La ragazza è giovane, ha un lavoro stabile, guadagna più di mille euro al mese (1.200, più o meno) in una azienda solida, che ha appena festeggiato i 70 anni di vita, 250 dipendenti (e una gran fatica a trovare dei giovani da inserire). “I giovani sono affascinati dalla moda: stranamente fare il modellista di calzature – qui si parla di pezzi di lusso, con marchio proprio o per grandi firme – non riscuote lo stesso successo. Pensi che una nostra addetta mi ha confessato che quando esce con gli amici dice di fare l’impiegata!“, racconta Luigi Valsecchi, amministratore delegato della Ballin di Fiesso d’Artico.
L’episodio risale a qualche tempo fa: quello che è successo fin qui è che un presidente del Consiglio -Matteo Renzi – davanti a 3mila industriali trevigiani riuniti in assemblea, ha detto più o meno la stessa cosa:
“Una volta l’alberghiero era la scelta di chi non aveva troppa voglia di studiare, adesso mio figlio fa i gruppi di ascolto per vedere Masterchef: se riuscissimo a dare ad altri mestieri lo stesso appeal, avremmo risolto parte del problema disoccupazione giovanile”.
Intanto, due giovani veneti – il cameriere di Selvazzano Dentro, Padova, Mattia e il macellaio di Roana, Vicenza, Lorenzo – raccolgono tifo e complimenti, inclusi quelli del presidente del Veneto Luca Zaia, e mezza regione aspetta di sapere il verdetto sulla loro eliminazione.
Alla Ballin – una delle aziende che non ha mai delocalizzato – hanno tenuto testa alla crisi, aperto negozi in mezzo mondo, perfino il passaggio generazionale è compiuto, con ben tre figli del fondatore in azienda (e lui stesso presente, 91enne, presente e pronto a dare consigli). Però in produzione l’età media supera i 50 anni.
“Ci sono persone di grande esperienza, come le cucitrici, “orlatrici” artigiane capaci di una altissima qualità, che non sanno a chi consegnare la loro esperienza. Una volta, diciamocelo, gli studi alberghieri erano destinati a chi proprio non aveva voglia di studiare; oggi invece lavorare in una cucina è il sogno di tanti ragazzi, per iscriversi c’è la fila”, osserva Valsecchi.
E allora cosa manca ad altri settori – non c’è solo il calzaturiero a corto di nuove leve – per farsi scegliere da chi vuole progettare il proprio futuro?
Il distretto calzaturiero a cavallo fra Padova e Venezia esporta per oltre 219 milioni di euro: qui c’è il cuore della produzione: “Per capirsi, chi impara in una azienda poi ha una professionalità che va a ruba, e che viene retribuita di conseguenza: le cuciture, le suole, i tacchi, la modellistica”. Per entrare in una azienda del settore si può studiare: c’è anche la Scuola del Distretto Calzaturiero della Riviera del Brenta. Sul sito si legge che l’istituto lavora in collegamento costante con le aziende del settore consente di poter usufruire di stage e di ottenere un impiego entro 6 mesi dal termine della scuola; ha un percorso formativo che consente di apprendere operando “sul campo” il processo produttivo della calzatura e dell’accessorio borsa, dall’idea dello stilista, passando attraverso la realizzazione del modello, fino al prodotto finito; conta fra i docenti imprenditori, stilisti, modellisti, tecnici e consulenti provenienti dalle migliori aziende calzaturiere e dal mondo della moda.
La carenza di giovani leve è tale che alcune aziende hanno academy interne per la formazione del personale: è il caso della stessa Ballin, che quando finalmente – arriva a giovane da formare lo affianca a una persona esperta, come si faceva una vola nelle botteghe di mestiere, qualcuno capaci di insegnare, svelare i trucchi e i segreti appresi in una vita, correggere gli errori. E i giovani non bastano.
Intanto, 12 persone – tutti maschi fra i 19 e i 42 anni, nove di loro provengono da Montebelluna e Treviso e tre dalla Riviera del Brenta – partecipano al primo “Corso per addetti al montaggio di calzature settore sportivo tecnico” che formerà alla professione 12 talenti del manifatturiero ad alta specializzazione in un altro distretto, quello della scarpa tecnica e sportiva della provincia Trevigiana, con oltre 1.700 aziende alla difficile ricerca di manodopera altamente specializzata in grado di raccogliere il testimone dei tanti operatori che hanno costruito negli anni il suo successo.
Profili professionali che possano tramandare l’antica perizia dei maestri calzaturieri e al contempo capaci di confrontarsi con l’innovazione delle nuove lavorazioni e dei nuovi materiali. Il progetto è seguito da Umana, l’Agenzia per il Lavoro, attraverso Umana Forma, società del Gruppo dedicata alla Formazione. Alla fine del percorso i professionisti potranno essere inseriti nelle aziende del distretto della scarpa sportiva di Montebelluna, ma anche negli altri poli produttivi calzatura (c’è anche Verona).
Il percorso formativo, della durata di 240 ore, è iniziato il 25 gennaio al Politecnico Calzaturiero di Vigonza, ed è costruito in quattro moduli fra teorici e pratici che consentiranno ai partecipanti un approfondimento teorico con presentazione di esempi pratici della costruzione e dei cicli delle lavorazioni ago, calzetta e Strobel.
Il corso prevede inoltre una serie di esercitazioni pratiche sul montaggio di sneakers con lavorazione ago ed alcune esercitazioni per alcune particolari lavorazioni necessarie per le suole a cassetta. Sono previste due visite in alcune aziende del settore per vedere concretamente e in modo approfondito le differenze tra i cicli usati nella lavorazione: a sacchetto, montato, cucitura Strobel, cucitura fondo a cassetta ecc. Il Corso prevede anche l’affiancamento sul posto di lavoro per complessive 68 ore.
Le strategie future intendono candidare il Politecnico Calzaturiero quale scuola riconosciuta a livello mondiale, agente di innovazione e trasformazione del distretto, driver di internazionalizzazione, luogo di turismo industriale, incubatore di nuovi modelli di business e di nuove imprese.
Il presidente del Politecnico Calzaturiero, Franco Ballin, spiega che i percorsi formativi funzionano, quando uniscono la selezione di figure professionali specializzate, la professionalità dei docenti e l’innovazione dei programmi didattici: il 90% dei giovani trova lavoro a seguito di questi progetti.
C’è fra loro un MasterShoe capace di spiegare il fascino di questo mestiere?
Di lavori con scarsa attrattiva per i giovani (ma molte potenzialità) abbiamo parlato anche qui: perfino la Confartigianato di Vicenza aveva ipotizzato di usare il fascino della Tv per raccontare altre professioni, in una sorta di Mani-Factor (mimando X Factor).