Un nuovo diploma nel distretto in crisi: quello del legno e arredo trevigiano, che dall’inizio della crisi ha perso (dati Cisl) oltre 4.500 posti di lavoro, con la chiusura dal 2007 di un migliaio di aziende.
L’iter per il nuovo corso di studi è iniziato anni fa: "Ci rendevamo conto che i giovani nel mestiere erano sempre meno, e che mancava una certa cultura presente in altri Paesi come quelli del Nord Europa, ma anche in Svizzera. Non abbiamo nemmeno la consapevolezza del patrimonio di boschi di queste regioni" spiega Francesco Giacomin, segretario della Confartigianato della Marca, capofila del progetto. E mancava anche la capacità di vedere nella materia prima, il legno, qualcosa di più: non solo un mobile, ma l’intera struttura di un edificio, o l’ispirazione per linee di arredo e oggettistica. Tutti possibili modi di far ripartire il lavoro.
Fin dal 2002 sono iniziate le manovre di avvicinamento fra imprese e scuola; nel 2005 è partita la richiesta ufficiale di un nuovo corso, sottoscritta da artigiani, Unindustria, distretto, culminata nel 2008 in un protocollo d’intesa fra istituzioni, associazioni di categoria e sindacali, Camera di commercio. La richiesta alla Regione Veneto è datata marzo 2011, pochi mesi più tardi la proposta è stata presentata al ministero dell’Istruzione, che ha istituito un gruppo di lavoro per definire profilo del nuovo diploma, quadro orario, discipline. Il decreto, dopo le verifiche della Corte dei Conti, è operativo dal 2013.
PRIMO IN ITALIA – Nel depliant c’è scritto a chiare lettere: «Un’occasione formativa e professionale. Un’opportunità di accesso all’impresa. Un percorso che apre all’università». Messaggio diretto agli studenti, e relative mamme e papà, che spesso scartano la scelta di un istituto tecnico perché sembra allontanare il titolo di "dottore". Quello che partirà da settembre 2014 a Treviso sarà chiamato Diploma di Tecnologie del legno. È il primo in Italia.
Ad attendere i futuri diplomati è un settore che qui, fra Livenza e Quartier del Piave, nonostante gli effetti della crisi, conta ancora tante aziende sane e aperte all’export. Il nuovo polo scolastico dovrà infatti dialogare con le aziende e formare una nuova generazione di lavoratori e imprenditori, capaci di cavarsela sui mercati globali, innovare, difendere il made in Italy.
IL CORSO – Fa parte dell’offerta dell’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Treviso (Polo tecnologico Istituto superiore Giorgi Fermi), che ha cinque indirizzi (compreso il nuovo Tecnologie del legno) dopo il biennio comune. Alla fine degli studi, i diplomati sapranno individuare le proprietà dei materiali, organizzare il processo produttivo, documentare e seguire i processi di industrializzazione dei prodotti, programmare sistemi di automazione integrata e robotica, contribuire all’innovazione, realizzare progetti e attività secondo standard di qualità e sicurezza ambientale.
Fra le opportunità per chi studia, anche l’accesso privilegiato a lavoratori attrezzati come la Xiloteca trevigiana, un patrimonio di oltre 300 tipologie di legname proveniente dai cinque continenti.
E DOPO? – La scelta è fra il mondo del lavoro o il proseguimento degli studi. L’università resta fra le opzioni: quelle più naturali sono Ingegneria, Architettura (in particolare il corso di laurea in Disegno industriale dello Iuav di Venezia, sede di Treviso), oppure Tecnologie forestali e ambientali (Facoltà di Agraria, Padova).