A poche centinaia di metri dalla costa, i girasoli in fiore colorano in questi giorni i bordi della pista ciclabile di via Martin Luther King che porta alla spiaggia di Jesolo Lido. Lo scenario è spettacolare, oltre che inusuale per la località, tanto che molti vacanzieri che entrano nei campi per scattarsi un selfie. Con uno sfondo simile, la viralità è quasi scontata.
Dietro a questa fioritura c’è un progetto che mette insieme clima, agricoltura e mercato, promosso da Cereal Docks, gruppo industriale di Camisano Vicentino (Vi) attivo nella prima trasformazione agro-alimentare, “impegnato – fa sapere – nel favorire il dialogo tra agricoltura e agro-industria, valorizzando le produzioni dell’agricoltura italiana, con un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. E’ stata anche la prima azienda italiana del settore della trasformazione delle materie prime agricole a certificare la soia importata dal Brasile come soia sostenibile, ovvero coltivata senza depauperare l’ambiente e le risorse naturali.
L’azienda vicentina ha stretto una partnership con l’Azienda agricola Dartora di Jesolo, impegnata a portare innovazione in agricoltura e attenta a preservare il patrimonio più importante dell’impresa agricola: la fertilità del suolo. I circa 200 ettari di terreno prevalentemente sabbioso della Dartora sono lavorati con la tecnica della semina su sodo e l’utilizzo di cover crops (colture di copertura) tra una semina e l’altra per mantenere la terra sempre coperta da vegetazione, contrastare il suo impoverimento e controllare l’erosione superficiale.
Le due realtà hanno avviato un progetto sperimentale finalizzato a testare colture non canoniche per l’areale jesolano, attraverso tecniche agronomiche a basso impatto ambientale, con l’obiettivo di contrastare l’erosione del terreno e migliorarne la struttura, implementare la digitalizzazione dei dati per valutare tempi e modalità di semine, irrigazione, concimazione e raccolta.
Il girasole è solo una delle colture che Cereal Docks e l’azienda agricola Dartora hanno seminato, ma è la più insolita per la zona. Il girasole è tipico delle aree collinari del Centro Italia e solo ultimamente si sta facendo spazio al Nord per meglio rispondere alla richiesta del settore agroalimentare italiano, deficitario di fonti oleaginose e proteiche vegetali da filiera nazionale, domanda soddisfatta ad oggi attraverso le importazioni. Il mercato riconosce il valore di questa coltura e questo porta vantaggi a tutti gli attori della filiera, a cominciare dall’agricoltore. Dai semi di girasole si ricavano qualificate proteine vegetali e oli utilizzati nell’industria alimentare e in alcune filiere di eccellenza del made in Italy, per le quali è garantita la tracciabilità dell’alimento dal produttore al prodotto finito (carne, latte, formaggi) con particolare riguardo all’alimentazione del bestiame.
I margini di crescita per questa coltivazione dunque esistono: secondo Nomisma, tra il 2009 e il 2019 in Italia il grado di autoapprovvigionamento del girasole è cresciuto dal 43 al 57% e circa il 23% delle imprese alimentari intervistate dallo stesso Nomisma sugli effetti del Covid-19, dichiara di voler incrementare l’acquisto di materie prime di origine nazionale.
La scelta di sperimentare la coltivazione del girasole ha a che fare con la sostenibilità e con la tutela delle sostanze organiche del terreno. Al termine del ciclo vitale della pianta, ad esempio, la struttura del terreno risulta migliorata. Grazie al suo apparato radicale profondo, la coltura si sviluppa anche in condizioni di scarsa disponibilità d’acqua, adattandosi a condizioni climatiche e ambientali che stanno cambiando. Inoltre, per via della struttura e copertura fogliare che ha sul terreno, il girasole riduce l’insorgenza delle malerbe. Ne consegue la riduzione dell’utilizzo di fitofarmaci di contrasto. Infine, sul fronte della biodiversità, è un’ottima fonte di nutrimento per gli insetti impollinatori, in primis le api, che ricambiano aumentando la resa dei raccolti.
CEREAL DOCKS GROUP
Agricoltura, alimentazione, ambiente – Cereal Docks è un Gruppo industriale italiano, attivo nella prima trasformazione agro-alimentare, per la produzione di ingredienti (farine, oli, lecitine derivati da cereali e semi oleosi) destinati ad applicazioni nei settori feed, food, pharma, cosmetic e usi tecnici. Il quartier generale è a Camisano Vicentino (Vicenza), dove nel 1983 Mauro e Paolo Fanin hanno fondato l’azienda, esempio di successo di family business.
Oggi, il Gruppo conta oltre 240 dipendenti e nel 2019 ha registrato ricavi consolidati oltre i 780 milioni.
La mission di Cereal Docks è “essere anello di congiunzione tra agricoltura e industria, per trovare insieme nuove risposte e soluzioni e garantire al consumatore finale prodotti sicuri, tracciati e sostenibili”.
Negli anni Cereal Docks si è dedicata alla diversificazione dell’offerta e allo sviluppo di nuove aree di business per “contribuire al benessere delle persone e degli animali, trasformando i frutti della terra in prodotti che migliorano la vita e preservano le risorse del pianeta”. Oltre al consolidamento del suo core business, il Gruppo Cereral Docks è ora impegnato in una nuova evoluzione che sposta l’attenzione dal concetto di alimentazione a quello di nutrizione.