Undici progetti di ampliamento e otto nuovi insediamenti, con sei ulteriori aziende “che vogliono entrare nelle nostre zone industriali e per le quali stiamo cercando uno spazio adeguato. Nuove aziende ed espansioni significano una crescita dell’indotto, elemento cruciale per contrastare lo spopolamento delle montagne e portare nuova linfa vitale nelle nostre Bellissime Valli e Dolomiti Friulane”.
Stefano Dametto, presidente del NIP (Nucleo di Industrializzazione della Provincia di Pordenone) e amministratore delegato della ZML Spa, azienda del Gruppo Cividale, elenca i risultati degli ultimi mesi del consorzio, nato all’indomani della tragedia del Vajont, come ricordano i nomi di alcuni dei comuni aderenti: Cimolais e Claut, Erto e Casso (toponimi che derivano da erectus, ripido, e capsum, chiuso, che ben descrivono l’ambiente dove sorgono gli abitati), Maniago (nella foto), Montereale e Meduno.
Cinque aree industriali (una è a cavallo fra due comuni) gestite in modo coordinato con un obiettivo: attrarre imprese e lavoro.
“Un caso emblematico il nostro – osserva il presidente Stefano Dametto – oggi non abbiamo capannoni liberi di proprietà del Consorzio, e, sembra incredibile, ma abbiamo una “lista di attesa”. Il Consorzio possiede aree di proprietà e ha la possibilità di espropriare all’occorrenza: questo permette di tenere i prezzi bassi per le industrie, anche 6 euro al metro quadro per lotti in Zona Industriale. Gestiamo l’intero ciclo dell’acqua per le imprese con un costo che è tra i più bassi d’Europa, ma cpn un attenzione quasi maniacale a qualsiasi forma di spreco. E offriamo infrastrutture, data center, un laboratorio metalli, sala conferenze, mensa, banda larga…”.
Non è sempre facile: “Erto e Casso sono in una posizione obiettivamente logisticamente svantaggiata, ma anche qui c’è impresa: un salumificio importante, e siamo in trattative per un nuovo insediamento sempre nell’alimentare. E poi ci sono le evoluzioni: a Maniago, la città dei coltelli, c’è chi si è specializzato in bisturi e apparecchiature per la chirurgia e l’odontoiatria, chi in pale per turbine”.
Un altro punto chiave sono i servizi: c’è l’asilo nido, con graduatorie che riconoscono un punteggio maggiore ai figli di chi lavora nelle aziende insiediate nelle zone industriali, aperto anche a Pasqua, Natale e luglio (e ad agosto diventa un centro estivo).
Il Consorzio Nip oggi conta 124 aziende insediate e circa 3.500 occupati. La legge di riferimento è la 357 del 31 maggio 1964; ogni anno la regione rifinanzia un bando per i “Contratti di insediamento” aventi per oggetto nuovi insediamenti produttivi, oppure ampliamenti o programmi di riconversione produttiva di imprese già insediate, con la concessione di incentivi in conto capitale, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, a favore di piccole, medie e grandi imprese.
Le attività e i progetti del Consorzio vengono implementate e basate sull’ascolto continuo e frequente dei bisogni delle aziende e in collaborazione con i principali protagonisti del territorio e con chi ci vive. In particolare si segnalano progetti di aggregazione d’impresa (vedi ad esempio il progetto Mikita, aggregazione tra coltellinai colleghi e competitor), progetti sul Design di prodotto, sulla certificazione Alimentare, sul delicato tema del cambio generazionale, sulla tutela del know how aziendale, e molto altro ancora.
Questo è (solo) uno dei temi trattati nel volume Economia di Montagna (allegato al Sole24Ore del 9 maggio)