Non si fa attendere la reazione dei pensionati del Veneto alle ipotesi e proposte di limitare la circolazione delle persone più anziane, che sono anche le più esposte al pericolo Covid-19.
«Un lockdown riservato agli anziani ultrasettantenni? Proposta a dir poco vergognosa che si può tradurre con una sola parola: segregazione. Siamo indignati, ma anche convinti che questa proposta aberrante non passerà. Ricordiamo che gli anziani, in questo periodo, sono stati i più diligenti capendo benissimo la situazione. È pazzesco voler scaricare il peso di errori decennali nella gestione della sanità territoriale sulla parte più fragile della popolazione».
E’ la posizione dei sindacati dei pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto non all’idea di obbligare le persone anziane a rinchiudersi in casa rispondono: «In questo difficilissimo periodo i nonni hanno svolto una funzione sociale impagabile, soprattutto sostenendo figli e nipoti sia a livello economico che di presenza. Questa ipotesi fa rabbrividire e dà l’idea di uno scontro generazionale che non esiste e che, solo a pensarlo, risulta devastante sotto tutti in punti di vista. Siamo sconcertati anche dalle parole di politici, come il presidente della Liguria Giovanni Toti: governano migliaia di persone fra le quali una su quattro è ultrasessantacinquenne e se ne escono dicendo che gli anziani sono inutili».
Di fronte a un lockdown riservato agli ultrasettantenni, i sindacati annunciano battaglia: «Vogliono segregare in casa gli anziani, gettandoli nel baratro della solitudine, senza considerare la quasi totale assenza di servizi domiciliari, non solo sanitari ma anche quelli sociali legati, per esempio, alla consegna della spesa».
I sindacati ricordano che in Veneto ci sono circa 200mila anziani non autosufficienti. Ma, soprattutto, oltre 360mila anziani che vivono da soli, di cui circa 77mila uomini e 283mila donne. In alcune zone, soprattutto nel Bellunese e nel Rodigino, esiste un problema di spopolamento e isolamento. «Se costringiamo queste persone a rinunciare a ogni forma di socialità – concludono i sindacati dei pensionati – per loro è una specie di condanna a morte». Lo stesso problema sociale di fatto si verifica per gli anziani in casa di riposo, già “rinchiusi” e con accessi dei visitatori fortemente limitati.