Pordenone, due aziende (un maglificio riconvertito) al lavoro per produrre mascherine

Dopo le mascherine made in Veneto (prodotte da Grafica Veneta), anche il territorio di Pordenone risponde al pressante bisogno di dispositivi di protezione. Quindicimila mascherine al giorno prodotte nel Pordenonese per i lavoratori del Friuli Venezia Giulia a garanzia della continuità produttiva e del rispetto stringente degli accordi sottoscritti tra le parti sociali a tutela della loro salute: è la risposta concreta del territorio comunicata stamane in una conferenza stampa tenuta in via telematica dal presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti.

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La produzione, già iniziata, ha per protagoniste due imprese locali: il maglificio Ma.re Srl di Villotta di Chions e la Extrano Srl di Azzano Decimo per la parte di trattamento (l’azienda è specializzata in lavorazioni di fibre naturali e pregiate). La joint venture, come ha spiegato Agrusti, è il felice risultato di uno studio attivato da Confindustria Alto Adriatico su richiesta delle autorità regionali affinché il tessuto produttivo mettesse a disposizione, in una condizione di riconversione, seppur parziale, le capacità delle aziende locali finalizzate alla produzione di mascherine.

I volumi, terminata l’ottimizzazione del processo, si attesteranno attorno alle 15mila unità il giorno con possibilità di raddoppiare e/o triplicare: «Sono già stati individuati, nell’ambito del sistema Confindustria, stabilimenti coi quali sarà possibile incrementare di molto i numeri a fronte di una domanda di gran lunga superiore all’offerta attuale e in costante crescita». La produzione, è stato detto ancora, avverrà in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio come previsto dall’art. 16, comma 2, DL 17/20, n. 18.

Le mascherine, che potranno essere utilizzate a scopo precauzionale, sono destinate in via esclusiva ai lavoratori (e non saranno poste alla vendita al dettaglio) cui è comunque richiesto di rispettare le disposizioni in tema di distanziamento sociale e le altre regole introdotte a causa dell’emergenza Covid19. «Per ora il prodotto non potrà essere utilizzato da operatori sanitari o da altri cui è prescritto l’uso di specifici DPI di sicurezza a protezione di uno o più rischi. In questo senso – ha aggiunto ancora Agrusti – si è rapidamente attivata Confindustria per consentire l’avvio delle procedure per le certificazioni aggiuntive che sono in corso di rilascio, dopo una campagna di test, al Tecno Polo di Mirandola e al Politecnico di Milano. Non abbiamo infatti, né in FVG né in Veneto strutture che si occupino di questo. L’auspicio è di poter essere certificati entro fine della prossima settimana».

«Il maglificio Ma.Re Srl di Villotta di Chions – ha detto il titolare Mauro Bressan, che ha ringraziato Confindustria e il suo presidente per la tenacia profusa soprattutto nell’individuare e ottenere disponibilità dagli enti incaricati dei test propedeutici alla certificazione – ha prodotto capi di biancheria intima, linea per uomo, donna e bambino, realizzata in cotone e fibre lana/seta, micromodal e viscosa. Ma stante l’enorme richiesta di dispositivi di protezione individuale e la difficoltà di reperire tali dispositivi sul mercato, al fine di garantire la massima protezione ai lavoratori che stanno continuando a lavorare – ha spiegato – ha deciso di riconvertire la produzione».

La mascherina. Il tessuto (90% cotone) è stato realizzato con particolari tecniche produttive che lo rendono atossico, anallergico e confortevole. Una volta confezionato l’articolo subisce un trattamento che serve ad attribuirgli caratteristiche di idrorepellenza. Esso viene eseguito dalla Extrano Srl «attraverso la tecnica di applicazione idrorepellente in capo a esaurimento», ha aggiunto Giuseppe Crovato, titolare dell’impresa azzanese. Il prodotto ritorna poi a Villotta per essere controllato qualitativamente, piegato ed imbustato su sacchetti in cellophane La mascherina è sottoposta ad un trattamento idrorepellente permanente che la rende impermeabile ed utilizzabile più volte (fino a 10). Il lavaggio, è stato detto, va eseguito in lavatrice a 60° terminato il quale il prodotto va stirato con ferro da stiro a massimo 100 °C.