Un team di giovani veneziani e veneti (adottivi e non), molti laureati a Ca’ Foscari e allo Iuav, giovani e motivati sotto la guida di Tomaso Minelli. C’è Nicola, 23 anni, il più giovane, e John, che a 28 anni si può definire l’anziano del team, italoamericano nato a Marostica che forse avrebbe fatto la valigia se non avesse trovato una occasione di lavoro qui. Qui a Venezia, dove circa 30 anni fa è nato il Venice Project Center del Worcester Polytechnic Institute (fondato nel 1988) per lo studio di soluzioni sostenibili ai problemi di Venezia e, nel 2016, SerenDPT (che sta per Serenissima Development and preservation through technology), un centro di alto livello che si propone di creare occupazione qualificata proprio in laguna, sviluppando soluzioni made in Venice, valorizzando il talento locale e ripopolando la città.
Trenta sono anche gli anni di insegnamento all’estero di Fabio Carrera, docente di Smart cities al Worcester Polytechnic Institute: veneziano, volato negli Stati Uniti diciottenne nel 1979 fino al 1988. Poi il ritorno in Italia e, dal 1995, la scelta di passare tre quarti del tempo all’estero e un quarto nella propria città, dove l’obiettivo è creare occupazione per i giovani che qui vogliono restare. Basta creare 10 startup, e che ciascuna dia lavoro a 10 persone, per ottenere in 5 anni 100 posizioni di lavoro, e lavoro altamente qualificato.
La prima di queste startup dà vita a un’applicazione totalmente veneta che ha messo insieme le migliori eccellenze accademiche e giovani menti che hanno deciso di rientrare in Italia e in Veneto per sviluppare le loro capacità.
Si chiama “DaAaB”, è scaricabile gratuitamente, ed è la prima applicazione in Italia in grado di integrare tutti mezzi pubblici regionali. Basta inserire partenza e destinazione e in pochi istanti trova il miglior percorso con i mezzi pubblici. Non solo: l’applicazione DaAaB raggruppa in un’unica piattaforma le aziende del trasporto pubblico locale per l’emissione unificata dei biglietti di viaggio senza la necessità di obbligare le aziende a modificare o cambiare le costosissime infrastrutture di lettura-obliterazione.
Dopo anni di progettazione, studio e fase di testing, la app è pronta per essere messa a disposizione per dare un servizio in più ai milioni di utenti che ogni giorni utilizzano i mezzi pubblici nel Veneto (con espansione oltre i confini regionali nel futuro prossimo). Una sorta di “google” del trasporto pubblico integrato da utilizzare comunque da tutti per orientarsi nei viaggi e per scegliere i percorsi, che parte dal Veneto per una rivoluzione 4.0 del trasporto pubblico e che mira a svilupparsi su tutto il territorio nazionale, con un forte potenziale anche negli altri Paesi dell’Unione Europea.
Quella nata a Venezia è una collaborazione internazionale, che include universitari del Mit di Boston, sviluppatori di Silicon Valley e ricercatori del Santa Fe Institute, per la prima piattaforma digitale destinata a cambiare il modo di viaggiare.
La app è stata presentata a Venezia, presenti l’assessore ai Lavori pubblici, infrastrutture e trasporti della regione Veneto, Elisa De Berti, il sindaco di Venezia e della Città metropolitana, Luigi Brugnaro, e il presidente del Consoglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti. Il progetto vede come partner Avm Holdin, Actv, Alilaguna, Atvo, Mom e Atv. Il patrocinio è della Regione, della Città Metropolitana, del comune di Venezia e della Fondazione Venezia.
A coordinare il progetto stesso è Nicola Mazzonetto, direttore di Confservizi Veneto, che ha avuto il ruolo di collante tra il mondo del sapere con quello del fare che interessa le aziende del trasporto pubblico locale (Tpl) regionale, per realizzare un servizio per la mobilità del Veneto e per gli oltre 65 milioni di turisti che visitano la nostra regione. Un ruolo super partes per l’associazione, nel rapporto tra le varie società di Tpl ferro, gomma e navigazione che ha garantito pari dignità ai gestori del servizio e la riservatezza dei big data che verranno generati da questa potentissima applicazione.
La piattaforma permetterà al Veneto di arrivare in tempi brevissimi alla creazione del biglietto unico territoriale. In un mercato della vendita dei biglietti di viaggi del trasporto pubblico locale Veneto che vale 320 milioni di euro all’anno.
La facilitazione ed incentivazione dall’uso dei mezzi pubblici mira anche a far crescere il mercato non solo interno ma anche quello internazionale essendo rivolta anche al turismo ed il Veneto conta 65 milioni di presenze/anno che si vanno ad aggiungere ai 4milioni di potenziali utenti interni.
Senza contare che, aumentando l’uso dei mezzi pubblici, le aziende del Tpl del Veneto possono puntare a migliorare il recupero percentuale dei costi di gestione. Attualmente nel Veneto le aziende del Tpl recuperano dalla vendita dei biglietti il 45% dei costi di gestione. Una percentuale pari solo alla Regione Lombardia contro una media nazionale del 30% e contro la percentuale minima prevista dalla Legge Burlando che fissa la soglia ottimale del 35%. Quindi la Regione Veneto punta, attraverso l’innovazione tecnologica ad essere un’eccellenza anche nella gestione aziendale.
Ognuna delle aziende partner del progetto è già pronta a lanciare la “app” nei vari territori di rispettiva competenza, con una campagna di comunicazione integrata e con una strategia creativa, efficace ed originale.
“DaAaB” è la prima app firmata dal SerenDPT, ma ce ne sono altre nove già pronte al lancio. Ed è una idea che si candida a essere esportata (rendendo stabili i posti di lavoro creati): “Per la particolare innovazione e semplificazione – fanno sapere i gestori – la piattaforma DaAaB viene già richiesta da enti ed istitzioni di regioni e c’è una manifestazione d’interesse da parte di uno stato estero”.
La app infatti è multilingue, utilizza Open Data, funziona in tutto il mondo, è gratuita per utenti e aziende, si adatta a qualunque sistema preesistente. Una idea da esportazione.