Il progetto si chiama Vita in viaggio, ed è stato ideato dai ragazzi delle classi V del Liceo Economico Sociale Percoto di Udine sotto la guida della prof.ssa Gianna Zoratto. Un progetto nato, in realtà, già durante lo scorso anno scolastico come esito di un’esperienza di alternanza scuola- lavoro svolta assieme all’associazione Animaimpresa e a SAF Autoservizi FVG, con la collaborazione dell’agenzia di comunicazione direWEB, della startup milanese School Raising e con il supporto della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia.
“Come promuovere il trasporto pubblico come luogo d’integrazione?”. Questa è stata la domanda posta ai giovani liceali da Lorenza Larese, responsabile marketing di SAF, all’inizio del percorso. Domanda che nasce anche da un’esigenza condivisa, quella di contrastare episodi di bullismo e vandalismo tramite la promozione di un utilizzo responsabile dei mezzi pubblici e la creazione di un clima favorevole allo sviluppo di senso civico ed integrazione. Il fine è stato individuare assieme le problematiche relative al servizio e cercare di proporre possibili soluzioni innovative per incentivarlo e renderlo un veicolo di miglioramento della società, attraverso il dialogo e la comunicazione tra gli utenti.
I ragazzi, nel corso di un piano di lavoro di oltre sessanta ore, hanno conosciuto le metodologie utilizzate da grandi aziende per ideare nuovi servizi o prodotti, quali il design thinking. Poi hanno affrontato una problematica reale indagandone possibili soluzioni che hanno dovuto innanzitutto essere “prototipate”, così da cogliere eventuali ostacoli alla realizzazione e limiti nell’interazione con l’utente.
Vita in viaggio è la prima delle soluzioni proposte a prendere vita. Si tratta di una raccolta di “storie di viaggio”che saranno collocate all’interno di appositi contenitori presenti a bordo degli autobus cittadini. I passeggeri avranno la possibilità di leggerle – anche in formato digitale, su una pagina Facebook raggiungibile tramite un QR code presente sui mezzi – e, soprattutto, di inviare le proprie, seguendo delle semplici istruzioni. Non solo novelli Chatwin, chiunque può raccontare la propria esperienza legata al viaggio: questo è lo spirito del progetto.
Storie che diventano testimonianze di un viaggio, racconto di una parte di vita che, occasionale o ripetitiva che sia, è componente integrante della giornata di molti di noi. E questa parte integrante diventa motore d’integrazione: l’idea che ha ispirato i ragazzi è stata quella di avere la possibilità di presentare frammenti quotidiani di persone che, pur non conoscendosi, condividono lo stesso tragitto. Conoscere queste vite permette di conoscere altre realtà, di affrontare la diversità non come ostacolo alla comprensione ma come spinta alla stessa, tramite lo strumento narrativo.
Vita in viaggio – dicono i protagonisti – “è la prova tangibile di quanto le collaborazioni tra enti di diversa natura siano alla base dell’innovazione sociale. Imprese, associazioni, istituti scolastici, enti pubblici possono e devono lavorare insieme per creare progetti innovativi che diano voce a tutti gli attori del cambiamento. Anche e soprattutto ai ragazzi”. Il primo bus è circolato giovedì 11 gennaio: a vederlo partire c’erano gli ideatori del progetto.
Ci sono altri bei casi di alternanza scuola lavoro a NordEst: il robottino per tenere compagnia ai piccoli pazienti ricoverati in Pediatria, ad esempio; e c’è anche chi, a 17 anni, ha firmato il primo vero contratto di lavoro.