Da un piccolo centro dell’Alto Vicentino – Caltrano – la Rivit esporta in tutto il mondo il 98% della produzione di tubi in acciaio inox e leghe speciali di grandi dimensioni, destinate alle aziende estrattrici di oil & gas. Nata nel 1975, oggi conta 150 dipendenti circa (erano 126 nel 2008); mai un giorno di cassa integrazione, neanche nei periodi in cui le commesse calavano, gestiti grazie alla flessibilità e alla collaborazione dei dipendenti. Una azienda vecchio stampo, di quelle che dà lavoro e che “se chiude la fabbrica, chiude il paese”. negli anni sono arrivate diverse offerte di acquisto da parte di fondi esteri, mai accettate anche in segno di attaccamento a questo territorio.
Quasi a fine carriera, alla soglia degli ottant’anni, il fondatore Vinicio Bulla ha ideato un piano di welfare che non ha sostanzialmente eguali per chi lavora con lui: tutti i dipendenti possono beneficiare di un progetto di sostegno alle famiglie in base al quale Rivit si impegna a contribuire al costo delle scuole per i figli dei dipendenti fino all’approdo alla prima elementare. L’accordo è in vigore dal 1. settembre 2018; il 23 dicembre è nata Elena, la prima bimba che avrà nido e scuola materna assicurate, ma altri fiocchi rosa e azzurri sono in arrivo.
Secondo una prima stima ci sono 20 persone potenziali destinatarie del nido (retta media da 550 mensile), e 24 per la materna (250 euro). Il progetto è garantito per almeno 7 anni, e a questo fine si ipotizzano rimborsi annui di 200mila euro, “ma saranno ben accolte richieste oltre tale previsione a conferma che l’iniziativa ha dato frutti” dicono in azienda.
Il signor Vinicio di figli ne ha tre; due che oggi guidano l’azienda, e una terza in direzione. “Un uomo determinato ma attento e umano, credente, legato ai valori della famiglia: che peccato, ci ha detto tante volte, vedere così tanti figli unici”, spiegano in direzione Risorse Umane
Non solo: in caso di nuove nascite e adozioni di figli oltre il primo, i dipendenti stabili avranno diritto ad una cifra una tantum di 2mila euro (per il secondo figlio) o 3mila (terzo figlio e successivi).
Un accordo che la stessa società definisce “dallo spirito sperimentale e innovativo”, una mossa che va contro il declino demografico e la mancanza di interventi più decisi da parte dello Stato per favorire la natalità e la conciliazione vita-lavoro delle persone.
Per questo progetto l’azienda si è avvalsa della consulenza di Confindustria Vicenza, all’avanguardia nei piani di welfare particolarmente evoluti: fra questi c’è il piano che ha portato diverse attività di monitoraggio e promozione della salute ai 400 dipendenti delle unità produttive del Vicentino di Siderforgerossi Group, compreso il contrasto all’abuso di alcol e al fumo di tabacco, la promozione della sana alimentazione e dell’attività fisica, il controllo dello stress, l’igiene del sonno e altro ancora.