Quando alla fine di dicembre ha fatto il punto su un anno di interventi a favore delle famiglie, l’assessora della Provincia autonoma di Bolzano Waltraud Deeg ha citato dei dati. Se nel 1981 il 53% dei nuclei familiari altoatesini era composto da famiglie con più figli, nel 2014 questa quota è scesa al 28,4%, mentre è salita al 35,2% quella dei single. “Per cambiare passo – ha commentato Deeg – dobbiamo porre le basi affinchè una famiglia non rappresenti un’ostacolo, ma anzi diventi una parte integrante della quotidianità professionale e sociale. L’esperienza di altri Paesi insegna che dove vi è una buona conciliazione fra lavoro e famiglia si registrano i tassi di natalità più alti”.
Conciliazione e parità nella coppia; e “un passaggio importante per garantire una vera parità tra i genitori è anche il sostegno finanziario necessario ad agevolare i congedi dei padri, attualmente resi più difficili proprio da un punto di vista economico”.
Ora in Alto Adige un progetto pilota prevede di finanziare un bonus dedicato alle famiglie nelle quali entrambi – mamma e papà – decidono di dedicare tempo alla cura dei figli usufruendo dei congedi parentali previsti dai contratti di lavoro. Un bonus mensile a integrazione dello stipendio da finanziare con il recupero dei soldi non dovuti agli ex consiglieri regionali per lo scandalo dei vitalizi. Sono tre i milioni recuperati, che per la propria parte Bolzano investirà in welfare.
Già lo scorso ottobre la Regione Trentino-Alto Adige aveva stanziato quasi un milione (esattamente a 966mila euro) per interventi a favore delle famiglie, offrendo alla Provincia la possibilità di destinare in maniera autonoma le risorse assegnate. Il progetto principale, anche dal punto di vista economico (costo previsto 700mila euro), era risultato il sostegno ai congedi parentali richiesti dai padri: “Vogliamo incentivare i congedi facoltativi dei papà – ha spiegato Deeg – ostacolati dal fatto che il peso economico di questi periodi di lontananza dal lavoro è eccessivo per molte famiglie“.
In concreto, la proposta elaborata dall’Agenzia per la famiglia prevede l’erogazione di un assegno mensile di 400 euro ai padri che lavorano nel settore privato e che durante il congedo percepiscono il 30% dello stipendio, e un assegno di 800 euro se il congedo è a stipendio-zero. Il tutto per un massimo di 3 mesi ed entro il primo anno e mezzo di vita del bambino.
La misura dovrebbe passare in consiglio come regolamento attuativo della legge provinciale sulla famiglia, e si prevede che possa diventare realtà entro l’estate.