In questo periodo le cimici si trovano ancora all’interno o nei pressi delle abitazioni, ma anche negli orti e nei giardini, soprattutto nelle zone di campagna. I cittadini che trovano 10 o più cimici possono chiederne il ritiro da parte dei tecnici FEM (la Fondazione Edmund Mach), che avverrà rispettando scrupolosamente le misure per il contenimento del Coronavirus.
Ad un anno di distanza dalla campagna di raccolta che ha permesso di arricchire gli allevamenti a San Michele con 25mila esemplari di cimici asiatiche e rilasciare in Trentino le vespe samurai, la Fondazione Edmund Mach torna ad invitare i cittadini a contribuire alla raccolta. Le cimici asiatiche servono per riprodurre in laboratorio la vespa samurai e attuare per il secondo anno il programma di lotta biologica che consiste nell’immettere sul territorio questi insetti utili a contrastare la cimice, che sta creando notevoli danni all’agricoltura trentina.
Per riprodurre le vespine, che sono innocue per l’uomo, servono grandi quantità di uova di cimice asiatica ed è quindi fondamentale disporre di migliaia di esemplari per alimentare gli allevamenti.
Per questa operazione è stato attivato il numero telefonico 331.6451211, a cui si può mandare messaggi whatsApp, ma anche l’indirizzo mail monitoraggio.cimice@fmach.it dove è sufficiente indicare il nominativo, indirizzo e il numero di cimici ritrovate.
Raccolta e conservazione
I tecnici e ricercatori raccomandano di raccogliere le cimici vive in un contenitore pulito e asciutto, tappare il contenitore con un coperchio forato in modo che non sfuggano e contattare FEM per il ritiro prima possibile, comunque entro un paio di giorni dalla cattura.
Vanno bene barattoli di conserve recuperati, per chiuderlo oltre al tappo si può usare un foglio di carta da cucina fissato con un elastico con all’interno della verdura (un fagiolino o un pezzo di carota) o frutta (un pezzo di mela).
Utilità della raccolta cimici
La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto originario della Cina in grado di arrecare notevoli danni alle colture agrarie ed in modo particolare alle piante da frutto. Per il suo contenimento si rende necessaria l’introduzione del suo nemico naturale, la cosiddetta “vespa samurai” (Trissolcus japonicus), un parassitoide che attacca le uova della cimice dannosa contribuendo al controllo biologico. La vespina si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all’interno delle uova della cimice asiatica
Dati monitoraggio primo anno
Nel 2020 i dati dei monitoraggi post rilascio delle vespine hanno fanno rilevare un buon insediamento della vespa samurai, la cui presenza è stata riscontrata dopo i lanci nel 30% dei 20 siti trentini, un “risultato promettente” come hanno spiegato ricercatori e tecnici.
Per il secondo anno di rilasci si attende a breve l’autorizzazione del Ministero dell’ambiente ma intanto alla FEM si lavora per arrivare pronti all’operazione di immissione sul territorio.
Qui c’è la storia del primi lanci di vespine, a Nordest.