Sono quasi 12mila le aziende ortofrutticole venete, di cui l’83% ad alta specializzazione, premiate dalla svolta salutista di molte famiglie.
Mele, fragole, pere, kiwi, meloni, pesche, ciliegie, piccoli frutti, noci e nocciole con castagne, cocomeri, susine, albicocche alla lista delle produzioni si aggiungono ancora gli ortaggi con le insalate, patate, funghi, radicchi, aglio e cipolle, pomodori, zucchine ed infine gli asparagi con altre verdure sono coltivati su 46mila ettari di superficie e realizzano un fatturato di 855milioni di euro facendo del Veneto la 4^ regione d’Italia leader in questo settore.
I numeri sono stati dati da Coldiretti Veneto all’ultimo MacFrut di Rimini: “In questo periodo abbiamo lavorato per l’aggregazione – spiega il presidente regionale Martino Cerantola – creando un tavolo di regia in Regione che ha avviato con decisione un’analisi del comparto a cominciare dai dati che non sempre danno un quadro generale”. Una sfida che Coldiretti ha intrapreso siglando un accordo con AOP Veneto Ortofrutta per puntare sulla ricerca e la presentazione di un dossier che contenga analisi di mercato, la consistenza dell’export e le misure di intervento reali per agevolare il ruolo della produzione.
In questo senso risulta fondamentale la presenza dell’Agenzia Veneta per l’Innovazione del Settore Primario (AVISP) che sarà di supporto con personale e risorse per fondere tutta la documentazione in un unico elaborato. L’identità e il legame col territorio rende inconfondibile ogni singola tipicità esaltando la biodiversità: da segnalare che i consumatori – secondo l’indagine Coldiretti – scelgono sempre piu’ uno stile di vita salutistico tanto che in un decennio le famiglie sono arrivate ad acquistare 8,52 miliardi di chili nel 2017 con un aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente ed una storica inversione di tendenza rispetto al passato.
La svolta dietetica – sottolinea la Coldiretti – continua anche nei primi due mesi del 2018 che segnano quantitativi di ortofrutta acquistata pari a 1,32 miliardi di chili, l’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se le mele – ha sottolineato il responsabile economico Confederale Lorenzo Bazzana – sono il frutto più addentato, al secondo posto ci sono le arance, mentre non mancano in tavola tra le preferenze nell’ordine le patate, i pomodori e le indivie. L’andamento positivo è spinto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola. Il risultato – precisa la Coldiretti – è che la frutta e verdura è la principale voce di spesa degli italiani per un importo di 102,33 euro a famiglia che è pari al 23% del totale mensile.
Ciliegie, un’azienda di Montebelluna
lancia l’autoraccolta
Nel Regno Unito l’hanno battezzata con uno slogan: pick up your own, che significa “raccogli da solo”. È la nuova pratica di raccolta della frutta, che si sta diffondendo anche nel Nord Italia: i clienti vanno nel campo, raccolgono i prodotti indicati dal proprietario e pagano. In provincia di Treviso a lanciare l’autoraccolta è Domenico Marcolin, frutticoltore di Montebelluna, che da quest’anno metterà a disposizione 4 ettari di ciliegie per i clienti che vorranno raccoglierle autonomamente. Dal campo al cesto.
“Tra una decina di giorni, quando le ciliegie saranno mature, daremo il via a due mesi di autoraccolta – dice Marcolin, titolare di Agricola Marcolin e appartenente alla sezione frutticoltori di Confagricoltura Treviso -. Dal lunedì al venerdì in orario di ufficio, oltre che al sabato e alla domenica mattina, la gente potrà venire nel campo e, dopo che sarà munita di secchiello, potrà raccogliere le ciliegie che vorrà. Poi, alla cassa, pagherà il conto. Le piante sono tutte ad altezza uomo, quindi la raccolta è alla portata di tutti. In ogni caso ci sarà del personale ad assistere i clienti se necessario”.
L’autoraccolta è un sistema innovativo e originale che si inserisce nel solco di un nuovo modello di impresa, che cerca di superare le difficoltà del mercato offrendo una migliore qualità a un prezzo vantaggioso al cliente e alzando il valore del prodotto vendendolo autonomamente. L’annata 2017 per le ciliegie è stata durissima, con prezzi in picchiata e grandi perdite produttive a causa del maltempo, che hanno indotto numerosi agricoltori della provincia di Treviso (140 ettari circa coltivati a ciliegio secondo i dati di Veneto Agricoltura) a lasciare i frutti sulle piante. Il nuovo sistema può rivelarsi, dunque, una mossa vincente per scansare le insidie del mercato.
“Il mercato premia poco la qualità, che invece con questo sistema torna ad essere protagonista – dice Marcolin -. Le nostre piante sono tutte basse proprio perché privilegiamo la qualità alla quantità: a me piace offrire ciliegie croccanti, dolci e consistenti. Inoltre, con l’autoraccolta possiamo far vedere al cliente come vengono coltivate le ciliegie: non usiamo il diserbo chimico e mettiamo reti antinsetto attorno a ogni singolo filare, pratiche che ci consentono di trattare meno. Infine, si può scegliere tra 13 varietà, con assaggio sul posto. E naturalmente c’è la garanzia che la frutta è sempre freschissima, con tutte le sue sostanze nutritive intatte. E non scordiamo il vantaggio economico: a chi raccoglie da sé la frutta, viene praticato lo sconto di 1 euro al chilo. L’unica raccomandazione che facciamo ai clienti è di seguire sempre gli aggiornamenti sul nostro sito o sulla nostra pagina Facebook: se la frutta finisce o non è matura, la raccolta, ovviamente, non si fa”.