Domani, sabato 16 giugno, al Quid Hotel BestWestern di Mestre, Confartigianato Imprese del Veneto chiama a raccolta 80 tra dirigenti artigiani e funzionari della categoria del trasporto merci sul territorio regionale, per discutere e redigere un Manifesto d’intenti e proposte per rilanciare il settore dell’autotrasporto artigiano italiano affinché possa svilupparsi ed essere sempre competitivo.
L’autotrasporto è un asset fondamentale dell’economia regionale: 13mila addetti (6.364 imprenditori e 6.727 dipendenti) solo nell’artigianato garantiscono la vita quotidiana di milioni di cittadini, fanno viaggiare le merci e collegano i territori. Sono 20mila mezzi (non tutti escono ogni giorno e sono compresi diversi mezzi ‘speciali’ ad esempio trasporto alimenti o betoniere): se li mettessimo in fila farebbero una colonna di 272 chilometri, tanti da coprire la distanza da Mestre al centro di Milano. Un asset in forte tensione però: -1.007 aziende in soli 4 anni (dal 2013 al 2017), un calo del -13,5%.
“80 dirigenti e funzionari, sei tavoli tematici, altrettanti tutor esperti per scrivere, in otto ore, gli obiettivi dell’azione sindacale da presentare al nuovo Governo. I primi Stati Generali dell’Autotrasporto sono tutto questo e molto di più -spiega Nazzareno Ortoncelli, leader Veneto di Confartigianato Trasporti –. Gli ambiti di discussione sono sei: tributario e fiscale, tecnico normativo, intermodalità e logistica, giuridico legale, contrattuale, infrastrutture e sicurezza stradale. Ognuno avrà un Tutor: il commercialista Enzo Cillo, Christian Bertellini funzionario di Confartigianato Mantova, il direttore Generale Interporto Padova SpA, Roberto Tosetto, l’avvocato Paolo Malaguti, il responsabile delle relazioni sindacali Ferruccio Righetto ed il ricercatore di Idea srl, Sergio Maset.
Quali le priorità in discussione? “Ne elenco tre che sottoporremo di certo al neo Ministro Danilo Toninelli – anticipa Ortoncelli -: La prima è sostenere senza indugio e con la massima priorità la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, per avere tempi certi e brevi nella realizzazione. Vanno impegnate da subito le risorse per finanziare gli interventi di adeguamento della viabilità locale di collegamento con i nuovi caselli. Questa opera è tutto fuorché una cattedrale nel deserto: quasi600 mila persone vivono nei soli comuni attraversati dalla superstrada: un milione se consideriamo la fascia Pedemontana più allargata. Una città diffusa che attende da sempre di essere messa in rete. Per i collegamenti verso Milano e verso Tarvisio molto cambierà proprio con la SPV. Basti pensare che i tempi per collegare Bassano del Grappa con Treviso saranno la metà di quelli attuali: da oltre un’ora a 30 minuti che significa meno inquinamento, più competitività, più sicurezza. Secondo punto: il contingentamento imposto dall’Austria, in determinate giornate, al traffico dei camion in uscita dal nostro Paese. L’Italia deve sostenere che sia riaffermato il diritto comunitario della libera circolazione delle merci e contrastare la misura austriaca che sta danneggiando i vettori trasportatori ma soprattutto crea danni incalcolabili per l’economia italiana tagliando fuori la produzione diretta ai mercati del Nord Europa. Terza priorità è l’entrata in vigore, della fattura elettronica per il rifornimento. Pur non essendo contrari ai principi ispiratori del nuovo obbligo, leggasi lotta all’evasione, riteniamo che i dubbi tecnici e pratici ancora da sciogliere siano troppi soprattutto ad una manciata di giorni dall’ora zero. Confidiamo inoltre nella tenuta dei sistemi informatici gestiti dalla PA che altrimenti procurerebbero la paralisi per i nostri approvvigionamenti quotidiani. Per questi motivi chiediamo lo slittamento della scadenza del 1°luglio affinché ci sia totale chiarezza su questo cambiamento imposto ed epocale”.
Molti altri i punti di discussione all’interno dei vari ambiti: le questioni tributarie e fiscali, a cominciare dalle attuali agevolazioni fiscali riconosciute al settore e dai possibili ridimensionamenti e approfondimento di quelle che incentivano il rinnovo del parco veicolare, gli aspetti tecnici e normativi (affidare ai privati la revisione dei mezzi pesanti; contrasto all’abusivismo e contrastare il cabotaggio irregolare creando un sistema di controllo mirato per i vettori esteri; razionalizzazione normativa e libretto formativo), i nodi intermodalità e logistica (le piattaforme logistiche che invaderanno il Veneto: come saranno affrontate? Portualità: chi movimenta le merci, quale collaborazione con le nostre imprese?). Dal punto di vista giouridico e legale si parlerà di reintrodurre i costi minimi; garantire il rispetto dei tempi di pagamento previsti da legge; maggiori tutele per gli autotrasportatori nei confronti dei committenti (tariffe, contratti, ecc.) e del contratto 2019 (trasferte; bilateralità; inserire la guida dei mezzi pesanti tra le attività riconosciute usuranti ; incentivazione di programmi formativi e di inserimento lavorativo per giovani autisti; omogeneizzare i trattamenti economici, sociali e normativi dei lavoratori e dei costi a carico delle imprese a livello UE; omogeneizzare il distacco a livello UE e applicarlo anche in Italia per le aziende estere). Infine, le infrastrutture (strade, porti, interporti, centri logistici, ecc.; divieti di transito ai mezzi commerciali e/o pesanti) e la sicurezza stradale.
“Si fa presto a chiamarci padroncini – conclude Ortoncelli -. Ma è grazie alla rete di 13mila addetti (6.364 imprenditori e 6.727 dipendenti) dell’artigianato veneto che si garantisce la vita quotidiana di milioni di cittadini. Ricordo che una sola settimana di paralisi dell’autotrasporto in Brasile a fine maggio, ha portato quasi alla fame la popolazione e causato una riduzione di entrate fiscali stimata in 1 miliardo di dollari. Siamo in strada 9 ore al giorno, con soste obbligate, con il cronotachigrafo che ci controlla ogni respiro, automobilisti che ti insultano. Tutto per una manciata di euro, mangiati da tasse che risalgono alla guerra d’Etiopia. Negli ultimi mesi, a tal proposito, abbiamo visto aumentare il prezzo del gasolio del 20% facendo saltare tutti i bilanci e mettendo in grave crisi il settore. Nell’autotrasporto infatti, il carburante impatta in maniera significativa e se non si arriva ad una riduzione degli attuali prezzi del gasolio le imprese chiuderanno o dovranno aumentare le tariffe di trasporto, ma questa è una condizione difficile da realizzare in un momento di grande sofferenza. Chiederemo al nuovo Governo di ridurre il carico fiscale che cresce, con il crescere dei prezzi industriali e di introdurre un calmiere onde stabilizzare i prezzi evitando oscillazione sistematiche che penalizzano gli operatori in quanto non è possibile fare tariffe settimanali o mensili che tra l’altro sono irrecuperabili sul mercato”.
(nelle foto: della manifestazione dello scorso anno con i Tir in bacino San Marco)