Cercansi attività di salumeria o piccoli negozi di alimentari da rilevare. L’annuncio è stato pubblicato pochi giorni fa sui quotidiani locali del Friuli Venezia Giulia. In meno di una settimana sono arrivate oltre 50 proposte di attività pronte a passare di mano.
Un segno più che eloquente delle difficoltà vissute dal commercio, soprattutto nei centri minori. La firma dell’inconsueta offerta è quella di Masè, marchio triestino della gastronomia artigianale che dopo avere rischiato di scomparire mira a crescere acquisendo piccoli negozi (e garantendo la continuità dei contratti di lavoro). Fondata alla fine dell’800, Masè si è fatta conoscere sul mercato nazionale e interno: sua fra l’altro la produzione del tipico prosciutto cotto “alla triestina”, che ha varcato anche i confini nazionali. L’azienda – che produce in un laboratorio di oltre 2mila metri quadrati a San Dorligo della Valle – ha diversificato nel tempo con altre specialità della tradizione triestina e istriana. Eppure pochi mesi fa ha rischiato di fallire.
IL SALVATAGGIO – La nuova proprietà (una cordata di imprenditori friulani, le famiglie Fulchir, Dino Fabbro e Soldati) si è aggiudicata l’asta pubblica per l’acquisizione di Masè, di cui aveva rilevato la gestione, a settembre 2013. A pochi mesi dall'ipotesi fallimento, la nuova proprietà è riuscita a chiudere il 2013 con il 20% in più di fatturato rispetto all’anno precedente. E ora lancia un piano che punta ad aprire 20 nuovi negozi a marchio Masè in tutta la regione Friuli Venezia Giulia entro i prossimi sei mesi, che si aggiungeranno ai 23 già presenti. Solo un primo passo: tra i piani aziendali c’è anche quello di aprirne una cinquantina in franchising prevalentemente nel nord e centro Italia.
LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA - Appena lanciata, punta sul legame fra lo storico marchio e il territorio: “Crediamo in chi lo abita e creiamo nuovi posti di lavoro”, è uno dei messaggi utilizzati. Oggi i dipendenti sono 120 persone: con il reclutamento delle salumerie da rilevare – gli spazi valutati sono quelli fra i 70 e i 150 metri quadrati – si prevede un aumento dell’occupazione, ma anche un’ulteriore crescita del fatturato da reinvestire nella produzione e nel miglioramento della qualità.
LE REGOLE DEL GIOCO - L’offerta è quella di dare continuità ai contratti di lavoro dei dipendenti dei negozi acquisiti, ai quali dare “la garanzia e la solidità di un marchio conosciuto”. L’obiettivo è un aumento del fatturato del 30% nel 2014. Una tipologia nuova di crescita che – a giudicare dagli effetti dei primi giorni – incontra le difficoltà crescenti del commercio. A Trieste nell’ultimo periodo hanno chiuso anche negozi storici, altri minacciano di farlo e chiedono una ridefinizione dei canoni di affitto, mentre si moltiplicano le inserzioni sui siti specializzati in cessioni di attività e proposte di affitto di locali commerciali: qui figurano fra gli altri bar, ristoranti ed enoteche.
(il negozio di via Genova)