario con momenti di forte partecipazione emotiva. Perché nel bilancio di questa decennale esperienza di Ocjo, l’idea è stata vincente sotto due aspetti: un diverso modo di parlare alle persone mostrando i volti reali delle persone che stanno dietro alle fredde statistiche sugli infortuni, e in secondo luogo il messaggio di sensibilizzazione è stato portati tra la gente, direttamente nelle scuole, nelle fabbriche e nei Comuni.
Anche in Veneto l’attenzione sulla riduzione degli infortuni è altissima: secondo la Confartigianato regionale, si è passati da 21mila infortuni nel 1999 a poco più di 8mila nel 2014. Una diminuzione del meno 60,5% in 15 anni. Il risultato raggiunto dalle imprese artigiane venete in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. E gran parte del merito va anche alle azioni di formazione/informazione e tutela garantite in questi anni dagli enti bilaterali che in materia di sicurezza e prevenzione hanno investito milioni di euro.
Ora le Associazioni datoriali Confartigianato, Cna e Casartigiani provinciali di Venezia, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil provinciali di Venezia, Cobis e Spisal ULSS12, grazie anche alla collaborazione dell’università Ca’ Foscari di Venezia, rilanciano la loro azione con un progetto formativo denominato “Sicurezza è …partecipazione” dedicato agli oltre 4mila e ottocento imprenditori artigiani a capo di imprese con dipendenti (quasi 20mila) della provincia di Venezia.
Obiettivo, ambizioso, è di sensibilizzare e far acquisire ai datori di lavoro gli elementi fondamentali che caratterizzano, sostengono e giustificano una efficace pianificazione gestione strategica della sicurezza sul lavoro. Così da accompagnare anche le piccole aziende verso l’adozione del MOG (modello operativo gestionale), con ricadute in termini di sicurezza e di vantaggi anche economici per le aziende.