Nove assunti, a tempo intederminato, per imparare il mestiere: la scuola prodotto Safilo (e le altre)

Nove giovani scelti per imparare sul campo: sono i primi a frequentare la scuola prodotto di Safilo, il “creatore italiano di occhiali” per il sole, la vista, lo sport, base amministrativa a Padova. Una realtà fondata nel 1934 (attualmente ha 7.400 dipendenti e 39 filiali), e che oggi fa rivivere la propria tradizione artigiana con un progetto che richiama le antiche scuole di arti e mestieri veneziane. La Scuola Prodotto ha lanciato lo scorso febbraio la campagna per il reclutamento: erano richiesti diploma di scuola media superiore (con una preferenza per scuole tecniche, licei artistici, scuole di design e di prodotto), la predisposizione al disegno tecnico, una conoscenza di base della chimica e dei materiali, una buona conoscenza dell’inglese e dei principali programmi operativi.

Sono arrivate oltre 200 domande: alla fine i nove selezionati sono tutti laureati, provenienti da esperienze diverse: l’ingegneria, l’architettura, il design. C’è chi gioca in casa, e chi ha cambiato regione per frequentare la scuola, che in un triennio porterà gli studenti ad affrontare tutte le aree della produzione, dal design allo sviluppo, dal prototipo alla produzione, osservando da vicino i materiali e il controllo della qualità, e imparando come si arriva alla definizione dei prezzi. Non a caso i primi giorni di scuola sono trascorsi sul campo nei negozi di ottica, a osservare come avviene la scelta dell’occhiale da parte di chi dovrà portarlo.

Gli studenti della scuola prodotto

Gli studenti della scuola prodotto

Un apprendistato che si basa sulle tecniche di learning on the job e job rotation (imparare sul campo e svolgendo diversi ruoli) e che, per il primo anno, proseguirà nei diversi stabilimenti di Safilo – da Santa Maria di Sala a Longarone, fino ad arrivare a Ormož in Slovenia dove si trova lo stabilimento dell’Optyl – con l’obiettivo di formare direttamente in azienda i futuri direttori di prodotto. I nove ragazzi sono stati assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e alla fine della Scuola Prodotto proseguiranno il loro percorso professionale sempre all’interno di Safilo.

Vladimiro Baldin

Vladimiro Baldin

“Vogliamo trasmettere una storia di passione, che si snoda attraverso i cuori, le menti e le mani di persone che hanno creduto in un’idea, un progetto, trasformando una visione in un accessorio divenuto indispensabile. Ma è anche una storia di innovazione e di sperimentazione che ha comportato tempo, fatica, competenze, dedizione. Ed è soprattutto una storia di ricerca della propria identità culturale, attraverso la rilettura di gesti tramandati da un linguaggio che nel tempo si è evoluto ed è diventato globale. Per Safilo la Scuola rappresenta quindi un ritorno alle origini e ai valori di un’eccellenza del Made in Italy che vuole trasmettere attraverso una forte cultura di prodotto, affidando così alle nuove generazioni un viatico per importanti sfide future” dice Vladimiro Baldin (responsabile product creation e scuola prodotto).

Un progetto destinato a durare: l’idea è di aprire un bando ogni anno, per selezionare con continuità le giovani future leve da inserire in azienda. “La creazione di una scuola è qualcosa di più di avere un’unità organizzativa o un luogo dedicato alla formazione: è un investimento per il futuro dell’azienda, per rafforzare la managerialità e per rinsaldare il patto fra impresa e dipendenti”, scrive Salvatore Garbellano nel libro dedicato a “Come le medie imprese di successo hanno superato la crisi” (Franco Angeli ), citando altro casi come quelli di Fiamm Academy, la scuola di formazione Pedrollo, quella di Illycaffè e di Linz. “Le scuole aziendali sono le sedi nelle quali si introducono e si condividono idee, approcci, metodologie e strumenti di lavoro – scrive – Sono modalità di razionalizzare e rendere più veloci i processi di apprendimento”.

E sono un investimento sulle nuove generazioni: così Nicole Laffranchi, 25 anni, racconta i suoi primi giorni di scuola.

“Già durante gli anni del liceo pochi erano in grado di parlarmi con ottimismo del futuro dei giovani. La mia generazione è cresciuta sentendosi spesso dire che i posti di lavoro in Italia sono sempre molti meno rispetto al numero di laureati; la mia generazione ha studiato pur sapendo quanto trovare un lavoro all’altezza del proprio impegno e sacrificio, fatto di tempo e rette universitarie, fosse sempre più difficile (e come ci si dovesse accontentare).

La mia generazione però non si è lasciata intimorire ed ha continuato a crederci.

Laureata in Graphic Design all’Accademia di Belle Arti Santagiulia di Brescia, ho deciso di frequentare il Master in Design management alla Business School del Sole24Ore per unire alle mie competenze di progettazione nozioni legate alla gestione. Nel frattempo ho lavorato presso una realtà aziendale bresciana consapevole di come si trattasse di un buon lavoro, ma molto lontano da tutte quelle aspettative, passioni ed ambizioni che erano cresciute anno dopo anno in università.

A volte è stato davvero difficile coniugare tutti gli impegni, ma la voglia di costruire il mio futuro non è mai mancata. Ho sempre pensato che con tanto impegno e tanta umiltà si venisse ricompensati, e di giovani con questi stessi valori ne ho trovati tanti durante i miei percorsi di studio, nonostante in Italia si faccia ancora molta fatica a credere nella meritocrazia. Terminato il master ho lasciato il mio precedente lavoro senza la certezza di averne uno nuovo. Cercavo un’ opportunità per mettermi alla prova con qualcosa che mi rendesse davvero soddisfatta, con qualcosa che mi ponesse tutti i giorni davanti ad una sfida e mi spronasse a vincerla, considerando il design come fil rouge di tutti i miei studi. Il progetto proposto dalla Scuola Prodotto di Safilo, che si pone come obiettivo quello di formare dei nuovi product developer, mi è sembrato fin da subito un’occasione unica e l’opportunità migliore per coniugare tutti i miei interessi.

Non avevo mai trovato, tra le numerose e attente ricerche che tutti i giovani disoccupati fanno quotidianamente, una possibilità lavorativa tale che coniugasse un periodo formativo, dalla durata di tre anni, al learning on the job, permettendo fin da subito ai candidati selezionati di inserirsi con un ottimo contratto lavorativo, in una realtà aziendale così importante e dal respiro internazionale. Sono trascorsi due mesi dal mio primo giorno di lavoro. Le giornate intense di lezione non sono mancate così come le giornate d’ufficio dove solo l’essere tanto curiosi quanto disponibili premia ed aiuta a conoscere giorno dopo giorno la propria realtà lavorativa. Sono felice, molto felice e mi auguro il meglio per questo percorso e per la mia carriera. Come lo auguro a tutti quei ragazzi che come me, non hanno mai smesso di crederci”.

Per le prossime selezioni della scuola prodotto il consiglio è di consultare il sito aziendale; anche alla prossima edizone di Mido, il salone dedicato all’occhialeria in fiera a Milano dal 27 al 29 febbraio, l’azienda sarà presente: si potranno ricevere informazioni, ma anche lasciare il proprio curriculum.