La più giovane ha 26 anni, la senior del gruppo ne ha 60 anni: la media è 45, nel gruppo di donne che hanno rilevato l’azienda per cui lavoravano. Non un’impresa da tutti:
Diciotto mesi fa, non avremmo mai pensato di arrivare a questo giorno.
Centro Moda Polesano, nasce come WBO dalla Cooperativa CAPA, quando ci è stato comunicato che la nostra azienda sarebbe entrata in liquidazione , è stato angosciante in quanto in ognuna di noi è nata la paura di restare senza lavoro.
Poi si è presentata l’opportunità di aderire a questo progetto per creare una nuova Cooperativa , salvaguardando la nostra occupazione, al quale hanno aderito 22 socie (tutte donne) testarde, tenaci e con un pizzico di incoscienza (senza la quale non ci si metterebbe mai in gioco) .
Ci abbiamo messo caparbietà e professionalità, rischiando anche un po’. Durante questo percorso ci hanno seguito una decina di colleghe che sono entrate come dipendenti e in 4 mesi di attività, abbiamo già assunto altre lavoratrici.
Sono stati mesi difficili a volte carichi di motivazioni positive altre con la sensazione di non arrivare mai al traguardo, per questo ci tengo a ringraziare le socie che non hanno mai mollato.
Il nostro problema principale era il tempo: se l’intervallo temporale tra la chiusura di CAPA e la riapertura di Centro Moda Polesano fosse stato troppo lungo avremmo perso i nostri clienti. I nostri preziosi clienti!!
Noi abbiamo fatto i salti mortali e i clienti hanno avuto fiducia in noi e pazienza, e così ad oggi ci troviamo ancora a collaborare.
Ce l’abbiamo fatta.
Così la presidente della cooperativa Claudia Tosi, ieri (21 novembre) all’inaugurazione ufficiale dell’attività della cooperativa Centro Moda Polesano di Stienta (Rovigo), il settimo workers buyout accompagnato nel percorso da Legacoop Veneto e primo nato tutto al femminile.
La nuova cooperativa – che ha sede in viale dell’Artigianato 51b e resta attiva nel settore dell’alta moda -, nasce in seguito alla crisi della Cooperativa Polesana Abbigliamento (Capa) grazie alla volontà di 22 ex lavoratrici destinate alla disoccupazione, che con la loro scelta e il loro coraggio hanno così messo in salvo posti di lavoro e al contempo conservato nell’area polesana competenze e imprenditorialità.
Lo scorso luglio la nuova impresa ha iniziato la propria produzione: una ripresa dell’attività attesa pure dagli stessi ex clienti, che hanno mantenuto i propri ordini e confermato l’intenzione di lavorare insieme a Centro Moda Polesano. Alle socie lavoratrici si sono aggiunte da subito anche 11 ulteriori lavoratrici dipendenti – per 33 posti di lavoro complessivi della ex Capa salvati – e ulteriori lavoratori sono stati assunti in seguito: oggi la cooperativa vede occupate già 39 persone.
Oltre a loro, assieme a familiari e fornitori, presenti al momento ufficiale di festa e di taglio del nastro i rappresentanti di Legacoop Veneto e nazionale, le istituzioni locali, i sindacati. Accanto alla voce della presidente della nuova cooperativa, Claudia Tosi quelle di Enrico Ferrarese, sindaco di Stienta, Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto, Dora Iacobelli, presidente della Commissione Pari opportunità di Legacoop e vicepresidente nazionale di Legacoop, Gianluca Laurini, direttore Settori Manifatturiero e Servizi di Coopfond, Paolo Ferraresi, responsabile Area Nordest di Banca popolare etica, ed Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione del Veneto.
La crisi e il percorso di ripresa
Fondata nel 1962 e operante anch’essa nel settore dell’alta moda femminile, negli ultimi anni Capa è stata toccata dalle importanti difficoltà del settore e dalla crisi economica generalizzata. Nel marzo 2018 subisce la liquidazione coatta amministrativa. A quella data le lavoratrici sono 43: 35 socie e 8 dipendenti (tutte con contratto collettivo nazionale del comparto tessile, abbigliamento, industria). Alcune di loro lanciano l’idea di costituire una nuova impresa, che raccolga l’eredità di Capa per impedire di disperderne il prezioso know how e, naturalmente, per proteggere l’occupazione: grazie al supporto di Legacoop Veneto, anche con la collaborazione delle parti sindacali locali Cgil, Cisl e Uil, si avvia così il percorso di workers buyout, che si concretizza nella costituzione della nuova cooperativa e nella presentazione di un’offerta di affitto d’azienda con impegno all’acquisto al liquidatore della Capa.
Le 22 socie fondatrici capitalizzano la nuova società attraverso l’anticipo della Naspi, apportando oltre 270mila euro, cui si affianca il sostegno di Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop intervenuto con un finanziamento di 80mila euro, e di Banca Popolare Etica, che crede nel progetto e mette a disposizione una linea di fido di 200mila euro per garantire la disponibilità di liquidità all’impresa.
Fondamentale nel percorso è stata la predisposizione di un attento business plan, che ha contribuito a riportare la produzione a livelli interessanti, tanto che a soli tre mesi dall’avvio dell’attività la nuova cooperativa vede oggi 39 persone al lavoro, in un territorio particolarmente vulnerabile dal punto di vista occupazionale. La previsione del volume d’affari di Centro moda Polesano è di oltre 600mila euro per il 2018 e di oltre un milione e 200mila euro per il 2019.
Al taglio del nastro anche l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan: “Non abbiamo solamente inaugurato una nuova cooperativa, abbiamo innanzitutto celebrato il coraggio di 22 socie fondatrici che, rischiando tutto, sono riuscite nell’intento di dare continuità lavorativa a loro stesse e agli altri 11 addetti di questa realtà manifatturiera. Siamo di fronte ad un caso di buona finanza – ha sottolineato Donazzan –, che ha visto soggetti diversi tra loro concorrere proficuamente a un unico scopo: riattivare da una precedente crisi una produzione che possa garantire reddito e ritorni in termini occupazionali”.
I precedenti in Veneto, e il coraggio
Nei casi veneti di workers buy out c’è un’altra bella storia di coraggio al femminile negli anni peggiori delle crisi aziendali: proprio a due donne, Paola e Chiara, il presidente della nuova Cooperativa Berti ha dedicato (era aprile 2016) la giornata che ha segnato un nuovo inizio: donne che – coraggio su coraggio – hanno lottato per il proprio posto di lavoro, e insieme per la propria salute.
E lo scorso dicembre c’è stato il taglio del nastro (in foto) di un’altra azienda salvata dai dipendenti: i 62 – età media vicina ai 50 anni – soci lavoratori della Cooperativa Fonderia Dante, numericamente uno dei casi più rilevanti a livello nazionale. Il Dante nel nome è il fondatore dell’azienda di partenza, e che qualcuno abbia deciso di ripartire dedicando l’impresa al paròn di una volta era già una notizia.
Il tasso di sopravvivenza dei workers buy out in Veneto – sette casi – è del 100 per cento.