La telemedicina in cardiologia si prende cura di chi ha avuto un infarto

Dopo un infarto o un intervento cardiochirurgico – lo sottolinea anche l’Organizzazione mondiale della Sanità – il ruolo della riabilitazione cardiologica è fondamentale perché riduce del 30% il rischio di morte e riospedalizzazione.

In Italia, secondo i dati della dell’Associazione Italiana per la Cardiologia Clinica Preventiva e  riabilitativa (AICPR), solo un paziente su tre accede a questo percorso. Aderenza alla terapia, niente fumo, controllo del peso, attività fisica, sono i cardini su cui si basa. Ma, come rivela lo studio EuroAspire V (European survey of cardiovascular disease prevention and diabetes) a un anno dall’evento cardiovascolare acuto, il 28% dei pazienti continua a fumare e il 40% è ancora obeso. E dopo due anni da un infarto, il 57% abbandona le terapie.

Una risposta innovativa a questo problema è il sistema integrato di telemedicina creato da Medicaltech denominato SDIM (Sistema diagnostico Integrato Multifunzionale) costituito da un dispositivo medicale, l’ MT32 Multi , e da una piattaforma software centralizzata che ha sede nella Centrale di Telemedicina di Rovereto (Trento). Medicaltech è un’azienda trentina nata nel 2013 che fornisce sistemi di telemedicina diagnostici innovativi per il monitoraggio, la raccolta di dati sanitari e la refertazione online. Inoltre, cura la fornitura e l’installazione della strumentazione clinica nei siti remoti, la gestione e la manutenzione della stessa, dei device, dei “big data” e l’addestramento al loro utilizzo.

mt32multi

«MT32 Multi è un device grande quanto uno smartphone. È dotato di touchscreen e di elettrodi
e viene consegnato in comodato d’uso al paziente che può utilizzarlo continuando a svolgere le sue normali attività» spiega Mirella Mastretti, direttore Ricerca e Sviluppo di Medicaltech.
«Funziona come elettrocardiografo, holter, “event recorder” e hub, ossia acquisisce e trasmette al medico i dati relativi alla temperatura, la pressione arteriosa, l’ossimetria e i valori ematici. Tutte le informazioni vengono inviate automaticamente alla Centrale di Telemedicina di Rovereto dove è presente un operatore sanitario. In questo modo il paziente è costantemente monitorato e non è mai lasciato solo», continua Mirella Mastretti.

Nel centro informatizzato trentino, infatti, lo SDIM raccoglie i dati e li trasmette al reparto cardiologico di riferimento del paziente o ad altre figure professionali coinvolte, come il medico di base. Dopo la valutazione a distanza lo specialista può così impostare una terapia, programmare gli esami, configurare i parametri dei monitoraggi, refertare i tracciati o anche richiedere un teleconsulto.

La seconda novità ideata da Medicaltech è Ri.Car.Do , un sistema innovativo di riabilitazione cardiologica domiciliare. “La cardiologia riabilitativa prevede sempre un programma di esercizio fisico. I pazienti, per la maggior parte, sono anziani e spesso con problemi di mobilità e di accesso alle strutture. Inoltre in Italia i centri di riabilitazione cardiologica sono poco più di duecento (in media di 1 ogni 270 mila abitanti), diffusi in maniera non uniforme”, spiega Giuseppe Quaini, ideatore e guida di Medicaltech.

ri-car-do

Ri.Car.Do è composto da un cicloergometro – una cyclette che viene data in dotazione – da un tablet e dal device MT32 Multi che analizza il segnale cardiaco ed eventualmente altri dati fisiologici. «Attraverso il tablet e l’ MT32 Multi , il paziente ha un dialogo continuo e costante con un operatore sanitario che, dalla centrale operativa, imposta in real time il programma di allenamento su misura e monitora i parametri cardiaci», continua Quaini. «I dati raccolti confluiscono tutti nella cartella clinica elettronica che è a disposizione degli specialisti. Con questo sistema la medicina del futuro è diventata presente: il monitoraggio da remoto e le applicazioni di mobile health (m-health) consentono la gestione a lungo termine dei pazienti cardiopatici, migliorando la prognosi e la qualità della vita e monitora i dati clinici del paziente», conclude il fondatore di Medicaltech.
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