È accaduto anche poco tempo fa, all’inizio di dicembre, in una fabbrica della Zona Industriale di Piana di Valdagno: un operaio di 42 anni è morto sul posto di lavoro per un infarto.
A settembre 2018, nel Trevigiano, un epilogo diverso, grazie al defibrillatore: così i colleghi hanno salvato un operaio 22enne di Vittorio Veneto alla Cappellotto di Gaiarine, grazie alla presenza e all’uso di un defibrillatore. Fortunatamente gli addetti alla sicurezza avevano seguito corsi specifici per l’uso del dispositivo.
Già da qualche anno a Vicenza si è creata una rete di “Imprenditori di cuore” (fra gli altri Bisazza, Faresin industries, Gamma stampi, Trevisan Impianti e fra le attività artigiane il panificio Bonomo e la macelleria rosticceria Pilotti) che hanno adottato il salvavita, aumentando la sicurezza sul posto di lavoro (fra le ricadute positive, a fronte di un investimento minimo rispetto ai potenziali benefici, c’è anche un possibile vantaggio sui premi assicurativi).
Ora c’è un passo avanti: l’obiettivo è estendere la rete dei defibrillatori (per localizzarli c’è già una app, scaricabile gratuitamente) e metterli a disposizione anche dei cittadini e della comunità, perché in caso di bisogno sia più breve il tempo necessario a raggiungere il dispositivo e metterlo in azione. E il tempo è vitale in queste situazioni.
Posizionando i defibrillatori in modo strategico in diversi punti della provincia, in aziende o zone frequentate dal pubblico, si potenzia la struttura esistente dando vita a una sorta di “primo soccorso” diffuso quanto mai importante in caso di attacco cardiaco, integrato con la rete telecontrollata del SUEM 118.
La campagna “Opportunità di salvare vite” è promossa da Confartigianato Imprese Vicenza, che ha ottenuto il sostegno e il finanziamento degli Spisal delle ULSS 7- Pedemontana e ULSS 8- Berica. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con il SUEM 118 per capire quali siano le “zone scoperte” e quindi dove meglio installare i nuovi dispositivi. Il progetto è stato possibile grazie ai fondi dello Spisal provenienti dai provvedimenti sanzionatori emessi tra il 2012 e il 2016 a carico di aziende che non avevano rispettato la normativa in materia di infortuni, con la valutazione del Comitato provinciale di Coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Quello della sicurezza è un tema sul quale la nostra attenzione è sempre alta – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Agostino Bonomo- e che non si esaurisce in azienda con il rispetto delle norme e con formazione specifica, ma trova sostengo attraverso una concreta diffusione della ‘cultura della sicurezza’ in cui si inserisce anche questo progetto”.
L’iniziativa, sostenuta dalle due ULSS attraverso gli Spisal, consente alle imprese di accedere a un massimo di una postazione di defibrillazione, interna o esterna, gratuitamente fino a esaurimento fondi (più di 100.000 euro) che permetteranno l’installazione di almeno 25 apparecchi in provincia. Le domande si possono fare direttamente rivolgendosi a Confartigianato Vicenza (Ufficio Sicurezza – YourSafety) entro il 1° marzo attraverso l’apposita modulistica. Le aziende candidate saranno poi selezionate in base alle priorità stabilite dal SUEM.
Il direttore di Confartigianato Vicenza, Pietro Francesco De Lotto, ricorda che “l’iniziativa si affianca al nostro progetto Imprenditori di Cuore grazie al quale ben 119 aziende, in maniera del tutto volontaria ed autofinanziata, hanno installato altrettanti defibrillatori all’interno dei propri locali, e in qualche caso anche in esterno, a ribadire l’importanza di un intervento quanto più possibile tempestivo in caso di arresto cardiaco per la tutela della salute dei lavoratori e di chi frequenta le imprese”. Contestualmente sono state formate almeno due persone (con corsi di cinque ore) in ogni impresa per il corretto utilizzo del dispositivo. “Come Confartigianato abbiamo provveduto a installare 25 defibrillatori nelle nostre sedi associative sul territorio – aggiunge De Lotto. L’ultimo intervento in ordine di tempo è la collocazione di un dispositivo automatico presso la sede provinciale, in via Fermi. Il quartiere, frequentato da una comunità di cittadini che vi abitano e da lavoratori, conta numerosi uffici, sedi di mezzi di comunicazione locale, una scuola a poca distanza e un supermercato. Considerato quindi il numero di persone che quotidianamente frequenta la zona, compresi i nostri imprenditori associati, e il fatto che il SUEM abbia segnalato i Pomari quale quartiere scoperto di tali strumenti, abbiamo deciso di fornire alla comunità un defibrillatore”.
Un modo anche, per l’associazione e i suoi imprenditori, di dare testimonianza concreta di responsabilità sociale. In caso di necessità, chiunque avrà modo di utilizzare il defibrillatore di via Fermi potendo così intervenire nel minor tempo possibile dall’insorgenza dell’arresto cardiaco in attesa dell’arrivo dei soccorsi specializzati. Tutti i defibrillatori sono geo localizzabili e direttamente collegati con i SUEM che ne monitorano lo stato di funzionamento e la carica delle batterie, l’eventuale utilizzo ma anche le manomissioni, e sono sempre loro – che vanno comunque contattati subito e per primi – a dare indicazioni sul luogo da raggiungere e le manovre da fare.
Secondo l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, “con questa iniziativa, Confartigianato Vicenza manda un segnale forte e positivo in tema di prevenzione e sicurezza della salute nelle aziende. Purtroppo le notizie di tragedie sul lavoro sono sempre più frequenti, in Italia come in Veneto, e questa rete di defibrillatori, veri e propri strumenti salvavita, è un elemento di speranza perché in molte circostanze la presenza di un defibrillatore fa la differenza tra la vita e la morte. Significativo, anche come messaggio culturale, il fatto che i fondi provengano dalla sanzioni erogate dagli Spisal in un biennio”.
Lo Spisal è facilmente conosciuto più per il ruolo sanzionatorio, “ma non va dimenticato che il primo scopo è sempre la prevenzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali – spiega il dott. Liviano Vianello, presidente del Comitato provinciale di Coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro e direttore dello Spisal dell’ULSS 7 Pedemontana -. Anche quando visitiamo le aziende, lo scopo non è mai quello di elevare sanzioni, anche se talvolta siamo costretti a farlo, ma è sempre quello di fornire consigli e indicazioni utili a eliminare situazioni di potenziale pericolo. In questa prospettiva, e a testimonianza dell’impegno delle imprese del territorio nell’ambito della prevenzione, sicuramente il progetto di collocare all’interno delle aziende di una rete di defibrillatori costituisce uno strumento di fondamentale importanza per aumentare il livello di tutela della salute dei lavoratori”.
Aumentare la disponibilità per il pubblico di defibrillatori automatici fa sì che l’utilizzo sia alla portata di tutti: “A fronte di una situazione di emergenza, infatti, basta applicare le piastre al petto di chi sta male e automaticamente il dispositivo rileva i parametri vitali agendo di conseguenza – spiega il dott. Federico Politi, direttore del SUEM di Vicenza -. Il tutto è collegato alla rete gestita dalla centrale operativa del SUEM che rileva tutte le informazioni utili tanto sullo stato di funzionalità dello strumento quanto, in caso di utilizzo, per l’intervento. Anche se, è bene ricordarlo, in caso di emergenza è sempre necessaria una chiamata di allerta”.
Ad appoggiare l’iniziativa è anche il Comune di Vicenza: L’obiettivo è arrivare a “Vicenza città cardio protetta”, per garantire ai cittadini e ai turisti colpiti da malore cardiaco la migliore e più tempestiva assistenza possibile. É fondamentale creare una rete locale di emergenza e defibrillazione precoce per garantire una mappatura costante ed efficiente di tutti i defibrillatori presenti in città e un soccorso capillare da parte di chi sarà formato all’utilizzo dello strumento salvavita, rendendo visibili e accessibili i defibrillatori sul territorio”.
Fra le città che sono già cardio protette – esempi da seguire – c’è Piacenza e in Veneto Jesolo, dove sul territorio sono posizionati 98 DAE – Defibrillatori Semi Automatici grazie al progetto nato dalla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di Jesolo e l’Azienda Ulss 4
Alcuni dispositivi sono posizionati tutto l’anno, altri solo nel periodo stagionale (e qui c’è la mappa).
Da segnalare le iniziative di solidarietà come quella che, a Mestre, ha visto la piazza di Carpenedo ospitare un nuovo defibrillatore (nel distretto veneziano sono ora 140 i defibrillatori: 68 a Venezia centro storico, di cui 34 negli hotel, 29 nelle isole e 43 in terraferma) . grazie al dono della famiglia La Rosa, che ha donato il DAE alla città per ricordare un familiare.