La Regione Veneto schiera la propria Unità di crisi aziendali per accompagnare gli imprenditori e le imprese del Veneto che intendono riconvertire parte della propria produzione nella confezione d’emergenza di mascherine chirurgiche certificate. Di fatto è una filiera tutta da inventare, perché nessuno fin qui ne ha prodotte: venivano semplicemente importate. «In questo senso – spiega il coordinatore dell’Unità, Mattia Losego – alle aziende serve assistenza a monte e a valle: dal materiale necessario fino alla certificazione».
Una produzione locale è ritenuta ormai cruciale: «Per far ripartire l’economia al più presto dobbiamo essere pronti a dotare le aziende e i luoghi di lavoro di tutti i dispositivi di protezione e sicurezza per i lavoratori che oggi scarseggiano», spiega l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, che punta sul lavoro di assistenza delle imprese a supporto di Confindustria Veneto.
L’Unità regionale sta già assistendo oltre un centinaio di aziende per la produzione in emergenza di mascherine chirurgiche in stretto raccordo con il Tavolo della Moda regionale, al quale partecipano Confindustria Veneto, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Cna e anche l’Its-Academy Cosmo. Alle aziende interessate vengono fornite informazioni sulla normativa vigente e assistenza per le procedure di certificazione e l’accesso agli incentivi Invitalia.
«In questa fase riteniamo importante accompagnare le aziende in modo corretto e documentato – spiega l’assessore Donazzan – Obiettivo è supportarle nella valutazione di una eventuale riconversione produttiva in questo quadro emergenziale e in assenza di una filiera produttiva locale in questo settore. L’eventuale riconversione produttiva di aziende, o di singoli reparti, deve avvenire in sicurezza, con garanzie di rispetto delle procedure e dei processi di validazione dei prodotti, a tutela delle stesse aziende e degli utilizzatori».
Al lavoro con Confindustria Veneto è anche l’Università di Padova: la sfida è creare le condizioni per favorire la costituzione di una filiera produttiva veneta dei dispositivi individuali necessaria non solo per garantire fornitura adeguate al mondo della sanità, ma anche per lo stesso contesto produttivo e la continuità dei processi aziendali. Non solo: «Supportare scelte di riconversione – aggiunge Donazzan – può servire anche a preservare, in ottica di lungo periodo, l’operatività e la produttività delle aziende, e ridurre, per quanto possibile, l’impatto di un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali». Per quanto riguarda le certificazioni la Regione fa riferimento ai due enti di controllo, l’Istituto Superiore di Sanità e Inail.
L’Unità di crisi aziendali della Regione Veneto è contattabile all’indirizzo mail unita.crisi@venetolavoro.it: offre supporto informativo e normativo per la produzione e certificazione delle mascherine chirurgiche. Fornisce inoltre informazioni e accompagnamento sugli incentivi messi a disposizione del Governo con l’ordinanza n. 4 del 24 marzo a sostegno della produzione e la fornitura di dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale (DPI).
L’Unità di crisi aziendali invita a consultare in via preliminare il sito dell’Istituto Superiore della Sanità per le informazioni di dettaglio e i modelli per la procedura di validazione delle mascherine chirurgiche prodotte in emergenza: https://www.iss.it/procedure-per-richiesta-produzione-mascherine
Ulteriori informazioni su modalità, adempimenti, requisiti, certificazioni e scadenze per la produzione in emergenza di mascherine chirurgiche sono reperibili anche la pagina web dell’Inail https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/avvisi-e-scadenze/avviso-dl-17320-dpi.html
Per tutti gli approfondimenti sugli incentivi si rimanda alla pagina web di Invitalia.
https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/emergenza-coronavirus/incentivi-curaitalia
Tre aziende padovane
Intanto, a NordEst, è già scattata la corsa a produrre dispositivi di protezione: dopo quelli stampati da Grafica Veneta, tre aziende del padovano specializzate nella produzione di valigie (fra queste Valigeria Roncato) e tutte con sede produttiva in Italia hanno convertito gli impianti per la realizzazione di una mascherina in materiale plastico, durevole, che necessita solo di essere lavata e disinfettata e può essere riutilizzata più volte, cambiandone il filtro.
La voglia e la possibilità di viaggiare torneranno presto, ora è il tempo di esserci e di aiutare la nostra comunità, dicono in una nota congiunta Idea Plast, Valigeria Roncato e Meca2.
“Data l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che necessita di aiuti concreti anche da parte delle aziende del territorio, abbiamo deciso di rispondere all’urgente richiesta di mascherine protettive che diventano ogni giorno più indispensabili”.
L’idea nasce da Sandro Galdiolo, titolare dell’azienda Idea Plast, con la collaborazione delle altre due. “Abbiamo pensato, infatti, di sfruttare la stretta collaborazione già in essere tra noi per le produzioni oggetto del nostro core business e di metterci al servizio della comunità. Siamo tre aziende che hanno sempre lavorato insieme per realizzare valigie e articoli da viaggio, nella nostra sede di Campodarsego, in provincia di Padova. Oggi non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quello che stiamo vivendo e come imprenditori ci sentiamo in dovere di agire al più presto per il bene della nostra Italia. Avendo la nostra sede produttiva in Italia abbiamo pensato di convertire i nostri impianti e macchinari per la realizzazione di ciò di cui oggi c’è maggiore necessità. Abbiamo realizzato una mascherina in materiale plastico, durevole nel tempo, che necessita solo di essere lavata e/o disinfettata e può essere riutilizzata più volte, cambiandone il filtro”.
Quest’ultimo è, infatti, removibile ed è inserito all’interno della mascherina stessa, coperto da una ghiera di protezione. Togliendo la ghiera il filtro può essere sostituito facilmente. Insieme alla mascherina sono inclusi 25 filtri pronti per l’utilizzo.
“Per far fronte tempestivamente a questo momento di così forte crisi siamo pronti a donare le prime 10.000 mascherine e siamo in contatto con la Regione Veneto per stabilire le adeguate modalità di consegna. Avere la possibilità di riconvertire le nostre linee produttive in modo veloce è qualcosa di cui andiamo fieri, ci dimostra che la scelta di continuare a produrre in Italia, in Veneto, è stata negli anni una scelta vincente, non solo per garantire la qualità delle nostre valigie, ma anche per poter tirare fuori, in un momento difficile come questo, la nostra forza e la nostra capacità di reazione”.
Fuori dalla cassa integrazione
Anche Confindustria Trento chiede alle industrie del tessile Trentino uno sforzo di riconversione: fra le prime a rispondere La Sportiva, sede produttiva a Ziano di Fiemme, leader nella produzione di calzature e abbigliamento per montagna, che dopo aver fermato totalmente le proprie linee produttive già una settimana prima del decreto ministeriale che ha imposto la chiusura delle fabbriche di beni non necessari e non legati alla catena produttiva del sistema Italia, accetta la proposta del Presidente riconvertendo parte dei macchinari dello stabilimento produttivo pensati per il taglio e la cucitura di materiali quali pelle e gomma, per la produzione di mascherine e camici al servizio della Protezione Civile di Trento.
Attualmente nello stabilimento di Ziano di Fiemme – che ospita normalmente 369 dipendenti ed all’interno del quale si producono circa 2mila paia di calzature al giorno – sono state richiamate dalla cassa integrazione otto persone tra operai e tecnici R&D per realizzare i prototipi delle mascherine conformi agli standard richiesti dall’Istituto Superiore della Sanità di Torino. La produzione già avviata attende ora solo la certificazione ufficiale della quale si sta occupando il Dott. Cipriani della Allergo System di Rovereto, per essere definitivamente approvata affinchè l’azienda possa procedere alla distribuzione tramite i canali proprio della capocommessa Allergo System.
“Produciamo in Trentino dal 1928 avvertendo da sempre una forte responsabilità sociale nei confronti di un’intera comunità che fa della solidarietà e dell’aiuto reciproco una caratteristica fondamentale – dice Lorenzo Delladio CEO & Presidente di La Sportiva – Con grande senso di responsabilità abbiamo dapprima contribuito allo sforzo collettivo nel contenimento del contagio, chiudendo in anticipo le nostre sedi produttive: ora siamo chiamati ad impegnarci per affrontare la seconda fase dell’emergenza, per farlo ci siamo dotati delle materie prime adeguate per poter produrre una prima partita di 55.000 mascherine che andranno alla Protezione Civile di Trento, tramite la Allergo System di Rovereto. Parallelamente stiamo cercando di far certificare in autonomia altri materiali in modo da renderci indipendenti anche con grembiuli e altri componenti di protezione e quindi passare ad una produzione industrializzata che permetterà nel brevissimo di raggiungere produzioni giornaliere ben più importanti. Chiaramente riconvertendo più macchinari e richiamando gradualmente più dipendenti presso lo stabilimento. Augurandoci che questo possa contribuire a mettere in sicurezza le centinaia di operatori sanitari che operano sul territorio Trentino e che oggi hanno bisogno di tutto il nostro sostegno. Uniti seppure divisi, scaleremo anche questa montagna, è quel che ho detto ai miei collaboratori all’inizio dell’emergenza ed il messaggio che voglio dare oggi anche a tutti coloro che sono in prima linea per combattere questa battaglia. La Sportiva c’è e vi sostiene.”