Cresce il numero di produttori di mele biologiche della Val Venosta che aderiscono al progetto BioGraphy del Consorzio VIP. Il consumatore grazie a BioGraphy può accedere con pochi clic alla pagina online del produttore che ha coltivato e raccolto le mele che sta acquistando, vedere il suo volto e conoscere la sua storia.
Il progetto BioGraphy, che anno dopo anno si è arricchito di nuovi produttori fino ad arrivare a 280 associati, si inserisce in quel modello di coltivazione e consumo consapevoli che fa da caposaldo alla strategia di VIP, e racchiude in sé quei valori che sono alla base di tutta l’attività del Consorzio: trasparenza, tracciabilità e rintracciabilità, garanzia dell’origine.
Obiettivo del progetto è quello di fornire al consumatore di una mela biologica della Val Venosta un’informazione trasparente, ma anche di forte impatto emozionale. “Oggi i consumatori sono sempre più interessati a conoscere cosa sta dietro al prodotto, e al contempo a vivere l’esperienza insita nel prodotto stesso”, dichiara Benjamin Laimer, responsabile marketing di VIP, che continua: “Fruire del servizio offerto da BioGraphy è una risposta ad entrambe le esigenze: informa il consumatore sull’origine del prodotto e arricchisce la sua esperienza di acquisto e consumo, dandogli nuovo valore”.
Il funzionamento è semplice. Prevede che sulle confezioni delle mele biologiche Val Venosta siano presenti delle etichette personalizzate dotate di un QR code, oltre che del nome del produttore specifico. La via per accedere alle informazioni utili è quindi duplice: i consumatori più ‘digital’ possono scansionare il QR code e venire direttamente proiettati sulla scheda web del singolo contadino; quelli più ‘tradizionali’ possono andare alla pagina biography.vip.coop e inserire nome e cognome del ‘bio-contadino’ nell’apposito campo.
In entrambi i casi, il consumatore accederà a testi, foto e video che lo guideranno a conoscere tante informazioni sulla provenienza delle mele che ha acquistato: peculiarità del contadino, curiosità sulla sua azienda agricola e il suo maso (compresa la posizione precisa), ma anche notizie tecniche su coltivazione e raccolta. In alcuni punti vendita selezionati, la fruizione di questo servizio è assistita: vengono installati dei totem interattivi in grado di scansionare il codice QR, oppure lo scaffale è presidiato da operatori dotati di tablet e materiali POP informativi, che mostrano ai clienti come accedere al portale.
Il lavoro di narrazione alla base dei contenuti del sito è meticoloso e permette di raccontare ogni aspetto della produzione biologica della Val Venosta, grazie alle testimonianze di ben 280 produttori che con passione e orgoglio ‘ci mettono la faccia’.
Sottolinea Laimer: “Grazie al progetto BioGraphy e al suo storytelling, sono le mele stesse ad assumere un nome e un cognome, un volto, un carattere. Acquisiscono un sapore nuovo, arricchito dalla personalità del contadino che se ne è preso cura”.
Qui c’è un esempio di storia: è quella di Christian Pinggera, e del suo maso Schnalshuberhof a Plars di Sopra, menzionato per la prima volta in documenti risalenti al 1318. Oggi viene gestito da Hansjörg, Rosa e dal figlio Christian Pinggera. Christian ha frequentato la Scuola professionale per la frutticoltura e la viticoltura ed ha studiato tecnologia delle bevande a Vienna. Oggi è capocantiniere, distillatore di acquavite, coltivatore di mele, produttore di vino e oste nella propria osteria contadina.
Tutta la famiglia lo aiuta: la mamma cucina, il padre serve. In tavola arrivano prodotti biologici fatti in casa, marmellate, distillati, succhi, sciroppi e uova. In autunno ci sono anche le castagne appena raccolte e il vino novello. Nel 2010 l’azienda è stata nominata osteria contadina dell’anno e menzionata nella guida austriaca Gault Millau.
A Schnalshuberhof la frutta viene coltivata in modo biologico dal 1997: prugne, pere, mele cotogne, viti e mele delle varietà Gala, Braeburn, Pinova e Topaz. “La coltivazione biologica si fonda su conoscenze antichissime che vengono aggiornate con conoscenze moderne. Si genera così un tipo di agricoltura più pulita, salutare, moderna ed efficiente in termini di risparmio delle risorse. I prodotti che si ottengono si possono poi assaporare nelle nostre “Stuben”, le antiche tavole calde altoatesine”.