Se un biliardino e un’osteria diventano simboli anti burocrazia e fisco (e il Veneto approva una legge a tempo record)

Un biliardino (a Mestre) e un’osteria (a Valdobbiadene): il primo multato perché privo di autorizzazione, la seconda sanzionata dall’Agenzia delle Entrate.
In entrambi i casi la mobilitazione è stata spontanea, immediata, popolare e politica, quest’ultima senza distinzione di partito. Un gioco e un locale come simboli di una burocrazia e un fisco sempre più distanti (e pesanti)

LA STANGATA SU SOPRESSA E VINO – Prima bisogna spiegare cos’è, un’osteria senza oste. Sulle colline del cartizze, a Valdobbiadene, il salumiere Cesare De Stefani ha messo a disposizione una stanza di un rustico dove ha iniziato a mettere, liberamente a disposizione su un tavolo, vino e salame. Ci si serve da soli, lasciando qualche euro. Per l’Agenzia delle entrate, profitti in nero. #osteriasenzaoste su Twitter ha scatenato un putiferio: chi chiede di salvare la poesia, chi la definisce monumento alla civiltà (Luca Zaia, per dire), chi chiama in causa il premier e invita i responsabili a vergognarsi.
La questione, come sempre quando si parla di fisco, è tutt’altro che lineare: la stessa Agenzia delle entrate, direzione Veneto, fa sapere che «l’attività di accertamento è da considerarsi un atto dovuto in presenza della segnalazione del Comune, che il 27 settembre 2010 aveva rilevato l’esercizio di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande in assenza di autorizzazione comunale, emettendo un’ordinanza di chiusura. Gli esercenti hanno presentato ricorso al Tar, che invece ha confermato lo svolgimento di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, essendo presenti nel locale anche i cartellini con l’indicazione dei prezzi. Sulle somme contestate il contribuente non ha esposto alcuna motivazione giuridica né documentale, nonostante le ripetute richieste dell’Ufficio».
Resta il segnale forte dell’esasperazione causata da quei 62mila euro di multa: non tanto e non solo per il titolare, che fa sapere di non volersi arrendere, ma in chi si identifica, mentre l’osteria incassa solidarietà e petizioni ed è già diventata qualcosa di più. «Questo luogo è un simbolo del mondo e della vita – scrive Alberto Raffaelli, che qui ha ambientato il suo libro, intitolato appunto l’Osteria senza oste, Santi Quaranta editore – L’oste c’è anche se non si vede, e nel silenzio ripara, laborioso e preciso, ai nostri disordini. Un luogo che mette la libertà responsabile al vertice dei valori, trasmettendo il messaggio che la coscienza non ha bisogno di un guardiano per essere giusta».

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CALCETTO SOTTO TIRO – Un altro simbolo, un battaglia in questo caso a lieto fine. La multa, 1.400 euro circa, era arrivata a Stefano Ceolin, titolare del locale “il Palco” di piazzetta Cesare Battisti, a Mestre, reo di avere messo nel locale un calcetto balilla "a palle libere", cioè senza gettoni. Un gioco senza scopo di lucro, per il quale non era stata chiesta autorizzazione (obbligatoria solo per il calcetto a gettoni, che è assimilato ai videopoker). Il fatto è del 2011, ma pochi giorni fa la notizia che il ricorso contro la multa era stato respinto ha provocato una sollevazione popolare con tanto di alleanze trasversali: rilanciata sui social network anche da Beppe Grillo. Un paradosso – il 5 aprile il titolare del Palco verrà premiato dall’associazione Slot mob che si batte contro il gioco d’azzardo e i videopoker – che ha spinto la Regione a intervenire.

Biliardino

LA LEGGE RECORD – All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato il 5 marzo il progetto di legge presentato dal consigliere Gennaro Marotta (IdV) per la modifica della legge regionale n. 10 del 1977 relativa alla “disciplina e delega delle funzioni inerenti all’applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale”. La nuova disciplina, che interviene esclusivamente nella regolamentazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale, introduce anche in Veneto la diffida amministrativa. Il verbale, all’esercente al quale viene contestata un’infrazione o un’irregolarità, concederà 10 giorni di tempo per sanare la situazione prima di procedere con la sanzione. La legge ha battuto il record di firmatari, 55 consiglieri su 60, e di tempi di approvazione. «Un atto di civiltà – dice il proponente – che permette agli esercenti di mettersi in regola senza essere immediatamente multati con importi a volte insostenibili, a causa di irregolarità dovute a dimenticanze o ad un eccesso di regolamentazione. Banalizzando è un’iniezione di buon senso che evita a distratti e smemorati di essere multati al primo passo falso, sapendo comunque che a chi viola la legge, dopo la diffida, la multa non gliela toglierà nessuno».

SU SCALA NAZIONALE – Intanto un deputato mestrino, Marco Da Villa del M5S ha elaborato un emendamento per "salvare" da possibili multe future tutti i calcetti, biliardi, freccette, giochi in scatola di bar e ristoranti italiani. La norma su cui incidere è il Regio Decreto 18 giugno 1931 n. 773 "Testo unico delle Leggi di Pubblica sicurezza" che prevede all’articolo 86 la necessaria "licenza del Questore", divenuta nel frattempo Dia e poi Scia (art. 19 Legge 241/90), per aprire attività tra cui anche "sale pubbliche per bigliardi o altri giuochi leciti": ovvero la norma che ha fatto scattare la sanzione di Mestre. «L’emendamento, in sé piuttosto semplice – spiega – prevede l’aggiunta della dicitura "a pagamento" di seguito all’espressione citata in modo tale da tracciare un confine netto tra chi mette a disposizione della propria clientela, come ha fatto la pizzeria "Il Palco", giochi di abilità fisica, manuale o strategica (giochi in scatola, biliardino, calcetto, freccette, ecc.) a titolo totalmente gratuito e chi, invece, pone a disposizione gli stessi giochi a pagamento».