«Le imprese in difficoltà rifuggano la tentazione di farsi prestare soldi da canali non ufficiali ma si rivolgano ai confidi, i quali possono attivare le garanzie ordinarie e quelle del fondo anti usura. Preservare il nostro territorio dalle infiltrazioni della criminalità organizzata è un dovere di tutti. Gli strumenti ci sono».
L’appello arriva da Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso, che coglie l’occasione della nuova indagine giudiziaria riportata dai media locali, sulle infiltrazione dei clan mafiosi in Veneto e nella provincia per ricordare alle imprese che i confidi delle associazioni di categoria possono aiutarle ad avere credito: “Non è affatto necessario finire nelle mani di usurai ed estorsori legati alla criminalità organizzata”.
Gli strumenti di sostegno – afferma – e aiuto alle imprese in difficoltà ci sono oggi ancora più di ieri dal momento che l’anno scorso è stata fatta la riforma dei fondi antiusura rendendone più facile l’accesso. Inoltre, grazie alla collaborazione con i Comuni trevigiani, i confidi delle associazioni di categoria hanno stanziato degli specifici plafond di garanzie senza l’applicazione di commissioni e senza il versamento di quote sociali.
«È un momento molto delicato per le imprese – spiega Panazzolo -: la ripartenza, con l’aumento dei fatturati, crea un forte assorbimento di liquidità che rischia di mettere in difficoltà molte aziende già provate da due anni di pandemia e, ora, dagli aumenti dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti. Le imprese oggi vanno sostenute. I nostri confidi sono a disposizione per aiutarle nell’accesso al credito fornendo garanzie sui prestiti bancari del 50% fino al 80% nel caso dell’attivazione dei fondi anti usura».
Nei giorni scorsi il nuovo prefetto Angelo Sidoti aveva alzato i riflettori proprio sulle infiltrazioni mafiose nell’economia del territorio, ormai da anni non più immune da questo fenomeno. «Proporremo al nuovo Prefetto di aggiornare il protocollo sulla Legalità, promosso nel 2012 da CNA insieme alle altre organizzazioni del mondo del lavoro, imprenditoriale e antimafia del territorio, che firmammo proprio in Prefettura – conclude Mattia Panazzolo -. È il momento di rafforzare il cordone di sicurezza intorno alla nostra economia e alle nostre comunità».