Due richieste: un incontro urgente con la proprietà, e tempo.
Oggi, nella sala del comune di Venezia, davanti a una delegazione dei lavoratori, Comune e Regione hanno chiesto questo. La chiusura annunciata riguarda SuperJet International, Spa nata nel novembre 2007 a seguito della ristrutturazione del polo Alenia di Venezia, con la suddivisione delle ex-Officine Aeronavali in tre: Agusta Westland, Alenia Aermacchi (130 dipendenti, la metà in cassa integrazione) e, appunto, SuperJet. “Da un anno e mezzo – scandisce il sindaco della città Luigi Brugnaro – chiediamo un confronto, e di conoscere la situazione. Sappiamo che Finmeccanica vuole dismettere o ridurre drasticamente la propria partecipazione (dal 51 al 10% che non consentirebbe nemmeno agli aerei di volare in Europa perché verrebbe meno la garanzia italiana, ndr), ma qui non sono in gioco solo posti di lavoro: quelli sono una conseguenza. Qui si parla di un Paese che non può rinunciare ad avere una politica industriale”.
Nemmeno la richiesta formale di una visita istituzionale allo stabilimento ha avuto risposta: “Alla fine ci siamo rivolti direttamente al Governo russo, e con maggiore soddisfazione: non ci risulta che la volontà di un passo indietro sia condivisa”. SuperJet è nata da una serie di accordi Italo-Russi, che includevano principalmente gas/energia, precedenti e dunque non messi in discussione dal successivo embargo. La joint venture di Tessera vede protagonisti Alenia (oggi Leonardo/ Finmeccanica) e la russa Sukhoi, che realizza e commercializza il SuperJet SJI100, aereo di linea regionale da 75-100 posti.
L’aereo che qui si allestisce è una fusione tra la “scocca” di produzione russa, gli equipaggiamenti euro-statunitensi e gli interni Italian Style. Un progetto ambizioso, che ha trovato non poche difficoltà, come “l’ostilità” anche culturale dell’occidente verso un aereo realizzato in Russia, ma anche difficoltà interne tra le due differenti anime, divise da una differenza culturale e linguistica. I primi voli sono limitati ai cieli dell’ex-CSI, poi, nel 2012, la messicana Interjet acquisisce 20 aerei e ne opziona altri 10 (opzione che poi eserciterà). L’aereo inizia a solcare i cieli dell’America Latina e degli Usa, lo scetticismo vacilla. Nel 2016 un’altra svolta, l’accordo con l’irlandese CityJet, 15 velivoli più 16 in opzione. Nel 2012 lo stesso Brugnaro, allora presidente degli industriali veneziani, aveva abbracciato l’interlocutore messicano e salutato la commessa che portava a Venezia “una industria compatibile, avanzata e ad alta tecnologia”.
Oggi la città è “pronta a fare di tutto per difenderla, a spendersi per il marketing o la ricerca di clienti per gli aerei. Dovessi portare un aereo in piazza San Marco”, annuncia il sindaco.
Con lui consiglieri comunali di ogni orientamento politico, e l’assessore al Lavoro della Regione Elena Donazzan: “Seguo crisi aziendali da 11 anni, ma non è questo il caso. SuperJet International non è una azienda qualsiasi, né rappresenta una situazione di crisi occupazionale come le tante affrontate dai tavoli promossi dalla Regione. Si tratta di una azienda di rilevanza strategica: da un lato, per le politiche industriali del Paese nel settore aereo-navale che ha a Tessera un distretto di respiro internazionale; e dall’altro, per la valenza delle relazioni internazionali sottese all’accordo tra Russia e Italia in SuperJet”.
Non solo: “Qui – sottolinea Brugnaro – si è affinata una microtecnologia e una abilità meccanica destinata a riversarsi sull’intero sistema economico veneto: giovani che imparano, acquistano e competenze e poi, magari, vanno a lavorare in altre imprese. Così una filiera di qualità sostiene anche le Pmi che non possono permettersi tali costi di formazione”.
Di qui la richiesta di un incontro immediato con l’ad di Finmeccanica Moretti per valutare “scenario e prospettive del polo aeronautico di Tessera”, e chiedere tempo – due anni – a quella che è sostanzialmente una startup, i cui risultati economici “matureranno con le consegne degli ordini. Non abbiamo bacchette magiche e non conosciamo i conti perché nessuno ha risposto alle nostre richieste, ma siamo pronti a intervenire come sarà necessario, anche a fare dei cambiamenti. Non accetteremo una chiusura“, è il messaggio che arriva da Comune e Regione.
Il prossimo 27 novembre, intanto, sarà sciopero: una decisione però potrebbe arrivare anche prima, da un tavolo prima convocato e poi posticipato che potrebbe formalizzare in tempi brevi la scelta di Finmeccanica . I dipendenti a Tessera sono 220, più una trentina di interinali e 30 persone a Mosca. Nella sede venenziana 34 sono gli operai, il resto sono tecnici ed ingegneri, che si occupano, oltre all’allestimento, di servizi post vendita, manutenzioni, addestramento dei piloti al simulatore, oltre che della parte vendite e commerciale. Ecco perché – come ha detto Brugnaro – vendere un aereo non è un’operazione che si conclude, ma apre a un serie di servizi e prestazioni lavorative future e crea indotto.
L’azienda, che non ha partecipato alla conferenza stampa in comune, ha fatto sapere che farà conoscere la propria posizione in un secondo momento (questo post sarà aggiornato di conseguenza).