«Io voglio fare il programmatore informatico» dice Giada, 1^C. «A me piacciono molto materie come meccanica e disegno tecnico, come ramo del triennio vorrei prendere l’indirizzo meccanica. E poi mi trovo meglio con i ragazzi, perché loro ti ascoltano, ridono con te e non ti criticano come molte ragazze», spiega Michela. «Io non volevo fare assolutamente un liceo, come mi era stato consigliato, ed ero stanca delle continue critiche da parte delle ragazze, a stare con loro mi sentivo come fuori posto. Preferisco di gran lunga i ragazzi, perché ascoltano e capiscono di più se hai un problema o difficoltà», aggiunge Asya.
Eppure «quando si nomina un istituto tecnico la mente corre generalmente all’idea di un’utenza maschile, senza rendersi conto di quante possibilità offra una formazione tecnica anche per le ragazze, aprendo la strada verso le più svariate direzioni. È un retaggio di vecchie idee, ancora per molti versi radicate, che attribuiscono ruoli diversi in ambito lavorativo a uomini e donne».
Firmato: il gruppo ragazze degli istituti Segato e Brustolon di Belluno, guidate dalla professoressa Monica Vicariotto.
Per tutto l’anno sono impegnate in serate e momenti di incontro «per dimostrare che gli Istituti tecnici possono offrire identiche opportunità di inserimento professionale sia per le ragazze che per i ragazzi».
«La maturazione di idee più moderne e di una visione più dinamica del mondo del lavoro – spiegano – ha fatto sì che negli ultimi anni sia notevolmente aumentato il numero di ragazze che vanno oltre le tradizioni iscrivendosi a scuole tecniche. Nonostante l’incremento, le percentuali di studentesse sono ancora relativamente basse e quindi talvolta le allieve, anche con ottimi risultati scolastici, trovano difficoltà nell’inserirsi nel gruppo e nel condividere con i compagni le problematiche di vita quotidiana.
Per questo l’I.I.S. (istituto tecnico industriale) Segato Brustolon da due anni dedica un’attenzione particolare al settore femminile, fornendo alle ragazze opportunità di incontri in cui affrontare tematiche di interesse comune. Il “gruppo ragazze” è uno spazio ideale in cui le studentesse possono incontrarsi, condividere e discutere, costruire insieme e aiutarsi a superare difficoltà di ogni genere interne ed esterne alla scuola. Lo stimolo a lavorare insieme, talvolta anche dovendo superare normali contrasti che derivano dalla diversa visione delle cose, parte da alcune proposte di lavoro che coinvolgono le ragazze con attività adattate alle diverse età, con un fine unico e condiviso.
All’interno dell’istituto vengono organizzati per le studentesse incontri con esperti (medici, specialisti, imprenditori, ecc.), attività sportive, lavori di gruppo che portano alla realizzazione di materiale pratico e teorico. Quest’anno c’è anche la collaborazione col Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Belluno Dolomiti, un’attività intitolata “Lavoro e imprenditoria femminile”.
Conoscere la situazione, incontrare donne “più grandi” già inserite nel mondo del lavoro, toccare con mano le attività all’interno delle imprese locali sono esperienze che lasciano il segno, che danno alle ragazze un incentivo in più per credere in se stesse e cercare la propria affermazione in futuro.
«Dobbiamo avere tutti ben chiaro che maschi e femmine nel mondo del lavoro sono complementari – scrivono le ragazze – La sensibilità, la caparbietà, l’astuzia, la capacità organizzativa sono solo alcune delle caratteristiche che rendono le donne uno degli ingredienti essenziali per il successo di un’impresa. E le ragazze che frequentano un istituto tecnico hanno sicuramente una mentalità molto pratica e concreta, molte entrano a scuola già con delle idee precise sul futuro, su ciò che vogliono realizzare». Perché le imprese dovrebbero privarsene?
Come è in pratica frequentare questo genere di scuola? Lo racconta Alessia, che è in prima B:
«Io personalmente non mi ritenevo adeguata ad una mole di lavoro da Liceo Scientifico; ho considerato che sicuramente poi potrei sia andare all’università o eventualmente fermarmi avendo qualcosa di saldo in mano. E poi mi piace anche andare un po’ controcorrente… Alcune mie amiche non sono venute all’ITI solo perché la ritengono una scuola maschile oppure perché avevano paura della minoranza femminile all’interno dell’istituto. Ma riflettendoci, questa differenza, almeno io, non la sento. I maschi non é che cambiano da un istituto all’altro, hanno sempre il loro carattere, quindi non vedo alcun motivo apparente se non il pregiudizio che spinge molte ragazze a non venire nemmeno a visitare la scuola. Dei miei ex compagni di classe mi hanno detto che ho un carattere forte e da maschiaccio dato che studio qui, ma non é vero… Anche a me piace mettere le gonne o truccarmi, io faccio danza classica, che é quasi un paradosso per una che fa una scuola come l’ITI dicono tanti, ma non ritengo di avere un carattere forte come molti pensano abbiano le ragazze che frequentano superiori con maggioranza di cromosoma Y. Solamente non mi blocco davanti alle voci o ai pregiudizi. Con i miei compagni ho legato molto di piú di quello che mi aspettassi; sono abbastanza gentili e non fanno discriminazione (che magari é uno degli aspetti che può piú spaventare, quello che i maschi facciano comunella e si schierino contro una sola ragazza). Logicamente fanno le loro battute, ma non vedo nulla di strano; sono pur sempre maschi, e poi sono divertenti. Ti obbligano a pensare in modo diverso per approcciarti a loro, ma lo vedo come una maniera per capirli, e finisci per comportarti in maniera differente da come ti comporteresti in una classe di sole donne, modifichi anche il ragionamento per arrivare alle loro stesse conclusioni».