Il primo caso di Francesco Altinier – 23 anni, ma fra poco 24 – è stato la multa presa a Milano dalla mamma di una amica, che a Milano quel giorno proprio non c’era mai stata. Lui, studente di Giurisprudenza nella sede distaccata di Treviso – laurea prevista per l’anno prossimo – ha studiato la questione, ha chiesto una certificazione della presenza della signora a Conegliano (da parte del datore di lavoro) e poi ha scritto al Comune lombardo, invocando un “annullamento in autotutela”, la formula che il diritto amministrativo prevede per gli enti che si accorgono di avere commesso un errore. Caso risolto, costo totale: quello della raccomandata.
L’idea di Francesco, da cui nasce l’iniziativa LegalAid, è questa: “Dare una risposta ai mille problemi burocratici che non necessitano di un avvocato, ma solo di sapere come muoversi. Una associazione di studenti di legge – ma in prospettiva anche di altre materie, da economia a psicologia – che si mettano a disposizione per questo, esaminano la questione con le competenze che hanno, e sanno consigliare quando è davvero il caso di andare da un professionista”.
Un altro esempio? Le mille contese con vicini molesti: “Una diffida la può scrivere anche un privato, ma in quanti sanno come fare?”. Il tutto evidentemente senza invadere il campo di altri: “E’ il tipo di soluzione che trovi se hai un amico esperto a cui chiedere, e che te lo fa come favore” spiega lo studente, che già collabora con uno studio (dove ha trovato sostegno alla sua idea).
Il tutto a vantaggio di chi si trova in difficoltà e magari non se la sente di affrontare una parcella impegnativa, ma anche degli stessi studenti che Francesco invita ad aderire al progetto: “Adesso l’alternanza scuola lavoro consente fin dalle superiori di sperimentare l’impiego per cui stai studiando, e anche di accorgerti in tempo se la strada non è quella giusta. Prendi me: cinque anni di università con il sogno di fare l’avvocato, e se poi non fosse la cosa adatta?”.
Non solo: “Oltre a imparare qualcosa, è anche una forma di imprenditorialità: noi che ancora studiamo un giorno lavoreremo, e questa rete di collaborazioni permette di crescere, fare esperienza, tessere relazioni e legami“.
Il modello è quello da cui LegalAid prende il nome, nato negli Usa: “In Italia abbiamo il gratuito patrocinio: a prescindere dal merito della questione chiunque ha diritto a una difesa, e se non può permettersela lo Stato gliela assicura a proproe spese. Poi, negli Usa, esiste un altro tipo di assistenza legale che vede professionisti mettere gratuitamente il proprio tempo a disposizione di cause meritevoli, ambientali o sanitarie ad esempio. Le spese non sono a carico dello Stato, ma di finanziatori privati che sorreggono questo sistema”.
A LegalAid ha già aderito un secondo studente, e un’amica universitaria che si occupa di Design ci ha messo il logo. Francesco – alle spalle una lunga pratica nel volontariato e come educatore di bambini e ragazzi – ha già in mente una nuova declinazione del servizio, un FamilyAid: “Perché oltre al problema specifico da risolvere, burocratico magari, c’è quello umano, e anche questo è un campo che rimane scoperto. Io non sono figlio d’arte, non sogno di diventare un principe del foro, solo un lavoro, e una famiglia. E il tempo di dedicarmi anche alle altre persone”.
Per chiedere una consulenza – o, se siete studenti interessati, per aderire – il contatto è la pagina Facebook di LegalAid, indirizzo mail: legal.aid.fa@gmail.com