Una storia di cachemire, montagna, zafferano e amore per gli animali. Un progetto che è valso il Premio Imprenditoria Femminile 2021 “Il valore della creatività delle donne”, e che si è sviluppato a inizio pandemia, quando il lockdown costringeva a restare a casa. In quel momento, una attività come pettinare il cane ha rappresentato un momento di cura verso il proprio animale che è sfociato in un gioco di squadra fra persone, associazioni e aziende del territorio.
Protagonista è l’azienda agricola PrimaVera di Tambre, Belluno, guidata da Martina Tomas con il supporto del compagno Alessio: si occupa di coltivazione di zafferano e allevamento di capre da fibra di razza cashmere con grande attenzione alla qualità. L’altra caratteristica distintiva è il legame con il territorio: i prodotti sono esclusivamente propri e lavorati in Veneto, dove lo Zafferano ha ottenuto l’iscrizione come PPL (Piccole Produzioni Locali), mentre il cashmere si trasforma dalla pettinatura della capra da fibra fino alla lavorazione a maglia. I capi d’abbigliamento o accessori vengono commercializzati con il distintivo “Alpago Cashmere”. I prodotti finiti portano con sé i valori che sono alla base della gestione dell’allevamento, come il benessere e il rispetto animale che passa anche attraverso la protezione del gregge dai grandi carnivori (lupi) grazie a una strategia antipredatoria che prevede l’utilizzo di reti elettrificate mobili e cani da protezione del bestiame.
Il progetto
A inizio 2020, PrimaVera ha sviluppato un progetto sperimentale di filatura del sottopelo dei cani pastori della Lessinia e del Lagorai che – come dice il nome – sono autoctoni del territorio fra Veneto e Trentino Alto Adige. L’attinenza con l’attività aziendale riguarda in primis la presenza di sottopelo, che nel caso delle capre costituisce una delle fibre più pregiate al mondo (il cashmere). La muta sia nelle capre che nei cani avviene naturalmente in primavera. I due tipi di sottopelo non sono comparabili per qualità, ma l’azienda ha rilevato la potenzialità del sottopelo dei cani in termini di morbidezza e finezza della fibra: così si è messa da parte una piccola quantità di sottopelo del cane che, in azienda, supporta le attività di spostamento delle capre.
PrimaVera ha presentato il progetto all’associazione che si occupa della tutela e valorizzazione di questi cani, la Società Italiana Pastore della Lessinia e del Lagorai (SIPaLL). In Italia esistono già realtà che si occupano della filatura del pelo dei cani, ma è questa la prima volta che lo si propone di fare con i Pastori della Lessinia e del Lagorai e ciò è avvenuto in concomitanza con il riconoscimento da parte dell’ENCI quale nuova razza italiana.
Lo sviluppo
Il progetto ha visti coinvolti molti proprietari di cani pastori che hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa. Dalla primavera 2020 l’azienda ha seguito ogni fase di realizzazione, dalla promozione , alle adesioni, alle indicazioni fornite ai partecipanti per la pettinatura del proprio cane e per la conservazione del sottopelo. Si arriva così all’estate 2020 a raccogliere i vari conferimenti. Il passaggio successivo è stata la lavorazione in filato, affidata a una ditta esterna, la cui sede è sita all’interno dell’area di diffusione dei cani.
Non si voleva creare un filato fine a sé stesso, ma che avesse un significato riconducibile al valore del territorio, della pastorizia e dei cani conduttori. Per questo si è scelto di coinvolgere l’Associazione per la tutela della Pecora Brogna, razza originaria proprio della Lessinia e che rappresenta una delle quattro razze di pecore venete in via di estinzione, caratterizzata da una lana adatta a essere lavorata. È nato così un filato costituito al 70% dal sottopelo dei pastori della Lessinia e del Lagorai e al 30% dalla lana della pecora Brogna , che sancisce in un prodotto unico il legame tra il bestiame e i propri cani pastori. Una volta ricevuto il filato, PrimaVera ha provveduto alla preparazione artigianale di fascette scaldaorecchie a maglia, scegliendo una lavorazione che potesse esaltare la funzione, la potenzialità del filato e la sua vestibilità.
La scelta solidale
In un momento successivo, la malattia di un pastore maremmano abruzzese di nome Bianco, uno dei cani da protezione del gregge di capre cashmere, ha aperto un nuovo fronte del progetto: l’azienda ha avviato la raccolta fondi “Il Bianco Alleato” (tuttora aperta al sito gofundme/ilbiancoalleato) per sostenere le spese veterinarie e al tempo stesso dare supporto ad altri cani da guardi della provincia di Belluno. E dopo la perdita di Bianco, si è scelto di destinare parte del ricavato proveniente dalla vendita delle fascette scaldaorecchie alla raccolta fondi: un messaggio e un segnale di unione e sostegno – in un mondo agricolo che spesso si sente abbandonato – e in una situazione di emergenza che vede gli allevatori costretti a cambiare la propria gestione dell’allevamento mettendo in pratica una corretta strategia antipredatoria, e che passa anche dalla preservazione della salute dei cani da protezione. Il progetto è stato riproposto l’anno successivo con un maggior numero di partecipanti, e ora i proprietari possono custodire un capo accessorio prodotto con il sottopelo del proprio animale.
PS: il posto di Bianco è stato preso da Oro, pastore della Sila, nella foto (il cachemire è chiamato anche Oro bianco).
Fa compagnia ad Argo, il cane nero nelle foto in alto, pastore del Lagorai.