Due soci fondatori ingegneri (Giorgio Grifoni, con esperienze nei settori Manifattura, Elettronica e Proprietà intellettuale, e Paolo Chitussi,esperto di Trasformazione materie plastiche e Manifattura elettronica) e un socio finanziatore, Marco Damiani: è il team di TWL Systems, Srl fondata ad ottobre 2015 a Udine e registrata come startup innovativa.
Il prodotto si chiama “Smart Vest”, un giubbotto connesso pensato per il mondo del lavoro: l’ambito è quello dei dispositivi wearable, cioè indossabili. In questo caso, oltre alle caratteristiche che ne fanno a tutti gli effetti un dispositivo di protezione individuale (il classico giubbino di sicurezza), Smart Vest è dotato di sensori di sicurezza e comandi che consentono l’invio di segnalazioni in modalità wireless. Un prodotto personalizzabile a seconda dell’ambito di lavoro, e che “anche grazie a questa caratteristica di poter rispondere alle singole esigenze ha già attirato l’interesse di aziende multinazionali”, spiega Damiani. E sono arrivati anche i primi riconoscimenti: ad aprile 2018 “Smart Vest” ha vinto il 2.o premio per l’Innovazione alla fiera “A & T Event” al Lingotto di Torino.
In sostanza Smart Vest è in grado di “capire” autonomamente se sono in corso situazioni di emergenza e di infortunio – ad esempio se c’è stata una caduta o se c’è un operatore a terra – e, sempre in automatico, può inviare segnalazioni di allarme dalla piattaforma web di TWL Systems: le richieste di intervento possono essere personalizzate verso numeri telefonici prefissati (ad esempio squadre di emergenza e Pronto soccorso) indicando con precisione dove si trova la persona infortunata.
Il tutto grazie a un “case” (scatoletta) a livello del taschino, applicata sui giubbotti che vengono forniti dall’azienda (ad esempio quelli nell’immagine). La piattaforma gestisce sia modalità di trasmissione di dati e comunicazioni tradizionali che con nuove tecnologie a basso consumo, adatte per le Smart Cities, e sia per utilizzo indoor che outdoor.
“Il campo di applicazione del “giubbotto intelligente” è molto vasto, ma è automatico l’interesse che il prodotto di TWL Systems srl sta suscitando nel settore edilizio, della cantieristica o delle multi-utilities – sottolinea Damiani – Pensiamo a un lavoratore che opera in situazione di pericolo sulle strade o in un’area particolarmente a rischio o in zone remote: con le funzioni integrate nel giubbotto da lavoro l’operatore potrà lanciare allarmi in azienda, richiedere rinforzi o istruzioni sull’avanzamento dei lavori, così come dalla stessa centrale possono in senso opposto essere inviati “alarm” sugli eventuali cambiamenti climatici o incidenti che si verificassero nelle vicinanze e la cui conoscenza potrebbe mettere in sicurezza gli operatori. Solo la ricezione di queste informazioni, è facilmente intuibile, potrebbe essere fondamentale nel prevenire ed evitare molti disagi e rischi alle maestranze, mettendole così in stato di sicurezza. Un modo smart di come la tecnologia può aiutare a far prevenire drammatiche conseguenze”.
Non solo: gli speciali sensori del giubbotto Smart Vest possono rilevare parametri ambientali e persino le cadute accidentali dell’operatore, così da lanciare autonomamente dei segnali all’azienda e richiedere così tempestivi soccorsi ai dipendenti: “Una innovazione che rientra a pieno titolo, ulteriormente migliorandoli, nei DPI, i dispositivi di protezione individuali e sui quali giustamente si pone molta attenzione”.
Secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, l’emergenza morti bianche continua ad essere una piaga irrisolta nel nostro Paese e sono 587 le vittime sul lavoro registrate da gennaio a luglio 2018, con una media di 84 morti al mese. Rimane la Lombardia in cima alla graduatoria con il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (55 decessi). Seguono: Emilia Romagna (47), Veneto (44), Piemonte (36), Lazio (32), Campania e Toscana (31), Sicilia (22), Calabria (18), Friuli (15), Liguria, Puglia e Abruzzo (13), Marche e Basilicata (10), Sardegna (9), Umbria, Molise e Trentino Alto Adige (5). Il settore in cui si conta il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è quello delle Costruzioni (con 68 decessi) seguito dalle Attività Manifatturiere (55) e dal settore dei Trasporti e Magazzinaggi che fa rilevare 53 morti; mentre nel Commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese i morti sono 18. La metà delle 587 vittime aveva un’età compresa tra i 50 e i 65 anni.
“Pensiamo a quante volte chi si infortuna non riceve immediato soccorso e a quante situazioni di precarietà e reale pericolo potrebbero essere evitati con una comunicazione veloce e un interscambio di aggiornamenti tra chi opera outdoor e chi li coordina da remoto negli uffici. Viene facile pensare alle situazioni di calamità naturali come i terremoti o gli incendi che mettono a
serio rischio quotidianamente gli operatori sui nostri territori e che così, in tempo reale e senza necessità di togliersi i guantoni per impugnare un cellulare potranno comunicare schiacciando un tasto inserito sullo Smart Vest”.
La novità firmata TWL Systems rientra nella logica dell’Industria 4.0 – che rende tecnologici anche processi lavorativi tradizionali – e nei temi sensibili della sicurezza sul lavoro e dell’incolumità e salute delle persone. “Questa soluzione si integra nell’ecosistema aziendale permettendo di interagire con le macchine per aumentare sicurezza ed efficienza. L’invenzione dell’azienda friulana porta l’elettronica e le comunicazioni al servizio della tutela della salute, vestendo gli operai e al tempo stesso aiutando le aziende nel rendere più efficiente il lavoro”.
Il dispositivo è già ordinabile, e può essere personalizzato da TWL Systems srl a seconda delle necessità della singola società, la quale può porre anche maggior attenzione alla contabilità analitica dei processi aziendali, elaborando dati sull’operatività delle squadre di lavoratori outdoor e delle condizioni in cui si trovano: “Facciamo l’esempio della produttività di guidatori di escavatrici, ma anche – e sempre in tema di sicurezza – l’esatta geolocalizzazione di una squadra chiamata a un intervento particolarmente pericoloso in una zona a rischio, senza dimenticare il fondamentale aggiornamento del mutare delle situazioni in cui ci si può trovare a dover intervenire”, conclude Damiani. La prima applicazione riguardera’ probabilmente il settore portuale.