Domotica semplice, mattonelle dai funghi, ponteggi montati dai robot e altre buone idee viste a Klimahouse

Alla fine ha vinto Powahome, startup romana creatrice di un sistema di domotica che può essere facilmente inserito all’interno degli interruttori e delle prese già esistenti in casa, ma alla seconda edizione del Klimahouse Startup Award – la startup competition lanciata da Klimahouse, fiera internazionale di riferimento per l’efficienza energetica in edilizia – si sono viste anche altre idee all’insegna della tecnologia e del riutilizzo dei materiali. Erano stati selezionati 10 progetti innovativi provenienti da Italia, Germania e Austria in una edizione internazionale.

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I vincitori hanno superato in finale Kewazo e Ribes Tech, mentre a Ricehouse, giovane azienda di Biella, è andato il premio speciale assegnato dall’Agenzia CasaClima.

klimahouse-startup-village-2018-foto-marco-parisi-2Powahome permette di controllare da remoto tutte le funzionalità smart tramite il proprio smartphone o tablet. L’installazione del sistema impiega solo due ore e non richiede alcuna modificazione all’impianto elettrico dell’abitazione. Il sistema è programmabile e mantiene in memoria le impostazioni anche in caso di black-out totale. Ricehouse invece sostiene l’utilizzo della paglia e della lolla di riso come materiale da costruzione, al fine di attivare un processo virtuoso dal punto di vista sociale, economico e ambientale. In particolare si occupa dello sviluppo, della produzione e commercializzazione di questi materiali biocompositi che in ambito dell’edilizia sono caratterizzati dall’elevata efficienza energetica e acustica, da comfort abitativo, salubrità degli ambienti e eco-compatibilità.

«Costruire secondo natura, vivere secondo natura» era il concept dell’edizione 2018 dell’Award, organizzato da Fiera di Bolzano, IDM Alto Adige-Südtirol e Blum, che ha visto in gara le migliori startup europee operanti nell’ambito delle tecnologie legate allo smart building, allo smart living e alla smart city. «Più che a una startup competition abbiamo assistito a una gara tra imprese con solide proposte di business capaci di stimolare l’attenzione e l’interesse degli espositori di Klimahouse – spiega Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano –. È grazie anche ad azioni come queste che Fiera Bolzano si sta affermando come un player di livello europeo capace di costruire relazioni internazionali a vantaggio di tutto il territorio. I Klimahouse Innovation Days infatti si fondano sul networking e sul match-making, azioni che continuano anche nell’ultimo giorno della manifestazione quando le startup finaliste e gli incubatori hanno l’occasione di incontrare gli attori chiave dell’ecosistema dell’innovazione altoatesino attraverso un tour guidato del nuovo NOI Techpark realizzato insieme ad IDM Alto Adige».

kli18_021516870002«Grazie al bando lanciato in tutta l’Europa – spiega il direttore scientifico della manifestazione, Luca Barbieri­ – quest’anno abbiamo visto nella finale del premio non solo delle startup Italiane ma anche delle giovani realtà innovative provenienti dall’Austria e dalla Germania, due paesi che in ambito delle tecnologie green sono senz’altro tra i primi a livello europeo nonché internazionale. Così come internazionale è stata la giuria che ha stabilito i vincitori: l’altissima qualità delle startup in gara manifesta l’ottima riuscita di una manifestazione che ha visto confrontarsi le migliori idee innovative in circolazione nel settore».

Sono ben 29 le startup europee che hanno inviato la propria idea e a metà dicembre 2017 la giuria — composta da esperti internazionali di primo livello e ben 6 incubatori (4 tedeschi, 1 sloveno e 1 europeo) — ha selezionato le 10 startup finaliste. Dalla Germania hanno partecipato rappresentanti di SpinLab, l’incubatore associato alla rinomata Leipzig Graduate School of Management, e tre incubatori con sede a Monaco di Baviera, uno dei centri tecnologici più importanti della Germania: MTZ, GATE e Xpreneurs. A mettere a disposizione il proprio know-how per valutare le startup inoltre l’incubatore sloveno ABC e SEP (Startup Europe Partnership) — programma Europeo creato per sostenere la crescita delle startup europee rendendole in grado di competere e di raccogliere fondi a livello internazionale e globale — nonché esperti del Politecnico di Milano e lo scrittore Gianluigi Ricuperati, per tre anni direttore creativo di Domus Academy. A loro poi si sono aggiunti gli esperti dell’Agenzia CasaClima, di Eurac Research, della Fiera di Bolzano e di IDM Alto Adige-Südtirol.

Il montepremi complessivo della manifestazione è di 20.000 euro. Il primo premio consiste nell’inserimento della startup vincitrice nel network di Klimahouse attraverso la partecipazione come espositore e relatore a Klimahouse 2019 (con tutte le spese di ospitalità incluse), nella partecipazione espositiva alla tappa Klimahouse Toscana (Firenze, 13 – 15 aprile 2018), in un pacchetto di visibilità (comunicato stampa, video intervista, speech in main conference) e di servizi pubblicitari (su catalogo e sito web ufficiale) legato alla partecipazione a Klimahouse 2019, nonché in un Competency Mapping light a cura di IDM Alto Adige-Südtirol, agenzia della Provincia Autonoma di Bolzano e della Camera di Commercio che promuove lo sviluppo economico e l’innovazione.

Oltre alla vincitrice e alla seconda classificata, avevano superato la selezione finale:

ribesRibes Tech: la startup di Milano ha sviluppato un processo innovativo per la produzione di pannelli fotovoltaici flessibili (in foto). Tali pannelli sono stampati in grandi volumi su fogli di plastica a basso costo in ogni forma o colore e sono, inoltre, riciclabili ed estremamente leggeri (poche centinaia di grammi per metro quadro). Grazie a queste proprietà uniche, i pannelli Ribes Tech possono aprire la strada verso nuovi mercati, trovando applicazione in campi non ancora esplorati in quanto non accessibili alle classiche tecnologie fotovoltaiche. www.ribestech.it.

E2T: uno spin-off dell’Università tecnica di Graz che ha sviluppato un sistema innovativo di stoccaggio di energia solare di misure contenute e a portata di balcone. Questo piccolo impianto fotovoltaico —composto da 4 piccoli pannelli solari— è in grado di misurare i consumi energetici dell’abitazione e immette nella rete esattamente quanto consumato in un determinato momento. Per l’installazione non serve un tecnico, basta attaccare il dispositivo alla rete. www.e2t.at.

Glass to Power: uno spin-off dell’Università degli Studi di Milano Bicocca che sviluppa finestre fotovoltaiche. Un prodotto altamente innovativo –  brevettato e pluripremiato — basato sulla tecnologia dei Concentratori Solari Luminescenti (LSC), cioè lastre di plastica nelle quali sono incorporate speciali nanoparticelle che catturano e concentrano la luce solare, trasformando così comuni finestre in pannelli solari semitrasparenti in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di un edificio. www.glasstopower.com.

Innovacrete: uno spin-off dell’Università Politecnica delle Marche, specializzato nello sviluppo e la produzione di materiali avanzati a base cementizia dalle altissime prestazioni. La mission della startup è quella di rinnovare una tecnologia consolidata come quella dei materiali cementizi tradizionali, introducendo una serie di prodotti con formulazioni avanzate: alte prestazioni grazie ad una matrice cementizia estremamente compatta e alla presenza di fibre; competitività sul mercato grazie ad un miglior rapporto resistenza/peso; eco-friendliness grazie all’impiego di sottoprodotti industriali valorizzati. http://www.innovacrete.it/en.

kewazoKewazo: la startup fondata nel 2016 a Monaco di Baviera ha inventato un sistema robotizzato per il montaggio di ponteggi nei cantieri edili, che fa sì che durante l’assemblaggio tutti i componenti arrivino nel posto giusto al momento giusto. Una tecnologia che non solo permette notevoli risparmi a livello di costi (del 30%) e tempo (l’assemblaggio può essere accelerato di un massimo di 42%) ma che è anche in grado di rendere il montaggio più sicuro e flessibile. www.kewazo.com.

Mind: una startup di Modena che ha dato vita a un sistema di domotica basato su una serie di algoritmi intelligenti e che si caratterizza per il suo design made in Italy. La rete di sensori di Mind raccoglie e apprende gusti e abitudini di ogni abitante della casa per rendere l’ambiente sensibile allo stile di vita di ognuno. In base alle informazioni raccolte ed elaborate il sistema attiva, accende, regola, controlla, spegne la tecnologia e gli impianti della casa per creare l’ambiente più confortevole possibile. Gli abitanti possono dialogare con il sistema intelligente attraverso i comandi vocali e controllarlo via app. www.mind.cc.

Mogu: una startup di Varese che ha sviluppato delle mattonelle a base di funghi, un materiale di costruzione al 100% compostabile e utilizzabile nell’edilizia in forma di pavimenti resilienti o per l’isolamento termico e acustico delle abitazioni. Questo materiale innovativo è composto da micelio e da scarti della filiera agroindustriale. Il fungo che cresce all’interno e intorno al substrato vegetale funge da colla naturale e fornisce solidità al biomateriale. www.mogu.bio.

Nathal Energy: una startup di Villach, Austria, che ha creato una tecnologia brevettata per realizzare dei contenitori di alimentazione in grado di fornire — a base rigenerativa — elettricità, acqua, calore e climatizzazione. Questi contenitori rispondono a standard tecnici internazionali e possono essere trasportati in aree remote via strada o elicottero. Questi contenitori multi-funzionali possono trovare utilizzo nel settore dell’aiuto umanitario oppure nell’edilizia residenziale. www.nathal-energy.com.