Impatto economico, valori e piatti di pasta: i conti di una adunata degli alpini

In questi giorni la città di Vicenza è stata la casa degli alpini. Oggi, domenica 12 maggio, la conclusione con la grande sfilata delle sezioni che fino a sera interesserà viale San Lazzaro, viale Verona, corso SS. Felice e Fortunato, viale Milano, piazzale della Stazione, viale Roma, piazzale De Gasperi, corso SS. Felice e Fortunato, piazzale Giusti, contra’ Porta Nova, via Bonollo e viale Mazzini. Al termine (dopo le 19.30) , il passaggio della “Stecca” con la città di Biella, sede della prossima Adunata nazionale, e l’ammainabandiera. Per consentire l’ammassamento, la sfilata e il deflusso delle quasi 100mila Penne Nere e le molte altre che si posizioneranno lungo il percorso, nell’area gialla  corrispondente alla parte a ovest e sud ovest della città, dalle 6 fino al termine della manifestazione è previsto il divieto di circolazione di auto, moto, motorini.

Un fenomeno, con ricadute anche economiche.

I conti del 2023

L’adunata nazionale degli alpini a Udine nel 2023 è stato molto più di un volano di sviluppo economico territoriale. È quanto emerge dalla ricerca sull’impatto economico, sociale, valoriale e ambientale dell’evento condotta dal Dipartimento di Scienze economiche e statistiche l’Ateneo friulano in collaborazione con l’Associazione nazionale alpini (Ana).

In particolare, è di quasi 105 milioni di euro il valore stimato dell’impatto economico diretto e indiretto dell’adunata su Udine e il territorio, calcolato su una base di 297.500 presenze. Mentre il conseguente gettito fiscale è stato valutato in circa 26 milioni di euro. L’indagine ha consentito di raccogliere oltre 3.400 interviste e di analizzare un centinaio di variabili per indagare le ricadute della manifestazione sulle comunità di riferimento.

La presentazione

La ricerca è stata pubblicata nel volume “L’adunata degli alpini. Valori, economia e sostenibilità” (Forum) presentato nell’auditorium della Biblioteca scientifica dell’Ateneo friulano. Sono intervenuti: il rettore, Roberto Pinton; il prorettore, Andrea Cafarelli; la coordinatrice scientifica del progetto e curatrice del volume, Cristiana Compagno, già rettrice dell’Ateneo; il capo di stato maggiore delle truppe alpine, generale Antonello Vespaziani; il presidente nazionale dell’Associazione nazionale alpini (Ana), Sebastiano Favero e quello della sezione di Udine dell’Ana, Mauro Ermacora. Sono entrati nel dettaglio della ricerca, Francesco Marangon, per gli aspetti economici e ambientali, e Laura Rizzi, quel quelli sociali e valoriali. Hanno inoltre portato un saluto il sindaco di Udine, il presidente del Consiglio regionale e l’assessora regionale alle finanze.

Ricadute sociali, ambientali e valoriali

Ma l’impatto dell’adunata va ben oltre la dimensione economica con anche ricadute sociali, valoriali e ambientali. Infatti, oltre il 60 per cento del campione riconosce l’evento come unico nella sua capacità di creare condivisione e vicinanza intergenerazionale, nonché un’importante occasione di socialità.

Non meno significativo l’aspetto valoriale. In base ai dati pre e post evento, i ricercatori dell’Ateneo friulano spiegano che l’adunata rafforza il processo di trasmissione dei valori degli alpini tra la popolazione. La percezione di valori come fratellanza, solidarietà, amor di Patria e allegria è molto più elevata nella fase successiva alla manifestazione piuttosto che in quella precedente, specie fra i non alpini.

L’adunata di Udine ha prodotto anche impatti ambientali consapevolmente controllati. Per esempio, le attività di raccolta rifiuti sono state gestite in maniera proattiva dagli alpini, contribuendo in maniera determinante all’efficacia del lavoro degli operatori comunali, riducendo così l’impatto ambientale dell’evento. Inoltre, l’evento ha minimizzato il proprio impatto anche in termini di consumo di risorse locali. In particolare, l’analisi dei dati di consumo d’acqua rivela come l’impatto sia stato del tutto contenuto. Un profilo, quello ambientale, evidentemente legato a valori degli alpini, per cui il rispetto dell’ambiente è da sempre una priorità.

Genesi e sviluppo del progetto

L’iniziativa era partita a ottobre 2022, quando la sezione di Udine dell’Ana, in accordo con la direzione nazionale, ha chiesto la collaborazione dell’Università di Udine per studiare gli impatti dell’adunata. L’Università ha quindi costituito un gruppo di ricerca multidisciplinare con esperti di questioni economiche, statistiche, storiche e di sviluppo sostenibile. Il team, in coordinamento con l’Ana, ha avviato l’ampio progetto di studio che è durato un anno, da febbraio 2023 a febbraio 2024, coinvolgendo la comunità nazionale degli alpini e il territorio ospitante nelle sue diverse anime. La ricerca si è sviluppata in due fasi: una pre evento e una post, caratterizzate dalla raccolta di specifici dati, attraverso più strumenti: questionari ad hoc (proposti distintamente a partecipanti, cittadini ed esercenti), focus group costituiti dai principali portatori d’interesse locali dell’evento e lo studio di centinaia di fonti documentali sull’adunata e la sua storia.

Le dichiarazioni

«Il volume – afferma il rettore Roberto Pinton – aggiunge non solo un tassello importante alle conoscenze, gettando luce su ciò che avviene dietro le quinte di un grande evento, come l’adunata nazionale degli alpini, ma, andando oltre agli aspetti quantitativi, documenta il legame strettissimo tra il Friuli e gli alpini».

«L’idea alla base del progetto – spiega Cristiana Compagno, ordinaria di management – è stata quella di analizzare l’evento-adunata sulla base di un framework teorico che sintetizzasse strumenti di analisi propria dell’event management con quelli tipici dell’analisi economica, sociale e di sostenibilità, calati dentro la dimensione storico-evolutiva dell’evento stesso. «Questo ha permesso – sottolinea la professoressa – di studiare con rigore metodologico gli impatti economici, sociali valoriali e ambientali dell’adunata. Inoltre, per comprendere a fondo quali presupposti consentano all’adunata di produrre una tale molteplicità di impatti, abbiamo ritenuto opportuno esaminare la dimensione storica delle adunate nel nostro territorio e studiare nello specifico la macchina organizzativa dell’adunata 2023: una struttura reticolare che garantisce all’organizzazione flessibilità ed efficienza e integra meccanismi di risk management necessari a garantire la sicurezza dell’evento, dei partecipanti e delle comunità circostanti».

Per il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, «l’adunata degli alpini è un fenomeno unico al mondo, capace di riunire in una città centinaia di migliaia di persone, attratte da quel formidabile collante che è il cappello con la penna nera ed è un fenomeno trasversale, che coinvolge territorio, popolazione, cultura ed economia. «Per questo – evidenzia Favero – un lavoro di ricerca come quello svolto dall’Università di Udine assume un’importanza fondamentale, perché con criteri rigorosi e scientifici definisce un ritratto globale dell’impatto di un’Adunata sulle persone e sul loro ambiente. Uno strumento autorevolissimo che oltre a fornire riferimenti precisi diventa prezioso anche in prospettiva, per leggere le Adunate in una chiave sempre più oggettiva».

Secondo il presidente della sezione di Udine dell’Ana, Mauro Ermacora, «il lavoro dell’Università di Udine è un importante punto di arrivo del lavoro costruito insieme con l’Associazione nazionale alpini, ma anche un’occasione per prendere consapevolezza e riflettere sui grandi potenziali trasformazionali dell’evento sulle collettività di riferimento».

La pastasciutta

Anche Sgambaro, storico pastificio di Castello di Godego, si è unito al “sogno di pace degli Alpini”, in occasione della 95^ Adunata, in programma a Vicenza da venerdì 10 a domenica 12 maggio.

La scelta di sostenere e affiancarsi alle penne nere anche in questa imminente Adunata, a conferma della volontà di condividere socialità e gioia di vivere che, spesso, iniziano proprio a tavola davanti ad un buon piatto di pasta. Non solo: “Il contributo di Sgambaro come official sponsor è il segnale di quanto sia importante, per tutti gli attori coinvolti,  tutelare una memoria che non va smarrita e onorare gli sforzi lodevoli che gli Alpini sanno sempre mettere a disposizione del Paese”.

Per questo, vicino a Campo Marzio, è stato predisposto uno spazio dedicato ad accogliere le circa 500mila persone attese, tra alpini delle diverse Sezioni ANA, familiari e simpatizzanti che avranno il piacere di gustare una pasta, sinonimo di eccellenza del territorio, di assoluta tracciabilità e origine 100% italiana. Protagonista delle ricette, la pasta Sgambaro: prodotta con grani duri esclusivamente italiani, macinati internamente nel molino aziendale e lavorati con delicata trafilatura ruvida al bronzo e lunga essiccazione a basse temperature. A Vicenza, Sgambaro approfitta della collaborazione col caterer dell’Adunata, promotore della cucina tradizionale, per proporre i Bigoli Nobili al sugo d’anatra. E come recita il claim apposto sui totem di Sgambaro: “Niente può fermare gli alpini. Al massimo fanno una pausa”.

Spiega Pierantonio Sgambaro, presidente dell’omonimo pastificio: “Abbiamo scelto di sostenere gli alpini e di contribuire alla riuscita anche di questa Adunata proprio per il forte attaccamento alle nostre radici, ma anche per il  senso di appartenenza al Corpo, dato che sia io sia mio fratello Roberto siamo orgogliosamente degli ex alpini. I valori che animano il Corpo sono gli stessi su cui abbiamo fondato il nostro pastificio: affidabilità, senso del lavoro, tenacia e coscienza del proprio territorio. Inoltre, non possiamo che condividere, con gli alpini, il più grande dei sogni, quello della pace, che ci accompagnerà in questo weekend di celebrazione della memoria, ma anche di riflessioni e di sguardo rivolto al futuro”.

 

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