Sono passati poco più di due mesi: il primo giugno scorso, in un infortunio sul lavoro in Anoxidall Spa di San Vito al Tagliamento, aveva perso la vita Marco Celant, 38 anni, che era alla guida di un muletto che si è ribaltato, schiacciandolo. L’uomo, originario della città di Fiume Veneto, era deceduto nell’azienda di lavorazione dell’alluminio della quale era dipendente per le ferite.
E lunedì 9 agosto il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, a nome degli associati, ha consegnato a Giada Fabiani, vedova di Marco – una somma di denaro frutto della raccolta di donazioni tra le imprese, finalizzata al mantenimento, alla crescita e all’istruzione dei due bambini, di 4 e 2 anni. Contestualmente, una grande azienda del Pordenonese ha offerto alla signora un impiego, “nei tempi e nelle modalità che saranno ritenute più opportune”.
«Abbiamo deciso di riunirci oggi in questa semplice cerimonia – ha detto Agrusti – perché solo poche ore fa è stato celebrato il sessantacinquesimo anniversario della tragedia di Marcinelle, evento paradigmatico di quella che era, in qualche modo, l’insicurezza sul lavoro, quando morirono 137 italiani sui 225 totali, molti dei quali friulani. Proprio da quell’episodio scaturì, a livello europeo, la necessità di creare una tutela che diede effettivo impulso ad alcuni importanti provvedimenti. La ragione per la quale siamo qui oggi, purtroppo, è analoga, un’altra tragedia sul lavoro verificatasi in una delle nazioni in cui vigono alcune delle leggi più sofisticate in materia di sicurezza. Evidentemente occorre fare di più».
Proprio su questo punto Agrusti, che ha annunciato la creazione di un fondo permanente di solidarietà per i familiari delle vittime degli incidenti sul lavoro (augurandoci che non debba mai servire, ha commentato), ha ricordato l’impegno costante con le organizzazioni sindacali in tema di sicurezza sul lavoro che, con l’emergenza pandemica, ha subito una fortissima accelerazione. «Il tema è da sempre tra le nostre priorità e proprio in ragione di ciò – ha aggiunto – abbiamo sottoscritto solo alcuni giorni fa un nuovo accordo territoriale che ruota prevalentemente attorno alla figura del rappresentante dei Lavoratori alla Sicurezza e che ha tra i suoi obiettivi quello di inaugurare un’importante campagna di sensibilizzazione denominata Zero morti sul lavoro che permetta di raggiungere in tempi brevi tale obiettivo nel Pordenonese. Una cultura della sicurezza – è stato detto – che coinvolgerà anche le scuole dove saranno effettuate iniziative di promozione rivolte agli studenti in modo tale che al loro arrivo in fabbrica abbiano già acquisito questa specifica cultura».
Un obiettivo effettivamente perseguibile anche secondo Cristiano Pizzo della Cisl il quale, anche a nome delle altre organizzazioni sindacali, ha rivolto un affettuoso saluto alla famiglia Celant e ringraziato Confindustria Alto Adriatico per la donazione, «un sostegno concreto – ha detto – cui si affianca quello della disponibilità a trovare un impiego per Giada».
Anche Antonio Di Bisceglie, sindaco di San Vito al Tagliamento, ha espresso apprezzamento per «un’iniziativa di così grande valore solidaristico concreto, credo lo si debba sottolineare: per chi ne è protagonista, per tutti gli imprenditori che hanno voluto, in qualche modo, prendersi carico del futuro immediato dei ragazzi dando a Giada elementi di minore dolore, perché il dolore – ha aggiunto il primo cittadino di San Vito al Tagliamento – è per la perdita, ma anche per la situazione nuova. Averlo saputo cogliere, da parte di Confindustria, è importante»
Parole di cordoglio e vicinanza alla famiglia sono state espresse anche dai vertici del Consorzio Ponte Rosso, presenti in Confindustria col Presidente Renato Mascherin e il Direttore Daniele Gerolin. Presente anche la proprietà di Anoxidall Spa.
Da parte di Giada Fabiani un grazie di cuore con la voce rotta dall’emozione.