Un comune con meno di mille abitanti e un progetto concreto, replicabile, da esportare.
Siamo a Resia, 931 abitanti, in Friuli-Venezia Giulia: un comune sparso con sede comunale nella frazione di Prato, in una valle prealpina nella parte nord-orientale della regione che conta cinque principali frazioni. E qui sanno bene quanto conti ogni servizio, ogni negozio, ogni scuola.
Un luogo fatto anche di memoria: “La singolare lingua locale a tutt’oggi parlata, il resiano, è riconosciuta dall’Unesco – riporta Wikipedia – Essa è stata ed è tuttora oggetto di molti studi, i quali hanno favorito la custodia e la perpetuazione di tradizioni (costumi, canti, balli, cerimonie) di grande interesse”. Un luogo colpito duramente nel terremoto del 1976, che valse una medaglia d’oro al merito civile al paese che «con grande dignità, spirito di sacrificio e impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d’alto senso del dovere, meritevole dell’ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta».
Oggi qui si guarda al futuro: il progetto – realizzato in collaborazione con il Comune di Resia, in partnership con Parco Naturale Prealpi Giulie – vuole coinvolgere la comunità della valle per condividere le proprie idee e definire una strategia comunale da qui al 2030 in vista dei finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E’ il primo documento a livello comunale che viene realizzato in FVG con il metodo della partecipazione condivisa. La regia è della cooperativa Cramars, che cura ideazione e gestione del primo Piano comunale di Ripresa e Resilienza di un Comune del Friuli Venezia Giulia.
Un’occasione per tutta la comunità per dire la propria come stimolo sul futuro, un lavoro collettivo per essere pronti con “idee e carte in mano”. La partecipazione non si sta facendo attendere, con 77 adesioni già arrivate.
E si comincia a cambiare il modo di affrontare i temi: ad esempio, è vero che Resia è una valle chiusa e occorre desiderare di arrivare proprio qui, ma ”si può provare a ragionare in modo diverso: ad esempio pensando che la Val Resia è nel cuore dell’Europa, a 5 ore da Vienna, 2 ore da Lubiana, 5 ore da Milano, 5,30 ore da Monaco, 4 ore da Zagabria, 2 ore da Venezia. E si potrebbe continuare”, spiega Vanni Treu, della Cramars.
🌳 Sostenibilità: un gruppo di lavoro sarà dedicato all’agricoltura in val Resia, al bosco e al suo utilizzo, all’allevamento degli animali, alle trasformazioni dei prodotti del settore primario. Questo Team approfondirà temi quali il Riordino Fondiario, il Paesaggio e le forme di Turismo Sostenibile.
Alla 👩👧👦 Rigenerazione è dedicato il workshop concentrato su tematiche di sostenibilità energetica, uso innovativo del patrimonio edilizio esistente non utilizzato, mobilità dolce (piste ciclabili, manutenzione dei sentieri e innovazione dei servizi pubblici), Istruzione e Cultura con idee e proposte per la valorizzazione e la miglior fruizione per tutti del patrimonio culturale mobile ed immobile
Altro tema 🌷 la Coesione Sociale: il team si dedicherà ad immaginare servizi di comunità in Valle quali nuove forme di erogazione dei servizi alla popolazione, servizi innovativi per le nuove generazioni, nuove forme di assistenza agli anziani e iniziative per stimolare nuove forme di attrattività di nuovi abitanti.
Infine, la 📱 Digitalizzazione: un gruppo di lavoro che coinvolge i più giovani e esperti in nuove tecnologie, per immaginare una Val Resia SMART, promuovere forme di turismo sostenibile, attivare una comunicazione digitale per i servizi ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese.
I 4 Tavoli tematici si svolgono sia con la modalità in presenza che online, organizzati con l’aiuto di Mosaic, una App digitale in grado di facilitare i processi di decision making. Mosaic permetterà di valutare opportunità e minacce di ciascuna proposta, e di formulare, per ogni tavolo tematico una strategia condivisa che contribuirà a strutturare la strategia comunale per il PNRR.
Contemporaneamente per dare corpo e sostanza alla strategia i 4 tavoli tematici stanno raccogliendo idee, progetti e soluzioni: chiunque – iscritto ai tavoli o meno – può partecipare inviando la propria idea progettuale sui temi della Sostenibilità, Rigenerazione, Coesione Sociale o Digitalizzazione.
Per la comunità di Resia il Piano rappresenta l’opportunità per esprimere la propria opinione e manifestare le proprie esigenze, ma anche l’occasione per dare vita a una vera e propria impresa di comunità.
Spiega Anna Micelli, sindacao di Resia: “Perché un Piano Comunale di Ripresa e Resilienza? Perché i comuni di montagna hanno bisogno di risposte costruite dal basso, perché l’accentramento non è la risposta ai problemi delle nostre comunità. Un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà efficace se tutte le realtà verranno coinvolte, anche quelle che spesso e volentieri vengono pesate solo sui numeri. Se stiamo vivendo dei cambiamenti epocali, se verranno investiti nel Piano Nazionale i fondi che pare vengano stimati in otto volte quelli del piano Marshall post seconda guerra mondiale, allora sì tutti devono essere presenti e partecipi alla costruzione del presente e del futuro della val Resia e delle comunità più in generale”.
Sono sempre interessanti le storie e le iniziative dei piccoli comuni: qui trovate il caso di Rigolato, il paese che ha sostituito l’iniziativa privata – dove mancava – con il pubblico: dalla macelleria al panificio, è tutto del Comune, compresi immobili, attrezzature, forno: meglio un marciapiedi in meno che perdere servizi, è la tesi.