In un contesto ancora di incertezza, le aziende sono chiamate a programmare per tempo la situazione finanziaria, per preservare la stabilità e puntare alla futura ripresa. Il rapporto banca-impresa, infatti, sta evolvendo su nuovi presupposti per effetto della discontinuità generata dalla pandemia. Inoltre, entro fine giugno termineranno sia le moratorie, che hanno “congelato” quasi il 50% dello stock di credito bancario concesso alle imprese (oltre 350 miliardi sui 750 complessivi a fine 2020), sia le misure straordinarie applicate alle garanzie pubbliche (Fondo di Garanzia e Sace) che hanno favorito la concessione di operazioni a medio/lungo termine per oltre 190 miliardi di euro. Un brusco ritorno alla normalità delle regole ordinarie prima dell’uscita dalla pandemia, potrebbe creare difficoltà a migliaia di imprese, anche nel Veneto.
Per questa ragione, Assindustria Venetocentro rilancia l’appello al Governo e alle Istituzioni europee per una exit strategy graduale rispetto alle misure straordinarie adottate per arginare gli effetti della pandemia, e la necessità di interventi urgenti, già dal prossimo Decreto di aprile. In particolare, prorogare le moratorie di pagamento dei finanziamenti oltre il 30 giugno, riattivando la flessibilità regolamentare concessa dall’Eba (Autorità bancaria europea) alle banche all’inizio della crisi economica ed estendere da sei a dieci anni la durata dei finanziamenti già concessi con il supporto delle garanzie pubbliche, per consentire alle imprese di diluire l’impegno finanziario su un arco di tempo più lungo.
è la posizione espressa per voce di Marco Stevanato, vicepresidente di Assindustria Venetocentro per il Credito, la Finanza e il Fisco, nel corso del ciclo di incontri promossi con cinque primari istituti di credito per avere un confronto aperto e operativo sugli scenari che si prospettano, soprattutto per le Pmi, le policy creditizie, l’approccio verso i diversi settori produttivi, la valutazione del merito di credito. Il grande interesse riscontrato è stato confermato dalla presenza di oltre 550 imprenditori nei cinque incontri con Unicredit, Banco BPM, Crèdit Agricole FriulAdria e Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena.
«Il prolungarsi della crisi sanitaria – dichiara Marco Stevanato (in foto) – continua a incidere negativamente sulle attività di impresa e allontana per una parte di esse la ripresa. è quindi ancora fondamentale sostenerle, evitando che perdano stabilità economico-finanziaria e competitività: occorre creare i presupposti sulla base dei quali le imprese, una volta terminata l’emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per rilanciare rapidamente la produzione, continuare ad investire e contribuire alla crescita economica del nostro territorio e del Paese».
Tempi in crescita
«Nella manifattura – sottolinea Stevanato – il tempo necessario a ripagare il debito finanziario è passato da una media di 2,2 anni nel 2019 a 4,8 anni nel 2020, con situazioni più complesse in alcuni settori e nei servizi. Ecco perché è indispensabile consentire alle imprese di allungare i tempi di restituzione dei finanziamenti garantiti contratti per l’emergenza, anche modificando il Quadro Temporaneo sugli aiuti di Stato della Ue. Sarà comunque necessario avviare un piano strategico a medio termine per favorire la patrimonializzazione e la crescita dimensionale delle imprese, anche attraverso l’apertura a terzi del capitale».