Se l’azienda paga ai dipendenti il corso di cucina nel piatto finiscono (anche) radiatori di formaggio

Sono arrivati, rilassati ed eleganti, per godersi la cena aziendale. Al posto dei tavoli apparecchiati hanno trovato grembiuli, mattarelli, uova e sacchi di farina: le portate da gustare, avrebbero dovuto prepararsele. È capitato a dipendenti di aziende di tutti i tipi: compagnie di assicurazioni come la Pacific Life e Generali, bancari della UBS, parrucchieri del network Trilab. Si chiama cooking activity, e le richieste alla scuola di Mestre che le organizza sono sempre più numerose.

Roberta Molani, titolare e fondatrice di "Peccati di gola", ha iniziato a occuparsi di cucina quando Carlo Cracco andava ancora a scuola. Prima come socia di una scuola, poi con una propria catena che oggi conta 15 sedi in Italia, ha appena inaugurato una filiale a Treviso e sta per aprirne una di nuova a Reggio Calabria. Ha una figlia, Alessandra, che come tradizione vuole è negata – dice – ai fornelli, ma ha esperienza di consulenza aziendale. Mettendo insieme le due competenze, hanno iniziato a proporre attività diverse dai classici corsi. Le prime esperienze hanno riguardato il cosiddetto turismo aziendale: la multinazionale convoca in una città di richiamo – e con Venezia poche possono competere – i capi area, con le mogli al seguito, e oltre alla gita in Basilica propone una cucinata di gruppo. L’altra tipologia di evento per le aziende prevede invece un copione preciso.

Cena

CENA CON IMPREVISTO - Si usa quando, ad esempio, ci sono problemi di leadership, o occorre stimolare lo spirito di squadra fra persone che devono lavorare insieme ma non ingranano. In questi casi anche l’imprevisto è accuratamente pianificato. Metti che la panna acida finisca, ad esempio, o che le uova non bastino: chi del team prende in mano la situazione? Chi tende a dare ordini (e magari non dovrebbe), e chi invece fa un passo indietro? Nel caso del franchising per i parrucchieri, questo è servito a chiarire meglio i rispettivi ruoli: l’operativo, quello a contatto con il pubblico, quello dietro le quinte. In cucina si possono sperimentare dinamiche di competizione tra i sottogruppi o di collaborazione, e misurare le squadre su caratteristiche che vanno dalla capacità di organizzazione del lavoro alla velocità e precisione nell’esecuzione, oltre alla capacità di affrontare e risolvere eventuali contrattempi.

Molani

ASSICURATORI E CALDAISTI – A cucinare, ormai in anni di esperienza, sono arrivati dipendenti delle aziende più diverse: fra le altre Altana, Audi, Bormioli, Daimler Chrysler, Electrolux, FidiaPharma, Gucci, Opel, Synthes e altri ancora. Quando è stato chiesto loro di scatenare la creatività, ad esempio, si sono visti ponti di Rialto costruiti con l’erba cipollina, mentre gli operai di una ditta di impianti di riscaldamento si sono esibiti in antipasti a base di radiatori di formaggio. Si lavora in squadre di 10-15 persone, ognuna seguita da un assistente; poi, alla fine, si mangia quanto prodotto. Il format classico prevede di mettere insieme quattro antipasti e una pasta ripiena, perchè da come si impasta e si tira la sfoglia si possono capire molte cose. La scuola è appena rientrata da una crociera, e non per divertimento: i corsi di ducina si sono tenuti sulla Costa Classica.

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