«Senti un po’ che cosa ha da dire»: così, oltre 20 anni fa, un giornalista del Gazzettino di Venezia incontrava per la prima volta Gabriele Bortolozzo, l’operaio che, dopo avere ricostruito con un’indagine personale la sorte dei colleghi esposti al cvm (cloruro di vinile monomero), avrebbe dato inizio all’inchiesta e al processo sulle vittima della chimica “sporca” a Porto Marghera.
Ora una iniziativa di crowdfunding – una colletta, insomma – vuole raccogliere il denaro necessario per realizzare un cortometraggio a tecnica mista, destinato a ricordare chi è stato Gabriele Bortolozzo, morto dopo essere stato travolto sulla sua bicicletta, “eroe civile oggi dimenticato dalle nuove generazioni”.
Ci sono ancora pochi giorni, meno di una settimana, per arrivare alla quota necessaria di 5mila euro. Oltre 3.800 – i dati sono in continuo aggiornamento – sono già in cassa, arrivato da 63 sostenitori. Basta una quota di 5 euro, e per quelle superiori c’è anche una ricompensa: dal ringraziamento degli autori sulla pagina Facebook, al dvd del film autografato, fino all’invito alla prima proiezione pubblica con e citazione di ringraziamento nei titoli di coda (se si investono 100 euro).
Il film, spiegano gli autori (lo Studio Liz, realtà di produzione indipendente), «come una fiaba cercherà di semplificare una storia notoriamente complicata e torbida come la lavorazione del cvm negli stabilimenti di Porto Marghera negli anni 60/70 e più diffusamente la tematica del lavoro e salute in fabbrica, ieri, oggi e domani. Ispirandoci alla sua storia, alla sua città, alla sua fabbrica vogliamo realizzare un mediometraggio a tecnica mista: illustrazioni, grafica e video e immagini di repertorio che diventi un nuovo pretesto per ricordare chi è stato Grabriele Bortolozzo, per cosa ha lottato e quanto sia attuale la sua battaglia civile». Quanti nel territorio in cui viviamo lo conoscono o lo ricordano e per cosa? Quale è lo stato della sua eredità e della sua memoria a vent’anni dalla sua morte?
L’ambientazione sarà l’acqua, dove i pesci grandi mangiano quelli piccoli, e dove hanno “vissuto” mostri come la balena di Moby Dick. «Con la tecnica chiamata stop motion racconteremo la vita quotidiana in fabbrica, come per esempio un gesto che compivano gli operai addetti alla lavorazione del cvm: calarsi come burattini appesi ad un filo con la sola luce del casco dentro i silos».
Come burattini
Gabriele Bortolozzo muore in un’incidente stradale a 61 anni. L’intenzione è di realizzare e presentare il ritratto video della sua storia nel settembre del 2015, in occasione dei vent’anni dalla sua scomparsa. «Sarà una testimonianza preziosa degli ultimi vent’anni di una nostra storia locale: di Venezia, Marghera, Mestre, Mogliano Veneto, Favaro, Campalto, realtà urbane attorno alle quali la vita di Gabriele è trascorsa. I nostri sforzi nella fase di pre-produzione si orienteranno molto alla distribuzione, prevendite televisive e circuito dei festival. Valuteremo tutte le strade percorribili per ottenere l’interesse di un partner che sposi la nostra causa e si faccia portavoce del progetto», spiegano i promotori.
La raccolta è attiva sul sito di crowdfunding.
L’iniziativa si può seguire sulla pagina dedicata. ito dedicata, e anche via Facebook e Twitter.
Come funziona (non si perde un euro)
La piattaforma di crowdfunding scelta è Eppela. Funziona così: un’offerta è un pagamento diretto con carta di credito, il cui importo viene “congelato” su un fondo dedicato fino alla scadenza del progetto.
Al momento della sottoscrizione, la validazione della carta richiede un addebito aggiuntivo di 1 €, che viene però riaccreditato entro 3 giorni lavorativi.
Alla scadenza del progetto, in caso di effettivo raggiungimento del traguardo, l’importo dell’offerta sarà definitivamente trasferito al progettista. In caso di fallimento del progetto, l’importo verrà riaccreditato sulla carta entro 3 giorni lavorativi.